Stavamo perdendo tanti compagni e vederli morire era già una sconfitta per me.
Ciò che mise a dura prova il mio cuore fu quando anche Matt e Tommy morirono: piansi per giorni, erano i miei migliori amici e se non fosse stato per Louis, mi sarei fatto uccidere subito dal primo tedesco che avessi incontrato. Mi portai sulle spalle la responsabilità di raccontarlo alle famiglie. Con quale faccia poi? Non ce la facevo più. Spazzati via da una granata e nessun resto da poter seppellire con i dovuti onori. Per me fu straziante, facevo fatica anche a prendere sonno. Non sopportavo più quella sensazione di sollievo per essere rimasto vivo e il rammarico per quelle due persone che avevano riempito la mia vita dall'infanzia.
Ricordo di aver urlato tantissimo quando seppi la notizia. Stavamo a Lille, una modesta città francese, in mezzo a detriti e macerie di case ed edifici, un vero disastro. Mentre cercavamo di aiutare i civili rimasti feriti, uno dei miei compagni corse da me e, tra il fiatone e l'incredulità per l'accaduto, mi spiegò tutto: "Harry, i gruppi dove c'erano i tuoi amici sono stati attaccati stanotte, la notizia è arrivata poco fa, non è sopravvissuto nessuno, i tedeschi avevano sotterrato delle mine...mi dispiace" disse.
Quelle parole erano una lama a doppio taglio e mi resero emotivamente distrutto. Avrei voluto tirare un pugno contro un muro e più volte cercarono di trattenermi, fino a farmi accasciare a terra, sconfitto dalla disperazione e piangente.
La mia positività allora non era poi così promettente.
Matt era quello dalle mille risorse, gestiva perfettamente i problemi e le difficoltà che incontrava, si impegnava al massimo per la sua famiglia e non sorprendeva mai il fatto che, se si innamorava, non pensasse mai due volte prima di offrire una cena ad una ragazza. Era molto sicuro di sé, non aveva paura, o meglio, aveva più timore di lasciarsi sfuggire le occasioni. L'unica volta in cui si spaventò a morte (e non solo lui) fu quando la trebbiatrice di suo padre lo stava per investire, ma questa è un'altra storia.
Tommy invece lo ricorderò sempre per quello che si faceva condizionare dalle sue ansie e preoccupazioni, ma che aveva sempre un consiglio da darti se ne avevi bisogno. Le donne impazzivano per la sua timidezza tanto che pensammo lo facesse apposta, proprio per attirare l'attenzione, non a caso era anche molto furbo.
Poi c'ero io che ero un misto tra i due. Adoravo la loro compagnia, c'era sempre molta sintonia tra di noi ed eravamo capaci di far infuriare mezza città se avevamo voglia di fare qualche scherzo.
Ci avevano trovato anche un nome, che non ci dispiaceva affatto perché alla fine ci rappresentava: i "troublemakers". Incredibile quanti disastri avevamo fatto, ci piaceva principalmente distruggere le cose: una volta riuscimmo a bloccare un'intera produzione di latte e formaggio, oppure riuscimmo a far scappare tutte le galline di un pollaio dopo esserci finiti in pieno con un trattore...preso in prestito.
Non potevo credere che il nostro trio si fosse sciolto così, senza neanche un saluto, una pacca sulla spalla o un abbraccio. Eravamo inseparabili.
Rifiutavo il cibo e mi distraevo di continuo, per me non fu un periodo facile e l'idea di tornare senza loro due peggiorava solo le cose. Ero deluso da me stesso perché non ero stato in grado di occuparmi di loro al meglio e furioso perché quella non era proprio la fine che dovevano fare.
Volevo rimanessimo sempre insieme anche quando avremmo avuto le nostre rispettive famiglie, non avevo mai pensato che ci saremmo potuti separare, non era nemmeno tra i miei pensieri più assurdi.
Avrei tanto voluto avere una loro foto o una in cui eravamo tutti e tre ubriachi, almeno vedendola mi sarei messo a ridere, invece di piangere.
Non li scorderò mai.
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You're my wind rose
FanfictionQuesta è la storia di un giovane ragazzo che, nel lontano 1939, era stato chiamato alle armi. Durante la guerra, scoprì se stesso e una realtà a lui completamente nuova. All'età di ventisei anni, documentò tutta la sua esperienza e i suoi pensie...