Così, se ne andò.
Dal ventre di quella galleria, sentivo isolati la confusione che c'era di sopra e l'ansia che intanto mi camminava intorno, come fosse una canaglia, prendendomi in giro.
Stavo soffocando con i miei pensieri pessimistici, non volevo accettare il fatto di essere rimasto lì, nonostante tutto non avevo certezze che potessi salvarmi lo stesso.
Perché non era rimasto con me?
Perché m'impedì di seguirlo?Io lo volevo soltanto aiutare.
Ronzavano i me quegli interrogativi, così banali, ma indispensabili a giustificare quella mia vigliaccheria quasi non voluta.
Partirono dei fischi e poi dei rumori violenti. Morivo dalla voglia di uscire ma, particolarmente combattuto e indeciso sul da fare, ero tenuto in ostaggio dalla paura.
Piangevo; urlavo; camminavo avanti e indietro, ma non mi sentiva nessuno.
Forse Louis aveva ragione, ero veramente al sicuro, ma pensate ciò che volete di me, io non lo avrei mai deluso: così rimasi altri venti minuti seduto per terra, sul fango umido con qualche foglia secca, ad aspettare che calasse il silenzio.
Quei minuti, infatti, bastarono a far cessare tutto. Non sentivo più niente, ormai la battaglia stava andando avanti da tre ore o giù di lì, e mi avvicinai all'uscita. Sbirciai dallo spiraglio di luce che mi stava abbagliando, il pulviscolo riempiva l'aria e il pallido sole intanto albeggiava, mentre scendeva anche qualche goccia di pioggia a riempire le pozzanghere che incontravo camminando.
Istintivamente volevo scappare, iniziare a correre, a fuggire sì...ma dove?
Le strade ormai si confondevano tra le macerie e il posto era un cimitero di cadaveri: facevano impressione e avevo i brividi.Vomitai appena vidi il braccio staccato di qualcuno, non osando immaginare dove fosse andato a finire il resto del corpo. Ne riconobbi solo pochi di quelli che conoscevo: fucilati o peggio, mutilati. Ma cosa avevano fatto di male per meritarsi questo, pensai.
A cosa serviva quella strage?La pioggia lavava il sangue e lo strato leggero di nebbia rendeva mistico quel luogo.
Incontrai dei soldati inglesi sopravvissuti e man mano che camminavamo, ne cercavamo di altri.
Tante barelle mi sfrecciavano davanti con i soldati che o erano svenuti o si lamentavano per le troppe ferite: riconobbi il ragazzo del crocefisso che aveva un profondo taglio alla gola, non seppi mai se ce l'avesse fatta, ma ricordo la compassione negli occhi del medico che lo stava curando, spaesato anche lui dalla velocità e dalla fretta del tempo che non stava risparmiando nessuno.Mi sentii così miracolato in quel momento e non era giusto!
Proseguivo scettico, perché tutta quella confusione mi stupiva sempre di più, e tra un passo e l'altro, all'improvviso mi fermai...

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You're my wind rose
FanfictionQuesta è la storia di un giovane ragazzo che, nel lontano 1939, era stato chiamato alle armi. Durante la guerra, scoprì se stesso e una realtà a lui completamente nuova. All'età di ventisei anni, documentò tutta la sua esperienza e i suoi pensie...