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"Mi dispiace, ti ho creato solo dei problemi... " mi disse con in mano il suo borsone da viaggio.

"Sono io che li ho creati a te e adesso non potrò mantenere la mia promessa... mi dispiace..."

"Tranquillo, posso badare a me stesso! Tu piuttosto cerca di rimanere tutto intero!"

Annuii con la testa.

"Prima che tu vada, volevo ringraziarti, perché ieri mi sono sentito per un attimo a casa, finalmente libero dall'incubo che è questa guerra... " - in quell'istante lo fissai negli occhi e aggiunsi - "Louis... devi stare attento, capito?"

"Sì, lo farò, non preoccuparti per me... " - mi porse la mano - "allora, arrivederci..."

Gliela strinsi tirandolo verso di me, ignorando gli sguardi confusi dei nostri amici, e gli sussurrai velocemente all'orecchio:

"Ci rivedremo di nuovo Tomlinson, ... arrivederci"

"Ne sono certo!"

Avevo gli occhi lucidi e avevo il presentimento che sarei scoppiato in lacrime. Abbassai lo sguardo, mentre lui veniva accompagnato dal suo nuovo generale verso il suo gruppo, e se ne andò.

Mi aveva lasciato in mano una collanina con un piccolo ciondolo. Credo fosse il suo portafortuna: una rosa dei venti con i punti cardinali in evidenza.

Lontano da occhi indiscreti la misi al collo e ancora oggi la porto con me.


Passò circa un mese da quando ci separammo. La sua mancanza si faceva sentire. Di solito, la sera, cercava di risollevare gli animi di tutti con qualche battuta o con una canzone. La sua spontaneità ci regalava allegria ed era contagiosa, anche se non era proprio la situazione più adatta per gioire.

E quando arrivava la luna, prima di addormentarmi, sentivo che ormai l'atmosfera non era più la stessa.

Verso la fine di Aprile, continuavo a sentirne la mancanza, mi mancava tantissimo, quasi in modo ossessivo. Speravo con tutto il cuore di poterlo rivedere, anche solo per un secondo. Il peso di ciò che provavo e l'urgenza di riabbracciarlo mi distraeva continuamente.

Ero indifferente a tutto ciò che mi dicevano i miei compagni, assolutamente assente. Capitava anche quando ci dovevano assegnare degli incarichi: non riuscivo ad ascoltare e facevo finta di aver capito tutto.


Mi sentivo un idiota.


Mi sarei dovuto concentrare su quello che mi stava succedendo intorno e invece pensavo a come sarebbe andata se fossi stato meno indifferente e dubbioso con le mie emozioni.

You're my wind roseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora