Capitolo 42

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Quando Calum mi ha detto che tutto il loro liceo ci stava aspettando, non credevo di doverlo prendere alla lettera e mi sbagliavo di grosso: ogni studente presente nei corridoi si volta al nostro passaggio e non distoglie lo sguardo prima di dieci secondi buoni.

"Va bene che sono bellissimo, ma così mi consumano."

"Giardina, di sicuro sei incredibilmente modesto, fattelo dire," commento e Leonardo mi rivolge una linguaccia.

Uno sbuffo attira la nostra attenzione e ci voltiamo tutti verso Luke, che arriccia le labbra in un broncio. "Dovreste smettere di parlare in italiano ed escluderci."

Veronica scoppia a ridere e lo abbraccia, non facendo altro che attirare maggiormente l'attenzione dell'intero liceo.

"Stavamo solo discutendo dell'incredibile discrezione che sanno usare i vostri connazionali per fissare la gente," dico, ironica, scatenando le risate della mia migliore amica e di Leonardo.

"Ti infastidisce il fatto che non ci stacchino gli occhi di dosso?" chiede Calum, con un sorrisetto, ma non faccio in tempo a rispondergli. "Adesso sarà anche peggio."

Lo guardo interrogativa, ma lui mi prende in braccio e mi posiziona sulla sua spalla come un sacco di patate. Non riesco a trattenere un urlo acuto che diverte tutta la nostra combriccola.

"Bel culo, Sara!" commenta Michael, con un fischio.

Vorrei rivolgergli un bel medio, ma Calum mi dà una leggera pacca sul sedere che mi fa arrossire dalla testa ai piedi e spalancare la bocca dalla sorpresa.

"Concordo," dice poi, prima di iniziare a correre per il corridoio come un vero idiota, facendomi rischiare di cadere dalla sua spalla.

"Calum!" urlo, aggrappandomi come meglio posso alla sua schiena, ma lui non fa altro che ridere e continuare a correre. "Mettimi giù, per piacere."

"Uhm, credo che non lo farò," risponde, prima che la sua mano si avvicini di nuovo al mio fondoschiena. Questa volta, però, il suo tocco è talmente delicato da sembrare più che altro dovuto a un desiderio di assicurarmi per bene al suo corpo, così che non possa cadere in alcun modo. Questo pensiero mi fa sorridere e Calum nota ben presto il mio improvviso silenzio. "Come mai non dici più nulla, principessa?"

Sto per rispondere, quando dei lievi colpi di tosse catturano la nostra attenzione. Calum mi fa improvvisamente scendere dalle sue spalle e io sono certa che ci ha messi nei guai con il preside del suo liceo, finché non incontro lo sguardo di una ragazza dai capelli castani, la pelle semplicemente perfetta e il fisico da fotomodella.

"Quindi è questa l'italiana per cui mi hai scaricata, dico bene?"

Ovviamente, con la fortuna che mi ritrovo non potevo che incontrare quella strega di Jade. Ed è dannatamente bella, porca miseria. Peccato che sia vestita come se fosse pronta per andare a battere i marciapiedi.

"Jade, quante volte dovrò dirti che ci siamo lasciati semplicemente perché non provo nulla per te?" ribatte Calum, visibilmente innervosito dalla presenza della sua ex ragazza e dal suo comportamento strafottente, ma lei non lo considera affatto, fissando il suo sguardo su di me.

"Non provi più nulla per me perché lei si è messa in mezzo," risponde Jade, sempre con gli occhi fissi nei miei. Sembra che mi stia studiando e io mi rendo conto che abbiamo ancora una questione in sospeso dopo quei famosi messaggi. "Dimmi, stronzetta, come ci si sente a rubare il fidanzato a qualcuno? Quelle come te si chiamano 'gatte morte' dalle mie parti."

Solo ora capisco cosa dovesse provare Ashton quando quell'idiota di Marco ha detto certe cose su Veronica, perché attraverso i messaggi la voglia di strapparle tutti i capelli non era così intensa.

"Ma come diamine ti permetti?!"

Mi scaglio contro di lei con l'intento di mantenere la mia promessa di renderla pelata, ma Calum non me lo permette, bloccandomi per la vita.

"Sara, non ne vale la pena, davvero. Non dare peso a ciò che dice."

Tuttavia, non posso semplicemente fare finta di non aver sentito.

"Senti, stronzetta, Calum non è un oggetto di tua proprietà o di chiunque altro ed è abbastanza intelligente da capire che sei una persona orribile, senza bisogno che io glielo faccia notare."

Mi rendo conto di avere alzato un po' troppo il tono di voce quando gli sguardi degli altri studenti diventano più insistenti di prima, sempre se possibile, e Calum mi stringe ancora di più a sé. Sento il suo petto sulla mia schiena e mi ripeto che non è proprio il momento di arrossire ed iperventilare.

"Sei proprio una-"

"Non ti azzardare a insultarla, Jade," la interrompe Calum, il tono di voce serio come mai prima.

La ragazza rimane in silenzio, ma io non ho ancora finito con lei.

"Quelle come te si chiamano troie in tutto il mondo, dolcezza," le dico, prima che Calum mi trascini via, insegnandole una piccola parola in italiano. "Avevo altre cose da dirle," mi lamento, quando ormai siamo abbastanza lontani.

Calum scoppia a ridere, per poi spostare una ciocca dei miei capelli dietro il mio orecchio.

"Posso sapere il significato di quella parola?" chiede poi, ma io scuoto la testa, lasciandomi sfuggire una risata. "Devo chiederlo a Veronica?"

"Fai pure, tanto sarebbe troppo occupata a ridere per risponderti."

Calum sbuffa, per poi ricominciare a trascinarmi per il corridoio del suo liceo, mentre il mio cellulare vibra nella tasca dei jeans. Per qualche motivo, non sono molto stupita dal mittente e dal messaggio stesso.

Jade: non è finita qui, gatta morta.

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