Ballo in maschera

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La villa era circondata dall'oscurità della notte. Neanche le stelle e la luna illuminavano l'immenso prato e le mura, coperte dalle nuvole nere.
James percorse il vialetto di ghiaia sistemandosi la maschera sul viso, con il cuore in tumulto.
L'unico barlume di luce proveniva delle centinaia di candele seminate per tutta la villa, delicatamente appoggiate dentro lanterne di ferro battuto, di diverse grandezze. I suoi occhi azzurri catturarono quelle piccole luci tremolanti, ammirandone il gioco di luce.
Salite le scale dell'ingresso principale, anche i riflessi delle pietre dei grandi lampadari cercavano di scalfire la notte, riuscendo nel loro intento.
Rigirò l'invito di carta dorata che aveva tra le mani e lo consegnò all'uomo in giacca e cravatta che sostava all'ingresso. Superato l'ingresso arredato con enormi statue di marmo, immense tende trasparenti, blu e rosse dai delicati disegni, mostravano il percorso da seguire.
Chiacchiere, risate ed una musica di sottofondo attirava l'ospite, promettendogli una serata irripetibile.
Una di quelle serate che si vivono solo una volta nella vita, dove in cui tutto è possibile, tutto può accadere.
Una di quelle serate in cui il ricordo ti si imprime nel cuore, per sempre, come un tatuaggio sulla pelle.
La sala da ballo occupa tutto il pian terreno del palazzo. Camerieri con divise nere e porpora sfrecciano all'interno della sala, tutti rigorosamente con una maschera di velluto nero sul viso. Accettò un flut di champagne ed ammirò lo spettacolo.
Personaggi più assurdi, da cavalieri, lord a principesse da mille ed una notte danzavano sotto maschere colorate e con sorrisi estasiati. Cappellini e ventagli ornavano singole perfezioni di abiti mentre le lunghe collane di perle impreziosivano la maggior parte dei vestiti, delle giovani signore aristocratiche, di altri tempi.
Violino e pianoforte completavano la postazione della musica vicino ad dj vestito completamente di nero.
La curiosità si impadronì di lui ed uscendo sulla terrazza, sempre illuminata da lanterne e candele, un mangia fuoco incantava i suoi ospiti.
Helena ti sei superata pensò sentendosi orgoglioso di lei. Aveva organizzato un ballo in maschera, in pieno stile egocentrico di George, ma soprattutto di Grace, in sole due settimane.
Il suo cuore di bloccò al pensiero di rivederla dopo tanto tempo.

"James, ragazzo mio, quasi quasi non ti riconoscevo" gli disse il Re Sole, in persona.
"Neanch'io a voi, mio Re" disse a George che scoppiò a ridere.
"Dove si trova la vostra regina?".
"Non so James l'ho già persa tra questi invitati, ma sono sicuro che la ritroverò presto".
Gli mise una mano sulla spalla "hai visto che bel lavoro che ha fatto Helena?".
"Si meraviglioso davvero".
"Anche tu James hai svolto un ottimo lavoro, davvero. Per questo ti meriti una promozione, ma di questo ne parleremo più tardi. Ora, a proposito di regine, hai trovato la tua?" gli disse sorridendo.
"In verità George la sto cercando" disse con sguardo perso nella notte.
"L'hai trovata ma non sai come conquistarla?" lo guardò con aria curiosa.
"L'avevo già conquistata ma so che ora non mi vuole" il suo tono era triste ma caldo allo stesso tempo. Sincero.
Non sapeva perché si stesse confidando con il suo capo, ma sentiva che poteva farlo.
Forse tutto poteva succedere.
"Io so che una certa persona è completamente vestita di pizzo nero con qualcosa di rosso. Un cigno mi sembra che sia il suo vestito. Si, un cigno completamene nero" gli confidò in gran segreto.
"Non so di chi state parlando George.."
"Sto parlando di Helena, James, sto parlando di lei".
"Io, Helena" ingoiò la saliva iniziando ad agitarsi visivamente.
Come diavolo fa a sapere che stavo cercando Helena.

"Stai calmo ragazzo, non è un reato, innamorarsi di una bellissima donna, come Helena".
"No, ma io George..".
"Suvvia James, ho molti più anni di te e lo vedo come reagiscono i tuoi occhi quando qualcuno pronuncia il suo nome".
"Si è vero, sono perdutamente innamorato di lei ma essendo colleghi, non voglio rovinare un importante rapporto di lavoro come il nostro. In ogni caso lei non mi vuole".
Il suo cuore ricevette un'altra ondata di tristezza e dolore.
"Non c'entra un bel niente che siete colleghi, ragazzo mio. Se vuoi una donna te l'ha devi conquistare, prendere e tenere stretta. Colleghi o non colleghi. Guarda io e la mia Grace".
Quelle parole gli entrarono in mente come un potente uragano cercando di spazzare via ogni traccia di esitazione. Guardò il suo capo negli occhi limpidi cercando un significato nascosto in quelle semplici parole.

Un contagioso sorriso si creò sul viso del Re Sole.

***

Il cigno nero, proprio in quel momento, teneva sotto controllo la direttrice del catering che teneva sotto controllo a sua volta, l'operato dei suoi camerieri.
"Helena tesoro" la chiamò Grace prendendola sotto braccio.
"Grace, che piacere rivederti! Come stai? George?" si guardò intorno.
"Sta chiacchierando con il cliente di San Francisco. Tutto bene ma non é di questo che voglio parlarti" la guardò negli occhi verdi con un sorriso gentile, materno. Voleva un mondo di bene a quella ragazza. Helena era davvero, per lei, la figlia che non aveva mai potuto avere.
"Dimmi Grace, c'è qualcosa che ti turba?".
Guardò quei profondi occhi grigi, i capelli corti di un bel biondo cenere e le sue immancabili perle. Erano come un amuleto per lei. Grace era un punto di riferimento.
"Niente mi può turbare questa sera. Hai realizzato un sogno che avevo sin da bambina. Partecipare ad un ballo in maschera. Grazie". I suoi occhi erano sognanti e con un sorriso ormai stampato sul viso, ammirava quella piccola perfezione.
"Helena, bambina mia, ho notato un certo atteggiamento amorevole da parte di Liam nei tuoi confronti" disse passeggiando per la sala, invasa dagli abiti lussuosi e stravaganti degli invitati.
"Liam dici?" Il tono di voce era neutro e rilassato, il sorriso dolce.
"Certo, il bel dottorino che dovrebbe esserci al ricevimento".
"In realtà non l'ho visto Grace, comunque è davvero un bravo ragazzo ma lui.." cercava di trovare le parole giuste.
"Ma lui non è James, vero?" finì la frase con un sorriso divertito al suo posto.
Sentì immediatamente il corpo della ragazza irrigidirsi mentre il respiro le si mozzò. Le guance diventarono rosse come il tessuto che rivestiva il corpetto, ricoperto di pizzo nero.
"James" riuscì solo a dire.
Sapere che si trovava lì a quella festa, dentro quella stessa sala, le mandava il cervello in corto circuito.
"No, Liam non è James ma siamo colleghi e questo basta per non provarci nemmeno" affermò omettendo volutamente tanti dettagli della loro reale storia.
Grace si fermò prendendo le sue giovani mani fra le sue.
"Helena, non c'è niente di male se ci innamora tra colleghi. É normale, può succedere" le disse con gli occhi illuminati dalla gioia.
"Guarda me e George" le disse ridendo lasciandola a bocca aperta.
"Io ero il suo capo tanto tempo fa" scoppiò a ridere di gioia al ricordo dei vecchi tempi ma soprattutto per via della faccia buffa di Helena.

Ti odio ma ti voglio - (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora