Come un veleno

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Maledizione pensò James accovacciato sotto la scrivania di Helena, con le sue lunghe gambe scoperte, quasi in bocca.

Stava per prendere quella meraviglia su quella scrivania senza neanche farsi un minimo di scrupolo, essendo quello il loro ufficio.
Ma che cazzo ti dice il cervello? se fosse entrato il capo? sospirò.
Helena gli faceva davvero perdere la ragione, ogni inibizione, ogni pezzettino della sua volontà.
Iniziava a mancare l'ossigeno lì sotto e la temperatura, causa visione angelica di tulle e pizzo bianco, stava aumentando a livello esponenziale.

Quello stronzo di un dottorino era venuto lì non solo a corteggiare la sua fidanzata con la scusa del suo compleanno, ma anche a metterlo in cattiva luce ai suoi occhi. Neanche lui sapeva che quel giorno fosse proprio il suo compleanno. In quel momento preciso si rese conto che non vivevano una normale e tranquilla relazione. Non potevano stare abbracciati sul divano, in una sala di un cinema, ovunque a chiacchierare come due normali fidanzati.
Gli mancava tutto quello, gli mancava anche la semplice normalità.
Lotterò Helena, lo giuro su me stesso, sulla mia anima, lotterò per noi due, ora e per sempre.

"Scusami Helena, volevo solo parlarti di una cosa " Liam si sistemò meglio sulla sedia ed iniziò la sua arringa.

"Tu e James siete..." iniziò a dire fermandosi ed inchiodando i suoi occhioni sul suo viso.

Helena poteva solo scegliere tra due strade, confessare o negare, fino alla fine. Scelse la seconda.
Liam stava di sicuro per pronunciare la parola intimi, ma Helena lo precedette.

"Colleghi. Perché Liam?" lo guardò con l'espressione più innocente che riuscì a simulare.
"Ah, solo colleghi?" i suoi grandi occhi grigi si ingrandirono stupiti.
"Si solo colleghi. C'è qualche problema, ti vedo titubante".

Colpisci Helena, colpisci. Non lasciargli il tempo di controbattere pensò James ormai sotto pressione. Ci si mette pure Tessa. Non uscirò vivo da questo ufficio.
Si infilò una mano sul viso infilandola nei capelli e sospirò.

Helena iniziò a tossire di colpo facendo finta che le fosse andato di traverso il caffè.
"Scusami Helena, ma ho visto come ti guardava a San Francisco e quindi pensavo che lui.. voi".

"In che senso Liam? come mi guardava?"
"Come se ti volesse mangiare"
Helena scoppiò a ridere lasciando un Liam pietrificato.
"Scusa, scusami se rido ma la frase che hai detto fa molto Edward il vampiro" e continuò a sorridere.
"Ti posso assicurare che James si è sempre comportato in maniera professionale con me. Non ho mai notato un atteggiamento diverso nei miei confronti. In ogni caso non riuscirei a notarlo neanche, non ci vediamo quasi mai anche se lavoriamo insieme ed inoltre io mi vedo con un ragazzo. Si chiama Andrew".

Due occhi azzurri e due occhi grigi si aprirono all'unisono mentre i volti dei due giovani uomini sbiancarono.

Ottimo pensò Helena.
"Da tanto?"chiese Liam con un'espressione delusa sul volto.

Stava distruggendo le sue speranze, quella piccola fiamma che iniziava a bruciare. Ci lanciò sopra un bel secchiello pieno di ghiaccio. Neanche di acqua, bello pieno di ghiaccio del polo nord.

Liam cambiò atteggiamento all'istante ed in maniera impercettibile si allontanò da lei, spostandosi sulla sedia.

"Da un po'. Posso chiederti perché ti preoccupa tanto James?" mormorò avvicinandosi verso di lui sulla sedia. Due occhi verdi curiosi in due occhi grigi imbarazzati.

"No niente è per via di una nostra conoscenza in comune" si tolse un pilucco invisibile dalla camicia.
"E questa vostra conoscenza che cosa c'entra con me?" Lo incalzò.
Voleva sapere, voleva scoprire quello che sapeva.
"No, è che la sua ex moglie è una mia paziente, e volevo solo sapere se l'avevi mai conosciuta".
"No, non ho mai avuto l'occasione, anche perché da quanto ho capito è pure l'ex moglie".

Ti odio ma ti voglio - (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora