Capitolo 14

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- Ma è figo almeno? - una delle tipiche domande di Gigì.

- Sì, è molto carino. Ma ti sto dicendo un'altra cosa...

- E avete già scopato? - ed ecco giunta la seconda domanda tipica di Gigì. Erika sperò che, ora che aveva esaurito le sue frasi distintive, la sua amica l'avrebbe ascoltata con maggiore serietà.

- Gigì, siamo usciti solo una volta.

- E questo che c'entra? Non sai quante volte io ho fatto sesso al primo appuntamento.

- Gigì! Dai! Smettila di interrompermi!

La bionda sollevò un sopracciglio, spazientita. Un maggiordomo dall'espressione impassibile interruppe per un attimo la loro conversazione. L'uomo, dotato di un eccellente portamento, si avvicinò al simpatico tavolino di plastica bianca attorno al quale erano sedute le due ragazze, servendo loro due cocktail ornati da ombrellini colorati, prima di allontanarsi con altrettanta eleganza.

- Va bene, parla, ma almeno descrivilo come si deve 'sto Harry. - Gigì bevve una lunga sorsata, sistemando meglio la larga visiera del capello di paglia che indossava.

- Henry! E comunque, non c'è molto da dire. È alto, muscoloso, con gli occhi azzurri e i lineamenti forti. Tutto sommato è proprio figo. - le due amiche non riuscirono a fare a meno di ridere insieme. - Insomma, mi ha portato in un pub di quelli a buon mercato, ci crederesti? È stato fantastico, abbiamo parlato per tutta la sera e lui è stato sempre così raffinato ed educato. Ed è anche divertente. E un po' imbranato. Ha pure fatto rovesciare involontariamente il suo bicchiere. Fortuna che era quasi vuoto.

- In un pub a buon mercato? - l'espressione di Gigì si fece incredula, dimostrando che la procace ragazza aveva ignorato buona parte del discorso dell'amica.

- Ma mi stai ascoltando? - benché Erika non apprezzasse il comportamento della bionda, non riusciva ad assumere il tono arrabbiato che avrebbe voluto. In fondo, conosceva bene Gigì e sapeva con assoluta certezza che, per quanto potesse apparire superficiale, teneva molto a lei e voleva, senza dubbio alcuno, la sua felicità. Sapeva che le voleva bene.

- Ma almeno è ricco? - bevve un altro sorso, ancor più avido del precedente, quasi come se avesse fretta di ubriacarsi.

- Non lo so. Sai com'è... Al primo appuntamento di solito non si parla delle ultime buste paga.

- Ma che lavoro fa?

- Lavora con il padre, è il co-proprietario di un'agenzia pubblicitaria. Per questo si trovava da Luxury, doveva parlare con il direttore riguardo alla campagna per promuovere la nuova collezione. E sai, il suo colore preferito è il verde.

- Interessante... - l'ironia di Gigì si fece insolitamente affilata.

- E mi ha detto che una volta ha provato a fare windsurf ma è finito in acqua dopo una manciata di minuti e da allora non ci ha più riprovato. E mi ha detto pure che sa cucinare.

- Ti ha detto anche qualcosa degno di nota o è stato tutto un chiacchiericcio senza senso?

Erika gettò un'occhiata, in apparenza seria, all'amica e, dopo qualche secondo in cui aveva cercato di mostrarsi indispettita, le regalò un sorriso spontaneo. Normalmente, anche lei avrebbe dato le stesse risposte che Gigì le stava riservando in quel momento. Ma, a quanto pareva, quel timido ragazzo biondo era riuscito a conquistarla più di quanto avesse potuto immaginare, rendendola momentaneamente preda della stupidità da infatuazione.

- Allora, - l'escort platinata cambiò rapidamente discorso, virando verso argomenti che le interessavano maggiormente - possiamo smettere di parlare di questo fantomatico Henry per un secondo e concentrarci sulle cose serie? Sai di cosa parlo vero? Sai cosa succede fra poco più di una settimana, no?

- Lascia perdere Gigì - Erika capì immediatamente le intenzioni dell'amica - per quel giorno sono già impegnata.

- Lavoro?

- Più o meno. Sono con Davis, mi ha chiesto di andare a cena fuori per festeggiare. Magari ha qualche sorpresa in serbo per me.

- Davis il vecchio matto?

- Proprio lui. So che ha comprato un nuovo yacht, magari vuole regalarmelo. E non dirmi di non andare. - Erika sollevò un dito per zittire la bionda, che nel frattempo aveva appena aperto bocca nel vano tentativo di sollevare un'obiezione - Lo sai che Davis paga bene. Può comprarmi pure per tutto il mese, se vuole.

Gigì non ebbe altra alternativa che sbuffare ed accettare controvoglia quanto dettole dall'amica. Si alzò poi in piedi, sfilò il pareo trasparente che celava malamente un sedere messo in risalto da un costume troppo striminzito e si rivolse nuovamente ad Erika, invitandola a godere delle calde acque della piscina coperta. Lo squillo di un cellulare impedì alla escort mora di deliziarsi con il cloro della vasca.

- Chi è?

- Un cliente, devo rispondere.

- È uno nuovo? - le disse Gigì, ignorando, come al solito, le regole della buona educazione e sbirciando il nome che compariva sul display.

- Più o meno. È uno un po' strano.

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