Dolce risveglio

6.4K 315 5
                                    

L'alba colorò il cielo di San Francisco, e i suoi colori accarezzarono le lenzuola stropicciate. Lenzuola che avvolgevano il corpo addormentato di Helena.
James guardava nascere il giorno con una felicità nuova, mai provata.
La guardò di nuovo, i suoi lunghi capelli neri, le labbra morbide.
Labbra che avrebbe di nuovo voluto assaporare.
Chiuse la tenda di organza, presto sarebbe dovuto ritornare nella sua stanza. Gli stringeva il cuore al pensiero di lasciarla.
Si appoggiò di nuovo al letto, era meravigliosa.
"Sei meravigliosa" le accarezzò la mano. Mano che si mosse al contatto.
Helena aprì gli occhi e sorrise vedendo James.
"Che cosa fai lì, lontano da me. Vieni qui"
Sorridendo James si sistemò nel letto appoggiando il suo petto alla sua schiena, abbracciandola.
"Buongiorno" le disse nell'orecchio, baciandola.
Sentì la sua risata come risposta. Helena si accoccolò di più tra le sue braccia.
Sentire il corpo caldo di James, era una sensazione nuova e piacevole, molto piacevole.
Si morse il labbro.
Respira piano Helena o sentirà il tuo cuore battere all'impazzata.
"Sei felice?" gli chiese sfiorandole la guancia.
Si girò verso di lui ed accarezzando il braccio fino a toccargli il bicipite gonfio, lo guardò "si, sono felice".
Chiuse gli occhi sorridendo e posando le sue labbra sul collo. "tu?"
"Molto, molto, molto felice" l'abbracciò forte.
"Ribadisco il concetto di stanotte, sei mia!"
Helena scoppiò a ridere, "si, questo l'ho capito bene!"
Gli baciò il collo, minuscoli baci casti, fino a raggiungere l'orecchio. Con la lingua leccò il lobo per poi succhiarlo.
Sentì James gemere. Si alzò ed appoggiandosi sul suo petto gli disse "tu hai capito che sei mio?"
"Mhmh, potresti ricordarmelo, ho poca memoria!" le rispose ridendo.
"Ah si, è così allora?" gli saltò addosso bloccandogli le braccia sopra al cuscino.
Lo guardò negli occhi. Che effetto micidiale che quell'uomo le faceva.
"Mi uccidi Helena quando mi guardi così"
"Davvero? Non hai paura" gli disse sulle labbra.
"No, voglio morire così, con un tuo bacio"
Helena non resistette più e lo baciò, con dolcezza, con ardore, con voglia.
Voglia che James stava cercando di reprimere, con fatica.
Guardò l'orologio che segnava le 06:25
"Non voglio che questa notte finisca, James, non voglio" appoggiò la testa sul suo petto, sentendo il suo cuore pulsare.
"Tranquilla amore mio, c'è ne sarebbe altre, un'infinità, ormai non ti libererai più tanto facilmente di me".
Si baciarono e baciarono ancora.
"Ora devo prepararmi, non voglio che George ci scopra" si alzò dal letto.
"Non andare via" guardò l'orologio
"Sono le 07:00. Alle 08:30 George ci aspetta per colazione"
"L'ultimo bacio" gli disse Helena alzandosi a sedere sul letto. Gli tocco il ventre e con le dita percorse i bordi dei muscoli di quel corpo da Dio greco.
Sentì il suo respiro bloccarsi.
"Solo più uno" gli disse guardandolo negli occhi, con il broncio.
"Anche due" rispose James ritornando nel letto.
La sovrastò con tutto il suo corpo atletico e con forza la strinse, baciandola.
"Non ti lascerò andare via" gli disse graffiandogli la schiena nuda con le dita.
James gemette per via del dolore misto eccitazione. Sensazioni che colpirono tutto il suo essere uomo.
"Allora non andrò via ma non ti lamentare della conseguenza". Si alzò e si tolse i boxer neri.
"E quale sarebbe la conseguenza, di grazia?" gli chiese con occhi da gatto innocente ma con ancora delle piume gialle in bocca.
"Questa" tornò sopra di lei, l'abbracciò e baciandola la penetrò.
Iniziò a spingere ritmicamente fino a quando, insieme, non raggiunsero di nuovo l'estasi.

***

James si sistemò la cravatta blu scuro in modo che fosse impeccabile, specchiandosi allo specchio dell'ascensore.
Ultima sistemata ai capelli, ciuffo con un po' di gel e barba corta rifinita. Sorriso sulle labbra e cuore leggero.
Iniziò a fischiettare la sua canzone preferita, Crazy. Le porte si aprirono e finalmente superata la hall entrò nella sala dell'hotel, adibita per la colazione. Tovaglie bianche, argenteria lucida e centro tavola di fiori freschi. La sala era invasa da un leggero chiacchiericcio, risate e commenti di ogni genere. Si sentiva nell'aria, il profumo delle vacanze estive. Superò elegantemente un carrello di dolci ed eccola lì, chiacchierare con Grace.
Che sorriso radioso pensò ricordandosi della notte passata, dei suoi baci e delle sue carezze. Carezze e baci che avrebbe bramato fino al calar della sera, fino a quando non sarebbe stata di nuovo fra le sue braccia.
"Buongiorno madamigelle" disse guardandole.
"Oh James buongiorno a te, siete felice stamani?"
"Egregiamente Grace" sorrise sedendosi
"Ciao James" gli disse Helena, guardandolo cercando di reprimere i sentimenti che provava. Doveva ricordarsi che in pubblico erano solo colleghi e niente di più.
"George?" domandò
"Sta arrivando ha ricevuto una telefonata dall'ufficio"
"Dall'ufficio?" chiese Helena. "Strano, sono solo le 8:30, non siamo ancora aperti. Controllo subito l'email" disse prendendo il Tablet ed aprendo la posta elettronica.
"Ci sono novità?" chiese il suo angelo sceso in terra.
"No, nessuna mail, niente" disse controllando nuovamente nella posta in arrivo.
"Io del caffè forte alla cannella, grazie" ordino James al cameriere.
"Io, prendo lo stesso" disse Helena, sorridendo al cameriere ma guardando James con le cosa dell'occhio.
Guardò le sue labbra, le sue mani e dovette distogliere lo sguardo perché stava sentendo che la sua temperatura corporea aumentava.
Aumentava come aumentavano i battiti al ricordo di quando James poco prima la fece sua, penetrandola e reclamando ciò che era suo.

Il cellulare vibrò, un messaggio in arrivo:

*Stai pensando a quello che sto pensando io, vero? Sei diventata tutta rossa. Ricordati che Grace ci osserva.* James.

Cavolo pensò Helena cercando di trattenere un sorriso.
"Neanche nella mia posta elettronica c'è qualcosa" disse James con il telefono in mano.

*Ti amo, non vedo l'ora di abbracciarti di nuovo* James.

*Anch'io* Helena

"Ragazzi, ragazzi" iniziò a chiamare Grace, "sta tornando George. Ma cosa succede?"
Guardarono tutti George con una faccia sconvolta, mentre arrivarono i caffè.
"Buongiorno a tutti, inizia proprio male la giornata?"
"Caro, ma cosa è successo?"
Un George stanco di viso e nello
spirito, si sedette al tavolo della colazione e lanciando il telefono nella borsa della moglie, guardò i suoi collaboratori.

"C'è stato un furto, nella nostra azienda"
Tutti sgranarono gli occhi dallo shock.
"Ho finito adesso di parlare con la guardia".

Ti odio ma ti voglio - (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora