Non potevo ancora camminare, sebbene mi avessero messo tanti punti e la ferita si fosse quasi rimarginata, appena poggiavo il piede a terra un dolore lancinante bloccava tutte le mie azioni. Avevo visto tanti infermi con gambe ingessate, bracci rotti e bende su tutto il corpo: c'erano alcuni con bruciature gravissime che non sarebbero guariti facilmente e la loro pelle deturpata era troppo esposta ai batteri. Finiva che, dopo qualche crisi epilettica, rimanevano scottati, con la bava alla bocca e lo sguardo rivolto verso l'alto. Si andava avanti a morfina lì dentro, nei punti di ritrovo per feriti.
Era inutile illudersi, non era per niente facile curare tutti. Sembravano morti in vita ancora per poco, ed io mi sentivo fortunato perché io stavo sicuramente meglio rispetto a loro.
Mi passavano davanti tante di quelle siringhe e di quelle sacche di sangue che facevo finta di dormire per non vederle e per cercare di non sentire le grida di chi aveva urgentemente bisogno di aiuto.
Sapete, i sogni a volte sono meglio di una medicina.
Quante notti insonne ho passato con quelle esplosioni nelle orecchie, le urla, i pianti, la fame, la miseria sui volti di sconosciuti che sentivo di conoscere da sempre, come fossero fratelli. Tanti fratelli con un solo scopo: quello di sopravvivere.
Non fu facile fare finta di niente, anzi non è ancora facile. Pensare di valere una medaglia di riconoscimento per il "dovuto sostegno alla bandiera inglese", mi faceva sentire ancora più sporco dentro. Non la meritavo affatto, non meritavo di tornare, l'ho sempre detto e sempre lo ripeterò.
Come se non bastasse le domande che ancora mi pongono i miei parenti mi mettono sempre più pressione e a disagio: cosa dovrei dire? Dovrei parlare di Louis? Quella buon'anima che mi aveva protetto senza alcun obbligo scritto: giurerei di averlo sognato, quell'angelo protettore, se il tempo trascorso con lui non fosse stato così indescrivibilmente reale! Forse avrei dovuto parlarne, dovevo raccontare, ma in che modo? Con quali scuse? Scuse di cosa poi?? Louis c'è stato nel momento peggiore della mia vita e non riuscirò mai a ringraziarlo abbastanza.
Sì, lo ammetto, ho avuto dubbi su chi fosse veramente, cosa volesse da me e se stesse soltanto scherzando con i miei sentimenti, ma credete che davvero mi sarei dovuti attaccare a simili pensieri? No, categoricamente no!
Conoscevo Louis per quello che è stato, per quello che ho potuto conoscere di lui. Ma faceva terribilmente male non poterne parlare con qualcuno, tacere su di lui mi stava facendo impazzire e dovevo rimediare: ecco perché scrivo. Vorrei che la mia storia venga conosciuta, non importa da chi e come, desidero che sia un ricordo per i miei posteri.
Perdonatemi se la verità che sto raccontando sia troppo amara, non era mia intenzione, ma per me questo è l'unico modo per liberarmi da tutto questo insano desiderio di parlare.
Non si può sapere cosa ci riserva il futuro, non puoi scommettere o provare a indovinare, non puoi giocarci a carte o programmare dei piani di circostanza quando ti fa comodo, perché prima o poi ci sarà qualcuno a cambiare i tuoi piani, a renderti instabile e a farti girare la testa.
Per questo, due sono le opzioni: o lo prendi a schiaffi o lo baci.
E io l'ho baciato.

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You're my wind rose
Fiksi PenggemarQuesta è la storia di un giovane ragazzo che, nel lontano 1939, era stato chiamato alle armi. Durante la guerra, scoprì se stesso e una realtà a lui completamente nuova. All'età di ventisei anni, documentò tutta la sua esperienza e i suoi pensie...