Dopo una lunga doccia, Erika cosparse ogni singolo centimetro quadrato della sua pelle di crema profumata, per idratarla adeguatamente. Scelse con cura la biancheria intima da indossare, selezionandone meticolosamente colore e modello. Infine scivolò dentro un sensuale vestito nero, dalla morbida gonna, lunga fino ai piedi, e dotato di uno scollo a cuore adornato da numerosi cristalli trasparenti, disposti secondo uno schema decorativo ben preciso.
Sollevò con pazienza ogni singola ciocca dei suoi capelli, fissandola con qualche forcina e un po' di lacca, finché non riuscì a creare un'elaborata acconciatura fintamente disordinata. Segnò i suoi occhi con linee nere e fece risaltare le sue iridi verdi con ombretti dai toni caldi. Un pennello tinto di un rosso scarlatto le accarezzò le labbra, colorandole di vita al suo passaggio.
Esaltò il suo fascino con un paio di orecchini pendenti, troppo vistosi per passare inosservati, troppo insignificanti per eguagliare la sua bellezza. Una cascata di perline dorate, dalla forma allungata, le rivestì il collo nudo, fermandosi poco al di sopra del seno che, in questo modo, era messo in evidenza, senza però, sorprendentemente, mostrare segni di volgarità.
Una pochette color oro prese posto nella sua mano destra, accogliendo, al suo interno, ben pochi oggetti. Il portafogli non era fra questi. Una giacca nera si posò sulle sue spalle, avvolgendola come un romantico abbraccio.
Le ultime ad unirsi a quel look sofisticato e, forse, eccessivamente elegante, furono un paio di décolleté nere scamosciate, dotate di un tacco troppo alto per poterle indossare prima.
La prostituta diede un'occhiata finale allo specchio, sorridendo timidamente alla meravigliosa dea che si trovò davanti, poi uscì di casa, avviandosi in direzione di una limousine nera dall'aspetto lussuoso, parcheggiata proprio davanti al cancello d'ingresso.
L'uomo che trovò all'interno del costoso veicolo indossava un sobrio smoking nero, che celava fin troppo bene un fisico asciutto e muscoloso, atipico per un uomo della sua età che, fino a qualche anno prima, prendeva l'ascensore per non affrontare neppure una dozzina di scalini. I capelli brizzolati erano pettinati all'indietro, cosparsi di una quantità appena visibile di gel, nel tentativo di mostrarsi giovanili e alla moda.
- Bellissima come sempre. - le disse.
- Banale come sempre, Charlie. - rispose lei con un sorriso.
Una semplice parola dell'uomo bastò a convincere l'autista a mettere in moto la limousine.
- Allora, posso sapere dove andiamo o deve essere una delle tue solite sorprese?
Charlie la guardò con un sorriso malizioso.Gli occhi di quel misterioso cavaliere dai capelli ingrigiti dal tempo scivolarono sul corpo di Erika.
- Che dire... C'è un motivo se ti ho fatto vestire con così tanta eleganza. - le rispose con voce roca.
Il motivo, effettivamente, c'era davvero ed aveva anche un nome: La Tour d'Argent. Charlie aveva deciso di far cenare Erika in uno dei ristoranti più lussuosi dell'intera città, all'interno del quale erano ammessi solo clienti in abito elegante. L'aria che si respirava fra i tavoli in legno pregiato, ricoperti da tovaglie damascate e decorati da un numero imprecisato di posate d'argento, aveva il profumo del denaro. Camerieri fin troppo professionali scivolavano rapidi e silenziosi lungo la sala, ascoltando quasi amorevolmente le ordinazioni dei clienti, afferrando giacche e scialli, per poi scortarli all'interno del guardaroba, e, naturalmente, caricando le loro braccia di piatti e vassoi, su cui erano adagiate portate costose, servite in porzioni ridotte.
Dopo aver consegnato ad uno dei membri del personale la giacchetta che le proteggeva le spalle, Erika si diresse ondeggiando verso uno dei tavoli più ambiti del locale, appositamente prenotato da Charlie. Lasciò che la lunga gonna del suo abito sfiorasse con eleganza la superficie della sedia, poi vi si adagiò morbidamente sopra, sorridendo all'uomo brizzolato che si posizionò di fronte a lei.
- Devi aver speso una fortuna. - l'ironia la avvolse.
- Per te questo ed altro! Non capita tutti i giorni di compiere venticinque anni, giusto?
Erika adorava le banali ovvietà che la mente di Charlie Davis era in grado di di partorire. Quell'uomo non faceva altro che riempirla di complimenti insipidi e di ricoprirla di regali costosi che, al di là del loro valore economico, difficilmente erano in grado di stupirla. La cosa che più la faceva sorridere era il modo in cui Charlie era capace di credersi una spanna sopra gli altri clienti della prostituta, benché la realtà fosse decisamente diversa da come il milionario si immaginava.
- Mia cara... - le disse, quasi con un sospiro - Mi ero ripromesso di attendere fino alla fine della cena per consegnarti il tuo regalo. Ma sono troppo impaziente e credo che il tuo collo meriti qualcosa di un po' più prezioso di quella sciocca collanina. - indicò con un movimento appena percettibile la ricca cascata di perline che ricopriva il petto di Erika. - Mi piacerebbe che tu accettassi questo... -
Un cameriere, richiamato da una forza misteriosa, si avvicinò al tavolo, come un cane si avvicina al padrone dopo aver sentito l'inaudibile canto di un fischietto ad ultrasuoni. Con delicatezza poggiò sul tavolo, vicino ad Erika, un astuccio di velluto blu di forma quadrata, per poi allontanarsi ancor più silenzioso di come era giunto.
La bella mora lanciò un malizioso sguardo d'intesa al milionario, poi sfiorò con i polpastrelli il morbido velluto che ricopriva quell'anonima confezione. Quando la aprì, una luce, emanata da decine di diamanti, le investì il viso e fece a gara con la luminosa brillantezza del suo sorriso. Uno splendido collier la guardava maestoso, facendo sfoggio di tutta la sua eleganza e ricordando, ad ogni luccichio, il suo impensabile costo.
- Charlie, non avresti dovuto! - finse con maestria.
- Sono certo che al tuo collo starà benissimo, anche se non potrà mai eguagliare la tua bellezza. Tanti auguri, mia meravigliosa regina.
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La lingua biforcuta
RomanceCopertina realizzata da @GiveMe_Love07 Erika è una squillo di lusso cinica e disillusa, con una peculiare caratteristica che la contraddistingue: la lingua biforcuta. Vive costantemente con i piedi per terra, affiancando al suo disarmante realismo u...