Capitolo 13

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La mia camera in questo momento è un vero disastro: le ante dell'armadio sono spalancate, i vestiti sono sparsi ovunque sul pavimento e sul letto e, tra l'altro, le lenzuola sono ancora disfatte. Se dovesse entrare mia mamma temo proprio che le verrebbe un infarto, per questo mi sono assicurata di chiudere per bene a chiave la porta, anche se in questo modo nella stanza entra ancora meno aria e mi sento davvero soffocare. Dannato vestito che non riesco a trovare!

Ormai del tutto sfinita e demotivata, affondo direttamente la testa nell'armadio, in mezzo agli omini con i giubbotti, e lascio che dalle mie labbra sfugga un piccolo lamento, quando il solito trillo proveniente dal mio cellulare mi distrae. Supero con non poche difficoltà le immense pile di vestiti ammucchiate sul pavimento, quasi come in una corsa ad ostacoli, e raggiungo la scrivania, esattamente dalla parte opposta della camera rispetto all'armadio. Una volta arrivata, però, mi rendo conto che il telefono non si trova al solito posto e, solo quando ricomincia a squillare per avvisarmi di una chiamata in arrivo, mi accorgo di averlo lasciato sul letto qualche ora fa, prima di iniziare a sommergerlo di vestiti. Finalmente riesco a trovarlo e mi trattengo dal saltare per la gioia.

"Pronto?" rispondo, senza verificare chi sia stato a chiamarmi.

"Sara, ti ho mandato un messaggio dieci minuti fa, perché non mi hai risposto?" la voce di Veronica giunge squillante alle mie orecchie e, anche se conosco la sua tendenza ad esagerare e so perfettamente che il messaggio mi è arrivato solo circa cinque minuti fa, non mi soffermo a correggere la mia migliore amica, intuendo anche dal suo tono preoccupato e affannato che deve esserci un'emergenza.

"Diciamo che ci ho messo un po' troppo a superare l'ammasso di vestiti per raggiungere il telefono," ammetto, guardandomi velocemente intorno e pentendomene subito dopo: rimettere a posto sarà un'impresa a dir poco ardua. "Cosa dovevi dirmi?"

"Che non ho la più pallida idea di cosa mettere per la festa," risponde, del tutto sconsolata, e riesco ad immaginare perfettamente la sua camera nelle stesse condizioni della mia. "Sono disperata, Sara," si lamenta poi.

"Non dirlo a me: ho la stanza a soqquadro e non ho trovato alcuna traccia del vestito che avevo intenzione di mettere. Dici che è finito nel vortice spazio-temporale della lavatrice insieme ai calzini?" le chiedo poi, trattenendo una risata, mentre lei ride sonoramente, essendo a conoscenza della facilità con cui riesco a perdere i vestiti dopo averli infilati in quell'aggeggio.

Dopo qualche istante Veronica smette di ridere, per poi sospirare. "Ma se rimanessimo a casa questa sera? Popcorn e qualche bel film in streaming?" propone e io mi costringo a rifiutare.

"È il diciottesimo di Leonardo e non possiamo assolutamente mancare, lo sai," le ricordo, per poi sospirare affranta. Di certo la prospettiva di non andare sarebbe di gran lunga migliore, considerando anche che saranno tutti più grandi di noi, ma ormai noi e Leonardo Giardina siamo diventati grandi amici grazie allo scambio culturale con l'Australia e non andare alla festa del suo compleanno sarebbe davvero un gesto orribile. "Facciamo una cosa: mi rimetto a cercare il vestito, così vengo a casa tua un po' prima e ti aiuto a prepararti, va bene?"

"Sei la migliore, Sara, grazie! Buona fortuna con la ricerca e a dopo!" mi manda anche un bacio e, senza che io possa ricambiare, interrompe la conversazione telefonica.

Lancio il telefono sul letto e mi guardo intorno, provando a decidere da dove ricominciare. Tuttavia, il mio cellulare trilla ancora e la tentazione di rimandare il momento in cui mettere ancora più in disordine la stanza è fin troppo grande per non assecondarla. Così afferro in un secondo il telefono e apro l'applicazione di Whatsapp, trovando il famoso messaggio di Veronica, che però posso anche ignorare, e uno da parte di Calum. Istintivamente sorrido, mentre apro la conversazione.

Calum: oggi non ti fai sentire? :c

Io: scusami, Carl
Io: stasera devo andare ad una festa e sto cercando un vestito da quando mi sono svegliata

Calum: ancora con questa storia di Carl?
Calum: è un nome orribile
Calum: persino più del mio

Io: voglio solo abituarti a come ti chiameranno i miei haha

Calum: allora fingerò di credere che la cosa non sia semplicemente divertente per te
Calum: ad ogni modo, che genere di festa è?

Io: è il diciottesimo di Leonardo

Calum: davvero?
Calum: allora gli farò gli auguri
Calum: cosa pensi di metterti?

Io: avevo in mente un vestito perfetto per l'occasione ma sembra che sia sparito nel nulla

Calum: hai provato a vedere sugli omini, sotto a giubbotti, felpe e cappotti?

Mi rendo conto che, in effetti, è l'unico posto che ho tralasciato, talmente presa dalle pile sotto di essi. Così appoggio il telefono sul letto ancora una volta e mi precipito a guardare sotto ai vari giubbotti, per poi trovare finalmente quel dannato vestito.

Io: okay
Io: dimmi la verità
Io: sei stato in casa mia e hai frugato nel mio armadio, eh?

Calum: hahaha
Calum: in realtà no
Calum: ma mia sorella li metteva sempre in quel posto e quando le servivano non li trovava mai
Calum: voi femmine siete così prevedibili

Io: quanto sei simpatico

Calum: lo so, lo so
Calum: ora voglio vedere come ti sta

Io: ma non devo ancora indossarlo
Io: tra mezz'ora vado a casa di Veronica e ci prepareremo più tardi

Calum: ti ho aiutato a trovare il vestito
Calum: ora mi devi questo piccolo favore, Sara

Sbuffo e, maledicendo Calum in tutte le lingue del mondo, mi tolgo la tuta e la maglietta e indosso alla velocità della luce il mio vestito blu, sapendo che è l'unico modo per liberarmi di lui e cominciare a riordinare la mia stanza. Sistemo per bene il vestito lungo il mio corpo, tirando l'orlo oltre metà coscia e le maniche fino ai polsi, e mi posiziono davanti allo specchio, per poi sentirmi una vera idiota mentre mi scatto una foto. La mando a Calum e ricevo subito dopo un suo commento.

Calum: cosa?
Calum: andrai così stasera?

Io: pensi che non mi stia bene?
Io: non so cos'altro mettermi :c

Calum: no no
Calum: tutt'altro!
Calum: non sei troppo sexy per un semplice diciottesimo?

Io: sexy?
Io: ma se si vedono solo le gambe da poco sopra il ginocchio in giù!

Calum: sei comunque molto sexy
Calum: a quanto pare non hai bisogno di scollature profonde o tacchi vertiginosi per questo
Calum: e di certo ti staranno tutti addosso

Io: oh, sei geloso, Hood?

Calum: certo che no!

Trattengo una risata e decido che è arrivato il momento di sistemare il casino che ho combinato nella mia stanza e, solo venti minuti più tardi, mi accorgo di un altro messaggio che mi ha mandato Calum.

Calum: però stai attenta

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