- Che cosa devi dirmi? - Mark lo guardò distrattamente, preferendo dedicarsi al delizioso champagne che il padrone di casa aveva messo a disposizione dei suoi ospiti.
- Forse non dovrei... Però... Mark, credo che questa cosa la dovresti sapere.
Stavolta le parole del ragazzo riuscirono ad attirare la sua attenzione, grazie anche al tono serio con il quale erano state pronunciate.
- Mark, - riprese quel giovane dall'aspetto sbruffone - è per Paola. Senti, forse quello che ti sto per dire non ti piacerà, ma penso che tu lo debba sapere. Io ti conosco, forse non ci vediamo da un po', ma so che persona sei. E sono più che certo che tu sia all'oscuro di tutto. E sono anche certo che vuoi sapere. Vedi, un mio amico conosce Paola... E intendo che la conosce nel senso biblico del termine... Questo mio amico mi ha detto di aver trascorso del tempo con lei, in intimità... Insomma, l'ha pagata per fare sesso. Da quello che mi ha detto, credo che non sia nuova a questo tipo di cose.
Mark rimase a fissare Dominic in silenzio, con gli occhi sbarrati e con il volto dominato dalla sorpresa. Non riuscì a rispondere nulla, non riusciva a pensare a niente. O forse stava pensando a troppe cose contemporaneamente.
- Mark, lo so che forse queste frasi, dette proprio adesso, possono aver...
- Paola! - l'uomo lo interruppe bruscamente, dirigendosi di corsa verso il resto degli invitati, gridando quel nome fittizio per richiamare l'attenzione di Erika. - Paola! - un altro urlo riuscì a convincere la prostituta a voltarsi.
Un trafelato Dominic cercava di tenere il passo di Mark, tentando in ogni modo di calmarlo. Ironicamente, stava cercando di spegnere un incendio che lui stesso aveva appiccato.
- Paola, tesoro, - le disse non appena la raggiunse, mantenendo un tono di voce sorprendentemente calmo - il mio amico Dominic, qui, mi ha appena detto che sei una puttana.
Calò il gelo. Il chiacchiericcio che aveva invaso l'aria fino ad un secondo prima si arrestò improvvisamente. Le risate allegre e spensierate dei presenti si trasformarono in sorrisi pietrificati dall'imbarazzo.
- Cosa? - fu tutto quello che Erika riuscì a dire, mentre Dominic cercava le parole giuste per ricostruire la tranquillità appena perduta.
- Sì, mi sta dicendo che sei una troia, una zoccola, una prostituta, dillo come ti pare. E non intende in maniera figurata. Sta proprio dicendo che tu prendi specifiche quantità di denaro da uomini sconosciuti per scoparteli! - ogni parola che pronunciava contribuiva a far alzare il suo tono di voce, così che, alla fine di quel breve discorso, si ritrovò ad urlare in preda alla rabbia.
- Mark, - Dominic provò a calmarlo - credo che dovresti...
- Credo che dovrei andarmene! - lo interruppe - Credo che dovremmo andarcene! - disse poi, rivolto ad Erika - Siamo rimasti anche troppo a lungo.
*****
Il viaggio di ritorno fu, se possibile, ancor più silenzioso dell'andata. Né Mark né Erika avevano la minima voglia di rompere quell'imbarazzo fatto di parole taciute.
- Mi dispiace. - fu lui a parlare per primo, dopo aver guidato per una ventina di minuti immerso nel silenzio più assoluto. Sembrava calmo e appariva sinceramente rammaricato per quanto successo, benché stesse cercando di celare con cura ogni emozione scomoda.
- Figurati... Ma che ti è preso?
- Lo conosci? - ignorò la domanda, rivolgendone un'altra, particolarmente ermetica, alla ragazza.
- Sì, - Erika capì subito dove il suo cliente voleva andare a parare - è venuto da me un paio di mesi fa. Ci siamo visti solo una volta, poi non mi ha più contattata. Non credevo che mi avesse riconosciuta.
- Mi ha detto che era stato un suo amico a venire a letto con te.
- Certo, come no! - rise lei - Dicono tutti così. - fece una breve pausa prima di riprendere a parlare - Allora, chi è Paola?
La voce della ragazza risuonava dolce e rassicurante, come se, qualunque fosse stata la risposta, lei sarebbe stata comprensiva. Lei avrebbe capito. Mark attese qualche istante prima di risponderle. Forse era lui a non capire.
- È la mia compagna. Ci sposiamo tra due mesi. Il gruppo di amici che c'era al brunch non la conosceva ancora, mi avevano chiesto tante volte di presentargliela prima del matrimonio.
- E quindi tu hai pensato fosse una buona idea presentare me al posto suo?
- Volevo presentare loro qualcuno di più attraente, di più carismatico.
- E dunque loro sono invitati al matrimonio, giusto?
- Già.
- Perciò, anche se nessuno mi avesse riconosciuta al brunch, il giorno delle nozze avrebbero visto la vera Paola, che ovviamente non sono io.
- Sì.
- E avrebbero capito subito che gli hai raccontato una balla colossale.
Mark si voltò verso la ragazza, sollevando pigramente le spalle.
- Forse non era una buona idea. - le disse.
- No, Mark! - per la prima volta, da quando l'aveva conosciuta, Erika alzò la voce, indispettita dall'incapacità di valutare le conseguenze di cui era dotato il suo cliente - Mischiare latte e aranciata non è una buona idea! Questa è la cosa più stupida che io abbia mai sentito! È come infilare due dita nella presa di corrente! Ma si può sapere come ti è venuto in mente? Come hai potuto anche lontanamente pensare che un piano così idiota avrebbe funzionato?
L'uomo non rispose. In fondo, quella ragazza imbrociata aveva perfettamente ragione e lui ne era ben consapevole. Non c'era nient'altro che avrebbe potuto dire per giustificarsi.
- E comunque quel Dominic è un idiota. - aggiunse lei - Voglio dire, quale persona sana di mente andrebbe a dire ad un amico che la donna che sta per sposare è una prostituta?
- Sì, è un mezzo stronzo.
- No, è tutto stronzo.
A quella risposta, le labbra di Mark si incurvarono a formare un mezzo sorriso.
- Dici che ha capito che ho raccontato una balla? - le chiese.
L'unica risposta che Erika gli diede fu rappresentata da un'alzata di spalle e da un'occhiata lanciata da un paio di innocenti occhi verdi.
Non sembrava più arrabbiata.
In fondo, forse, aveva capito qualcosa di Mark che lui stesso non avrebbe mai compreso.
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La lingua biforcuta
RomanceCopertina realizzata da @GiveMe_Love07 Erika è una squillo di lusso cinica e disillusa, con una peculiare caratteristica che la contraddistingue: la lingua biforcuta. Vive costantemente con i piedi per terra, affiancando al suo disarmante realismo u...