Pazzia

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Le orribili parole di Liam colpirono il suo sistema nervoso ed un dolore al petto la obbligò a respirare a pieni polmoni.
Se non la uccideva Clarissa, sarebbe in ogni caso morta di paura.
Si accasciò sul corpo di suo padre e calde lacrime uscirono dai suoi occhi.
James, James ti prego aiutami. Mamma ti prego proteggici. Anche il viso di Josh si materializzò nella sua mente.
Strinse forte il padre ed affondò il viso nel suo petto.

"Svegliati stronza".
Un rumore di ferro riempiva l'aria mentre una torcia di fuoco, abilmente incastrata nel muro, illuminava il luogo intorno a lei.

Con gli occhi ancora chiusi e con la spranga di ferro nascosta sotto la gonna, Helena non si mosse.
Solo ora, con gli occhi leggermente aperti aveva capito che cosa era quella parete liscia e fredda.

La lastra di marmo di una tomba.

Era rinchiusa in una cripta con tanto di cancello in ferro battuto, a delimitare quel luogo di riposo, ed una statua a forma di angelo a svegliare il sonno immortale.

"Stronza, ti ho detto di svegliarti", urlò Clarissa lanciandogli un ventaglio di pizzo nero.
"Non si è ancora ripresa dal colpo in testa che le hai dato", esordì Liam.
"Stai zitto tu" gli urlò schiacciando con il piede la ferita sul fianco.
Un grido disumano di dolore riempì quella piccola stanza, fatta di pietra.

"Clarissa", urlò Helena piangendo.

Un risata squarciò il mortale silenzio.
Si girò e con l'odio negli occhi la scrutò dall'alto verso il basso.
"Ti sei svegliata, piccola ed indifesa Helena", camminò nello spazio davanti al cancello, giocando con il velo nero.
Il vestito, fatto di pizzo era praticamente inesistente e lasciava scoperto il busto. Il seno bianco era visibile mentre solo i capezzoli erano ricoperti da dei fiori di tulle nero.
Le lunghe gambe erano semi-coperte da una lunga gonna nera, anch'essa di pizzo.
In mano un pugnale nero.
L'unico tocco di colore era il rosso dei capelli.

"Sono qui, che cosa vuoi?", alzò il busto e guardò Liam, seduto appoggiato al muro, davanti a lei.
Il vestito da conte francese era sporco di sangue all'altezza del fianco sinistro.
Il volto era completamente bianco ed gli occhi rossi. Respirava a fatica, come respirava male suo padre.

"Ti avevo detto di stare alla larga da James, ma tu non mi hai voluto ascoltare".
"Ed invece si, sono stata lontana da lui".
"Questo non importa perché tu strega, l'hai abbagliato e lui mi ha respinto, di nuovo".

"Quando ti ha respinto?", le chiese.
Doveva farla parlare, dove prendere tempo, doveva pensare ad un piano.

Liam era fuori combattimento. Gli faceva pena a vederlo così inerme, sotto quell'arpia. Stava morendo, forse. Non era giusto.
Suo padre era svenuto e pregava che non entrasse in coma, per via del trauma cranico.

Anche lei aveva subito un trauma cranico ma non come quello inferto a suo padre.
Poteva contare solo sulle sue forze.

"A Dan Diego", stava raccontando quella pazza, "mi ha respinto una sera a San Diego e questo perché pensa solo a te".
La guardò con l'odio negli occhi.

"Poco importa. Appena ti avrò sistemato definitivamente, la sua mente non sarà più annebbiata da te e così lui sarà solo mio".
Sorrise, di un sorriso diabolico e mentre lo faceva, si aggiustava il vestito.

"Ma da cosa ti sei vestita? Tu sei malata".
"Non sono malata, io sono una vergine sacrificale. Stasera sarò sacrificata al mio padrone, e lui in questa notte prenderà la mia verginità".
Scoppiò a ridere più forte massaggiandosi il seno mentre con la lingua si leccava le labbra.

"Lo sento, sento già il suo corpo sopra il mio, il suo pene prepotente penetrarmi e con la forza di un padrone fottermi mentre mi ruba la verginità".

Mai Helena, in vita sua, aveva sentito delle parole più assurde. Mai in vita sua, aveva visto una persona così disturbata.
Il suo essere era completamente sconvolto e non riusciva a capacitarsi di come una persona potesse arrivare ad odiare un altro essere umano.
Come poteva l'uomo essere così malvagio ed in questo caso anche pazzo.
Come poteva la mente di una persona vaneggiare in questo modo.

"Clarissa tu non sei vergine", mormorò guardandola, sfidandola.
Il sorriso si trasformò in ghigno e il pugnale luccicò alla luce della torcia.
"Dopo che il mio padrone mi avrà scopato in questa cripta piena di sangue, uscirà anche il mio dalla mia vergine vagina. Dopo il tuo sacrificio sarò di nuovo pulita, rigenerata, nascerò di nuovo. Sarò di nuovo una vergine, venduta al mio padrone".

Andò a prendere una chiave attaccata al muro. Una pesante chiave di ferro.
"Sai Helena, al tempo del Re Sole, le giovani fanciulle aristocratiche venivano maritate dalla famiglia in cambio di oro. Io sono una di quelle fanciulle".

"Tu sei solo pazza, Clarissa, pazza".
"Staremo a vedere chi è la pazza qui".
"Clarissa, ti prego, lasciaci andare e nessuno saprà niente. Ti curerò io".
"Non sono da curare io" urlò contro Liam.
"Ti decidi a morire tu?", lo prese a calci.
"Basta" gridò Helena "basta ti prego. Cosa vuoi? Farò tutto quello che vorrai, ma basta ti prego".
Si tappò la bocca con le mani mentre un altro conato di vomito raggiunse la sua bocca.

Clarissa stava infilando la chiave nel cancello quando qualcosa suonò in lontananza.
Tolse la chiare e si affrettò a raggiungere quel suono. Poco dopo si sentì la sua voce parlare mentre Helena vomitava di nuovo.

"Devi farti forza Helena, devi reagire e combattere", cercò di dirle l'altro prigioniero.
"Come posso vincere contro una pazza, una squilibrata? Anzi non è solo schizofrenica, ma anche posseduta, è posseduta dal demonio".
"Posseduta o no, rimane umana e puoi vincere, puoi farcela contro di lei. Fatti vedere debole ed arresa e poi all'ultimo scatena la tua ira. Pensa a tutto il dolore che ti ha fatto provare e combatti".

Combatti, combatti, combatti.
Quella unica parola girava nella sua testa prima di perdere i sensi, dal terrore.

Ti odio ma ti voglio - (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora