James

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Nota Autrice:
Ciao Fan! Per evitare problemi di Copyright su determinate immagini, ho deciso di non inserire la fotografia di James McAvoy, il nostro James.
Quando lo descrivo penso a lui!
Come sempre, Buona lettura! Helena

"Capo, sono arrivati, sono in ascensore" Katy cinguettò attaccata alla scrivania di Helena.
"Perfetto, sai che cosa devi fare" istruì Helena che uscì dal suo ufficio e si precipitò direttamente alla scrivania di Michael.
"Tutto pronto?" chiese controllando l'ingresso dell'open space.
"Sì capo" rispose sistemandosi la cravatta.
"Perfetto, tienti pronto con la presentazione ed i depliant della società".
"Samuel, nella sala riunioni, il video proiettore è pronto?" si spostò di scrivania.
"Sì, è tutto acceso ed il pc è già collegato".
"Perfetto ragazzi, saranno qui a momenti. Sapete tutti che cosa dovete fare e quando farlo. Non facciamo incazzare George e portiamo a casa la vittoria".

Tutti annuirono e si prepararono, sul cellulare un sms diceva "Sono entrati, sono nella hall".
Helena si avvicinò all'ingresso e sentì un movimento di passi, si girò, ultimo sguardo alla sala e si mise in posizione per ricevere George ed il cliente. Nell'auricolare che aveva nell'orecchio sentiva la sua assistente intonare la canzoncina dello squalo in agguato.
"Katy smettila", disse mantenendo il suo sorriso perfetto.

In quel momento entrò nell'ufficio solo George, il grande capo, che si avvicinò a lei.
"George, ma come mai sei solo?".
"Sta parlando con Tessa, una sua vecchia conoscenza. Senti vuole un caffè, portameli nel mio ufficio. Cambio di programma, lo facciamo accomodare prima nel mio ufficio, poi quando ti chiamo vieni ed insieme a te porta Katy con il caffè. Lo vuole nero, forte ma con un po' di cannella. È alterato, non ha il solito sorriso, spero che nessuno l'abbia fatto incazzare di recente perché se scopro chi è stato lo mangio".
"Ricevuto capo", disse solo Helena. A volte il suo capo diceva cose allucinanti, ma era fatto così.

George Sutton, uomo distinto di 69 anni, era stravagante ma solare. Molto sensibile all'umore di chi lo circondava. In questo caso il cliente non doveva essere un simpaticone e lui, di conseguenza, andava in paranoia.
Diede un'ultima occhiata alle spalle di George, diretto di nuovo alla hall e si eclissò in cucina, chiamando Katy al telefono.

George raggiunse Stone nella hall "allora Tessa, conosce il nostro ragazzo?"
"Sì signor Sutton, vecchi amici", rispose la ragazza sorridendo.
"Bene, bene, ma non restiamo qui le faccio strada. Questo è il nostro Open space, la nostra squadra", gli disse sorridendo orgoglioso del suo lavoro.
"Bene, vedo che siete molto ben organizzati", è uguale al mio vecchio ufficio, ben organizzati, un punto a favore.

"Ne sono contento, la prima impressione è molto importante. Come dico sempre, l'azienda è come una donna, a volte bisogna sentire le sensazioni che si provano a pelle per capirla", disse ridendo.
"Ha ragione, a volte l'unica soluzione è seguire l'istinto, soprattutto nel campo del nostro lavoro".
"Ben detto ragazzo, vieni ci prendiamo un bel caffè", affermò con il viso illuminato. Il ragazzo gli piaceva.

Helena era nel suo ufficio al telefono con la caffetteria, ordinò un caffè nero, forte con un po' di cannella ed uno corretto per il grande capo.
"Capo, capo, l'ho visto", disse Katy entrando nel suo ufficio.
"È davvero un gran figo, guardalo!"
Helena si avvicinò alle veneziane semichiuse ed infilando il viso tra le fessure posò lo sguardo su due spalle possenti, un fisico asciutto e due gambe lunghe. Un bell'uomo fasciato in un elegante abito da giorno, blu scuro. Il suo cuore ebbe un sussulto, quell'uomo le ricordava un ragazzo di sua conoscenza.

Non pensare a lui stupida, concentrati.

"Capo, ma che cosa avete fatto al sopracciglio?"
"Niente Katy, sono caduta?"
"E su chi sei caduta?"
"Come su chi? Ma che domande sono?"
"Helena, sei il mio capo ormai da 5 anni, so benissimo quando stai mentendo".
"Katy non è il momento di spettegolare!"
"Bene, come vuoi tu, allora dico solo che c'entra un uomo!"
"Katy muoviti vai ad attendere il caffè nella hall".
"Agli ordini", disse con un sorriso sulle labbra.
Andò in cucina a preparare i vassoi con le tazzine e tutto il kit per servire il caffè, nell'ufficio del capo.

In questo momento stava sicuramente facendo vedere al loro ospite i sigari e i trofei vinti a golf.
A momenti avrebbe ricevuto la chiamata sull'auricolare, tutto come da manuale, come voleva George.
Stava sistemando tutto quando una voce conosciuta, chiese dove si trovasse il sig. Stone. Michael l'impiegato pinzato gli rispose indicando l'ufficio in questione.
Non poteva essere sembrava la voce di Matt, il cugino di James.

Si precipitò fuori dal locale adibito a cucina ma fu troppo tardi, la porta si chiuse dietro di lui.
In quel momento entrò Katy con i caffè, "Helena tutto bene?"
"Si perché?"
"Perché hai la faccia sconvolta! Chi hai visto, un fantasma?"

Helena aveva una strana sensazione, davvero strana.

Calmati, stai andando solo in paranoia. In quella stanza non c'è nessuno di tua conoscenza pensò andando avanti ed indietro per la cucina.

"Capo", disse Katy, "tutto ok? No perché è la prima volta in cinque anni di lavoro che la vedo in questo stato".
"Ascoltami Katy, adesso mi devi descrivere il nostro ospite", le disse guardandola negli occhi.
"Bè che dire, è un gran fico, castano, barba curata, bel fisico e bel vestito".
"Tutto qui?"
"No, mi ricordo il colore degli occhi, un azzurro così chiaro non si scorda facilmente", cinguettò con un sorriso smagliante.

Il cuore di Helena si bloccò.

"Per caso hai conosciuto un uomo così di recente?"
Helena non rispose, fissò solo il tavolo, le sedie, i quadri, fissò tutto, fissò il vuoto.
"Capo, Helena, stai bene? Così mi spaventi, non so che cosa fare! Ahhh ora capisco".
Katy guardò il suo capo, in fondo era una donna ed era umana.

Era difficile vedere qualche sentimento in lei. Sul posto di lavoro era come un robot, una statua di pietra, uno squalo. In fondo però, era davvero umana anche lei.
"Per caso, quell'uomo presunto, che si trova nella stanza accanto, c'entra qualcosa con il cerottino che hai in viso?"
Helena fissò di nuovo la sua assistente, "lo scopriremo presto", rispose semplicemente. Aveva appena ricevuto la chiamata da parte del grande capo.

Era il momento di scoprire se le sue sensazioni fossero giuste.

Ti odio ma ti voglio - (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora