Epilogo

6.4K 360 80
                                    

Quella sera, fortunamente, nessuno corpo venne portato, fuori dalla cripta, dentro ad un sacco di plastica nero.

Liam venne trasportato d'urgenza in ospedale con un elicottero ed operato immediatamente. Aveva la milza spappolata, ma nonostante la perdita abbondante di sangue, riuscì a superare l'intervento.

Anche il padre di Helena se la cavò con dei punti sulla testa e tanto riposo.
Mark fece rinchiudere in un istituto psichiatrico Clarissa, dopo averla arrestata per tentato omicidio plurimo, pre-intenzionato.
Tessa non venne denunciata ma diede le dimissioni e lasciò l'azienda, prima del rientro di Helena, in quanto Amministratore delegato.

Il ricordo di quella notte è vivo più che mai dentro di lei, dentro di loro.
Uscì dalla cripta sulle sue gambe mentre tutto intorno a lei, si muoveva alla velocità della luce. Polizia, medici ed ambulanze. Due elicotteri illuminavano quel posto terrificante mentre una fitta pioggia scendeva leggera dal cielo.
Uscì e si immobilizzò, sotto quella pioggia. Aprì le mani per bagnarsi di quel balsamo naturale, lavando via il sangue. Inspirò l'odore fresco della natura, sentì il vento sulla pelle, guardò di nuovo le stelle.

Era viva.

E ringraziò per questo. Ringraziò sua madre, ringraziò Dio, e ringraziò l'uomo che la prese per mano.

***

"Helena? Helena? La palla!!" le urlò Josh, dalla piscina di casa sua.
La ragazza ritornò alla realtà, ed alzandosi dallo tavolino di vimini recuperò il pallone e lo lanciò alla squadra delle ragazze, Katy ed Erika, la nuova compagna di Josh.
"No cugina, non è giusto, la palla era nostra!", le disse Matt riprendendo posizione davanti alla rete per giocare a pallavolo.
Risate accompagnarono il punto segnato da Erika.

"Tutto ok?" le mormorò una voce sexy, calda ed invitante. Un ragazzo meraviglioso, un ancora di salvezza, il custode del suo cuore.
Lo guardò negli occhi, in quei splendidi occhi azzurri.
"Si, James, tutto bene", si aggiustò il braccialetto che gli aveva regalato e lo seguì al barbecue lanciando un'occhiata a suo padre, che stava dormendo tranquillo sul divano.
"Come vuoi la bistecca sorellina?", le chiese strizzando l'occhio, riportando entrambi al giorno del loro primo incontro.
"Scemo", gli rispose questa volta, prima di stringere forte quell'uomo, nato apposta per lei e baciarlo.

Un bacio fatto di promosse e di conferme.
La carne morbida delle labbra, sotto i denti affamati, la lingua bisognosa di sentire quel corpo caldo.
Un mormorio uscì da entrambe le bocche e guardandosi negli occhi, suggellarono la promessa di coccole calde e lussuriose che avrebbero donato e rubato, di nuovo, quella stessa notte.

"Ti amo Helena", le disse dandole una semplice carezza sul corpo. Ogni singolo contatto, anche banale, l'accendeva di desiderio, di puro desiderio.
Lo stesso desiderio che emanava quel ragazzo stupendo.
"Ti amo James", incastrò le dita nelle sue dove due anelli di oro bianco e giallo, risplendevano alla luce del tramonto.

"Io ti appartengo", le sussurrò all'orecchio baciandole i capelli e stringendola forte.
"No James, io ti appartengo", gli rispose.

Si strinsero forte in quell'abbraccio ed ammirarono il sole tramontare su Los Angeles.

*The end*

Ti odio ma ti voglio - (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora