Capitolo 8

1.5K 67 9
                                    

Gigì era sempre stata una ragazza particolare. Aveva cominciato ad appassionarsi al trucco intorno ai dodici anni e da allora non aveva più voluto rinunciare ad ombretti, mascara, rossetti, blush e a qualunque prodotto di makeup potesse migliorare la sua immagine.

D'altronde la ragazza aveva sempre considerato il suo aspetto esteriore come la sua caratteristica più importante, nonché l'unica cosa di lei che potesse essere realmente apprezzata dalla società. Non andava bene a scuola, non le piaceva studiare, era una frana negli sport, non aveva voglia di cercare e mantenere un lavoro fisso, usare il suo corpo sembrava l'unica soluzione che avrebbe potuto permetterle di ottenere l'indipendenza economica.

Per qualche tempo aveva provato a sfondare nel mondo dello spettacolo, ma, in generale, la sua personalità pungente e il suo aspetto a dir poco appariscente restituivano un'immagine di lei che veniva definita, dai vari agenti, come estremamente volgare e, dunque, inadatta ad essere presentata al grande pubblico.

Scoperti da giovanissima i piaceri del sesso, l'idea di vendere il corpo in cambio di cospicue somme di denaro era nata in lei quando aveva appena diciassette anni. Un direttore casting, all'epoca, le aveva offerto una piccola parte all'interno di uno show televisivo locale in cambio di un rapporto sessuale. Gigì aveva accettato il ricatto di buon grado, riuscendo così ad ottenere il ruolo. Il lavoro si era rivelato noioso e non aveva funto da tanto agognato trampolino di lancio, ma le modalità con cui l'aveva ottenuto erano riuscite ad appagarla ed avevano accesso in lei il desiderio di ripetere quell'esperienza.

La ragazza aveva pensato che, se il sesso poteva garantirle favori speciali, allora sarebbe stato anche in grado di procurarle somme di denaro di tutto rispetto. Era stato allora che aveva cominciato a prostituirsi. Inizialmente sceglieva clienti normali, che la pagavano poco, quel tanto che bastava per sopravvivere. Poi aveva capito come procacciare clienti ben più facoltosi, per poter guadagnare ben più che pochi spicci.

Negli anni aveva stravolto il suo look, rendendolo ancor più esagerato di quanto già non fosse. Aveva tinto i capelli di un biondo platino, caricandoli di lunghe e voluminose extensions. Aveva ridotto di molto la stoffa che usava per coprirsi, aumentando proporzionalmente l'altezza dei tacchi su cui camminava. Qualche anno dopo, quando aveva raccolto abbastanza denaro, si era rivolta ad uno dei migliori chirurghi del paese, affinché modificasse quelle parti di lei che non erano, a parere dei clienti, abbastanza erotiche.

La taglia del seno aveva subito un'impennata, passando da una timida terza ad una quinta esplosiva. Le labbra erano state pompate, diventando deliziosamente turgide. Persino il sedere era stato ritoccato, trasformandosi, con l'aiuto di due protesi, in un perfetto fondoschiena alla brasiliana.

La trasformazione fisica della ragazza le aveva così garantito una clientela ancor più ricca di quella che era riuscita ad accaparrarsi fino a quel momento. Le sue tariffe erano triplicate e con esse erano aumentate a dismisura anche le spese. Da sempre amante della bella vita, delle auto di lusso e degli abiti d'alta moda, Gigì aveva finalmente ottenuto la disponibilità economica per potersi permettere le spese più folli.

Lei ed Erika si erano incontrate ad una festa lussuosa, uno di quei party frequentati dall'alta società e che profumavano di soldi. Ad entrambe era stato chiesto di prendere parte all'evento nelle vesti di accompagnatrice del vecchio ricco e bavoso di turno. Durante la serata si erano ritrovate a chiacchierare, sorseggiando entrambe uno champagne fin troppo costoso.

Si erano trovate simpatiche da subito, nonostante le differenze che le separavano fossero numerose. Forse erano proprio le loro diversità che le avevano unite, forse i loro caratteri opposti riuscivano a compensarsi, incastrandosi alla perfezione come due pezzi di puzzle complementari. Le loro personalità scoppiettanti avevano legato immediatamente e da quel momento avevano cominciato ad uscire insieme, gettando le basi per una solida amicizia.

Tre anni dopo le due ragazze erano ancora inseparabili, più amiche che mai. Il loro lavoro di escort aveva aiutato ad unirle, tanto che spesso si scambiavano consigli utili per rimorchiare il cliente più ricco o per sedurre quello più potente e famoso. A volte avevano addirittura lavorato assieme.

Erika considerava Gigì come la sua compagna di avventure, forse un po' matta, forse a volte troppo esagerata nei modi, ma di certo la vedeva come un'amica speciale, con un gran cuore ed una dose smisurata di altruismo, celata sotto una corazza frivola e civettuola. Sapeva bene di poter contare su di lei per qualunque cosa, era da lei che andava a piangere, era a lei che raccontava dei suoi problemi, delle sue insicurezze, era certa che se mai avesse avuto bisogno di soldi, di una casa in cui stare o magari di una donazione di sangue, la bionda era la persona giusta a cui chiedere.

In fondo, benché avesse altri amici con cui parlare, sapeva che nessuno sarebbe mai stato all'altezza di Gigì.

La lingua biforcutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora