Capitolo 11: Pain

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"Non sapevo studiassi all'università" esordisce Antoine una volta rimasti soli, "Anzi a dire la verità credevo mentissi quando hai detto di avere 20 anni, ero davvero convinto andassi ancora alle superiori" continua rivolgendomi un'occhiata per poi tornare a guardare la strada davanti a se. Lo seguo fino all'auto per recuperare le nostre valigie, dopo le continue insistenze da parte dei genitori di Nicky, sarebbe stato scortese dire di no, quindi siamo costretti a passare la notte qui. "Non me l'hai mai chiesto" rispondo scrollando le spalle ed afferrando la mia valigia. "Lascia faccio io" dice provando a strapparmela di mano "Posso anche fare da sola, non ho bisogno del tuo aiuto" ribatto seccata. Lui sbuffa esasperato tirandomela via dalle mani "Non la metterò in conto nella scommessa sta tranquilla" sospira iniziando a camminare con le valigie attraverso il vialetto. "Beh non ti aspettare che ti ringrazi" sbuffo seguendolo fino all'ingresso con la testa bassa e le mani nelle tasche della felpa "Questo era scontato, ti ho viziata troppo" pronuncia aprendo la porta principale per poi lasciar passare prima me, gli rivolgo un'occhiataccia per poi attraversare il corridoio e salire le scale per arrivare nella camera degli ospiti.

"Io prendo il letto vicino alla finestra" affermo buttandomici sopra e affondando la testa sul cuscino esausta. "Io dormo sempre dal lato della finestra" sbuffa lui e si avvicina a me passandosi una mano tra i capelli disordinati "Beh, non stavolta" indico il letto libero accanto per poi rivolgergli uno sguardo di sufficienza. Prendo la mia roba dalla valigia per dirigermi in bagno quando qualcuno alle mie spalle mi blocca impedendomi di andare avanti. "Dove pensi di andare minet?" ridacchia stringendomi ancora più vicina al suo petto. Sbatto le palpebre un paio di volte incredula per poi guardare il suo viso furbo al di là della mia spalla. "Tu cosa pensi di fare?" sbotto irritata provando a liberarmi dalla sua presa, "Io voglio quel letto" dice indicando quello in cui mi ero già sistemata io. Alzo gli occhi al cielo seccata per poi emettere un sonoro sbuffo "Non vincerai contro me Antoine" mi volto per guardarlo negli occhi mentre lui riporta le sue mani sulla mia vita facendomi avvicinare ulteriormente "Quali sono le tue armi segrete?" domanda stringendo le labbra per reprimere un sorriso, scuoto leggermente la testa puntando i miei occhi nei suoi "Non posso dirtelo" affermo sicura stringendo il mio labbro inferiore tra i denti per impedire alle mie labbra di piegarsi in un ghigno divertito. Lui risale con le dita il mio fianco per poi tracciare una linea immaginaria sul mio braccio. Trattengo il respiro per un attimo ringraziando il cielo per avere questa felpa addosso che mi permette di nascondere la pelle d'oca formatasi al suo tocco gentile. "Anche io ho le mie armi segrete" sussurra al mio orecchio accarezzandomi la schiena con l'altra mano e sfregando la punta del naso sulla mia guancia facendomi perdere un battito. "Lo sento" sussurra con voce bassa e roca contro i miei capelli mandando in panne la mia mente "Lo sento il modo in cui il tuo corpo risponde al mio" continua facendomi voltare di scatto per poggiare la mia schiena contro il suo petto per poi avvolgermi con un braccio al di sotto del mio seno e con quello libero accarezzare piano la mia coscia nuda a causa degli shorts troppo corti. Reprimo un gemito non riuscendo però a regolarizzare il mio respiro affannato, mentre lui continua a stuzzicare i punti sensibili della mia pelle facendomi perdere il controllo di me stessa.

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