Questa è la storia di un giovane ragazzo che, nel lontano 1939, era stato chiamato alle armi.
Durante la guerra, scoprì se stesso e una realtà a lui completamente nuova.
All'età di ventisei anni, documentò tutta la sua esperienza e i suoi pensie...
"Ti prego Harry..." "Rimango qui, non preoccuparti, sono qui vicino a te..."
Gli accarezzai il volto: era pallido e stanco, con la barba poco curata e gli occhi vitrei che mi sembravano trasparenti. Difficile capire cosa stesse pensando, aveva lo sguardo perso nel mio, anzi forse non mi vedeva nemmeno.
"Sai, quando ero piccolo, ero un bambino davvero vivace, credevo di essere un supereroe e allora provavo in tutti i modi a fare colpo su mia madre...volevo dimostrarle che non aveva bisogno di un marito nella sua vita, perché ci sarei sempre stato io a proteggerla, ad ogni costo..." - rise e la sua risata mi fece sorridere - "...ma alla fine era lei che mi proteggeva sempre: ero molto maldestro e finivo tutte le volte con ginocchia sbucciate, lividi e graffi, e invece di sgridarmi lei, mentre piangevo, mi medicava e poi mi accarezzava la guancia..." - "mi hai ricordato lei adesso, era da tanto che non sentivo questa sensazione...grazie"
"La vedrai per davvero e l'abbraccerai di nuovo, te lo prometto!" Il suo sorriso non era più così fiducioso, sembrava quasi volermi zittire.
"Mi piacciono i tuoi capelli..." Disse ad un certo punto "Avresti dovuto vederli tempo fa, quando li avevo lunghi, all'altezza delle spalle" "Ah, una vera principessa!" "Smettila! Possibile che tu non riesca a non fare battute? Ahahaha" "No, io sono fatto così, mi piace sdrammatizzare hahaha" disse regalandomi il suo sorriso
"Sei proprio un esibizionista! Forza smettila di far finta di stare male, dai alzati..." "Non ci riesco..." "Ma dai su, mettici un pò di impegno!"
"Harry..." "Dimmi" "Non so cosa provi per me, ma io senza di te non sarei resistito neanche un giorno. Finalmente con te non mi sono dovuto nascondere da ciò che sono veramente e che non potevo mostrare alla mia famiglia, sono finalmente me stesso. La libertà costa tanto, però, caro Styles..." - "Sarò sempre al tuo fianco, ma tu devi solo promettermi che non mi dimenticherai..." "Ma che stai dicendo Louis?" "Io non mi pento di quello che ho passato con te, non riesco neanche a esprimere la gioia che provo nell'averti conosciuto..." Quella mia incredulità davanti alle sue parole, mi faceva sentire uno stupido.
"La mia famiglia si trova a Doncaster, per favore va a trovarli, mi sarebbe tanto piaciuto presentarti alle mie sorelline. Chiedi della signora Johannah" "Lo farò, te lo giuro!"
Con le sue ultime forze si avvicinò a me tremante e mi regalò un bacio salato dalle sue stesse lacrime. Mi resi conto che quello era il momento che stavo aspettando, da troppo ormai, il momento giusto per ricambiare i suoi sentimenti e per dirgli finalmente anche io:
"Ti amo"
Non capivo bene il motivo dell'aver tardato a lungo per dire una cosa del genere. Forse avevo paura di essere rifiutato, o forse avevo paura di essere ricambiato. Per questo quando fu lui il primo a dirmi queste cinque lettere, mi bloccai, perchè io per la prima volta riuscivo ad amare. Sì, ad amare qualcuno che mi amasse davvero. Lo dissi appena in tempo.
Rimase con lo sguardo fisso verso il cielo sfocato dalle nuvole e il desiderio di pietà sul volto...
Lo coprii con il mio cappotto di panno, e non mi importava se sentivo freddo, lui ne aveva più bisogno. Non ricordo se urlai, forse no, credo di aver pianto, eppure ricordo per certo di non aver capito sin da subito che il cielo avesse appena rubato i suoi occhi.
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