Capitolo 20

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"Va tutto bene?"

La voce di Veronica mi riscuote dal mio stato di trance e, dopo averla guardata negli occhi per qualche istante, torno a fissare lo sguardo verso un punto imprecisato della classe. "Mmh," accenno poi questa risposta, senza neanche sforzarmi di tirare le labbra nel solito sorriso per nulla sentito, già sapendo che capirà anche da sola che non va affatto bene, per quanto io possa impegnarmi nel mentire. Tra l'altro, è qualcosa che non mi è mai riuscito poi così bene, sin da quando ero solo una bambina e mi sforzavo di convincere le insegnanti di aver fatto davvero i compiti, ma di averli lasciati disgraziatamente a casa.

"Lo sai che fatico a crederci, vero?" domanda poi, come immaginavo, e io annuisco. "Perché non scrivi a Ca-"

"No," la interrompo, guardando di sottecchi la sua espressione preoccupata.

"Ma stai male e parlare con lui sarebbe certamente-"

"Manetti, vuoi dire a tutta la classe di cosa state parlando tu e la Fumagalli?" urla del tutto isterica la Lombardo, interrompendo lei per questa volta la mia migliore amica.

Veronica sbianca, sapendo benissimo che con quella strega non basta un semplice "mi scusi tanto" per accontentarla. Poi la ragazza inizia a tossire e riprende un po' di colore, prima di accennare un vago sorriso. "Stavo giusto dicendo a Sara quanto sia affascinante l'apparato digerente, con il suo stomaco, l'intestino e le varie ghiandole, che lei ci sta brillantemente spiegando," conclude Veronica, mostrando del tutto la sua dentatura a dir poco perfetta in un sorriso vittorioso, mentre giurerei che dal naso della Lombardo stia uscendo del fumo per quanto è arrabbiata.

"Peccato che io abbia iniziato a spiegare le reazioni chimiche da più di un mese," ribatte la donna, mentre cala un silenzio imbarazzante.

La mia migliore amica diventa di nuovo di un colore piuttosto simile a quello di un lenzuolo e, da come mi guarda supplichevole, capisco che ha bisogno del mio aiuto, così decido di intervenire.

"In realtà, Veronica vorrebbe tanto chiederle una cosa, ma si vergogna," improvviso io, guadagnando anche l'attenzione di chi fino a cinque secondi fa dormiva beatamente.

"E sentiamo, allora."

La Lombardo si fa sempre più spazientita e io dico la prima cosa che mi passi per la testa. "Ecco, ci chiedevamo dove lei abbia comprato le sue magnifiche scarpe. Sembrano così comode e slanciano la sua figura in una maniera davvero fantastica!" dico poi e metà classe rischia di scoppiare rumorosamente a ridere, Veronica e io comprese, visto che nell'intera scuola siamo tutti d'accordo sul fatto che quelle scarpe ridicole non fanno altro che renderle i polpacci ancora più grossi.

"Esatto! Per non parlare della sua splendida borsa a forma di gufo, davvero affascinante!" conclude, mentre la Lombardo assume un'espressione che sicuramente neanche suo marito ha mai avuto la fortuna di vederle stampata in faccia: se solo fosse possibile le sue pupille diventerebbero a forma di cuoricini per quanto è contenta.

"Ma davvero?" chiede lusingata.

"Certo!" rispondo prontamente, prima che la donna abbandoni del tutto le reazioni chimiche per iniziare a parlare di un negozio di scarpe vicino a casa sua in cui fa rifornimento quasi una volta a settimana.

Sospiro di sollievo e Veronica mi stringe in un abbraccio soffocante. "Tu sei un genio, bella mia! Con questa tua trovata ce la siamo conquistata fino alla maturità!" esclama, senza più preoccuparsi troppo di non essere sentita, visto che la professoressa è fin troppo presa dai suoi aneddoti per accorgersi di qualsiasi cosa. "Però non credere che mi sia dimenticata il nostro discorso di poco fa: devi parlare con Calum," sussurra poi, riassumendo l'espressione ricca di preoccupazione di prima.

"Non è facile come sembra. Sto cercando con tutta me stessa di dimenticarlo e non credo che a lui dispiaccia, sai?"

"Perché lo pensi?"

"Perché ha provato solo un altro paio di volte a scrivermi e probabilmente non gli importa nemmeno del fatto che io lo ignori," rispondo, stringendomi leggermente nelle spalle.

"Avevate costruito un bel rapporto e-"

"Non dire sciocchezze," la interrompo. "Ci sentivamo semplicemente su Whatsapp e, anzi, credo che per lui fosse un pretesto per deridermi con Jade. Riesco quasi a sentirli mentre scherzano su quella stupida ragazzina italiana che ci prova con il bellissimo ragazzo fidanzato. E se penso al loro odioso accento australiano mi viene da forarmi i timpani con quella ridicola piuma di pavone che la Lombardo usa come penna!" concludo, mentre Veronica accenna una risata, come se ci fosse qualcosa di divertente in tutto questo.

Le rivolgo un'occhiataccia e lei cerca di nascondere il suo divertimento, senza riuscirci. "Tu adori l'accento australiano."

Sospiro per l'ennesima volta e appoggio la testa sul banco, esasperata. "Lo so, dannazione!"

Group Chat || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora