Capitolo 49

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Entriamo in casa in punta di piedi, mentre io continuo a ripensare alle parole di Calum, che rimbombano nella mia mente anche grazie al silenzio che aleggia.

Okay, in che senso non devo fare rumore? So di dover fare la crema per farcire il tiramisù, ma non devo usare fruste elettriche né altro. A meno che Calum, con quel sorrisetto, non intendesse ben altro, tipo... oh.

Sobbalzo e il ragazzo finisce proprio contro la mia schiena, per poi chiedermi cosa sia successo.

"Nulla," mormoro, ma il mio tono di voce mi tradisce, troppo insicuro per essere convincente.

Tuttavia, Calum fa finta di nulla e, anzi, mi prende per mano e mi trascina con lui verso la cucina, che ormai dista solo pochi passi. Accende la luce e chiude subito dopo la porta alle sue spalle, prima di rivolgermi un'intensa occhiata. È a dir poco assurdo, ma nei suoi occhi riesco quasi a leggere che questa notte faremo ben altro rispetto a divertirci dietro ai fornelli, ma molto probabilmente è solo colpa della mia mente perversa e malata.

"Allora..." sussurra lentamente, avvicinandosi a me. Appoggia le mani sui miei fianchi e mi attira verso il suo corpo, guardandomi negli occhi. Non oppongo resistenza e, anzi, lascio che le sue mani vaghino dolcemente lungo il mio corpo, arrivando anche ad appoggiare le mie sulle sue spalle. Calum sembra gradire questo gesto, perché sorride e avvicina il viso al mio collo. Nel giro di pochi istanti sento le sue labbra scorrere contro la mia pelle, lasciando una forte sensazione di calore ovunque passino. Sono ormai inerme fra le sue braccia e nel giro di pochi secondi potrei chiedergli di baciarmi come se non ci fosse un domani, ma Calum non sembra della stessa idea: allontana di scatto il viso da me, facendomi gemere in protesta, e poi mi rivolge un sorrisetto bastardo. "Allora, questo tiramisù?"

Gli riservo un'occhiata di fuoco, per poi decidere che a questo gioco posso giocare anche io e, magari, portare a casa la vittoria.

Esibisco il migliore sorrisetto del mio intero repertorio e, con uno scatto felino, afferro il colletto della sua camicia bianca, per poi tirare il ragazzo verso di me, i nostri visi a pochi millimetri.

"Uh, siamo impazienti," commenta, ridacchiando, ma non trasuda più la stessa sicurezza di prima: sembra eccitato, oserei dire, e anche parecchio imbarazzato.

Annuisco semplicemente, per poi avvicinare ancora di più i nostri visi, fino quasi a sfiorare le sue labbra con le mie.

"Vai a prendere i savoiardi nella mia valigia, Hood," ordino, risoluta, facendo in modo che le nostre labbra si tocchino a ogni lettera pronunciata.

Mi allontano anche io di scatto, come ha fatto lui poco fa, e rivolgo la mia totale attenzione agli stipetti della cucina, guardando di sfuggita Calum con la coda dell'occhio. Si sfiora distrattamente le labbra, per poi uscire di fretta dalla stanza. Lo sento correre su per le scale e quasi scoppio a ridere, pensando che fino a poco fa mi aveva detto di non fare rumore per non svegliare i suoi genitori. Be', forse è impaziente di tornare da me, ma non lo ammetterebbe.

Nel frattempo, afferro la prima ciotola che trovo e una frusta. Verso subito il mascarpone nel contenitore e inizio a lavorarlo con vigore insieme a zucchero e uova.

Sono talmente presa dalla crema che non mi accorgo del ritorno di Calum finché non appoggia le mani sulla mia pancia, facendomi sobbalzare. Ridacchia per la mia reazione e io, pur di non saltargli addosso e baciarlo, mi costringo a dirgli abbastanza freddamente di preparare una tazzina di espresso.

"D'accordo, capo". Ride ancora, per nulla offeso dal mio tono: deve aver capito che sto solo cercando invano di mantenere un certo contegno. Tuttavia, quando inizia a canticchiare Sexy Back, sento ribollire il sangue nelle vene al pensiero di come abbiamo ballato poche ore fa stretti l'uno all'altra, il suo petto contro la mia schiena.

Mi giro di scatto e lo trovo a guardarmi, il sorrisetto di prima ancora stampato sul suo volto. Ben presto, però, noto che si è tolto la camicia. Oh, mamma.

Calum segue il mio sguardo e il suo sorriso si fa sempre più soddisfatto.

"Oh, spero non ti dia fastidio, ma avevo davvero caldo".

Fastidio, come no. L'unica cosa che possa darmi fastidio al momento è non poter toccare il suo petto tonico.

Forza, Sara. Fatti valere!

Penso velocemente a come ribattere, per poi decidere che per Sara Fumagalli, conosciuta anche come Tette Grosse, è giunta l'ora di osare.

"Sì, davvero caldo," ribatto, per poi abbassare lentamente lo sguardo verso la mia camicetta e iniziare a sbottonare il primo bottone. "Spero che neanche a te dia fastidio," dico poi, mentre slaccio il secondo e decido, almeno per ora, di fermarmi qua.

Provo a dire altro, ma lui non me lo permette.

"Oh, finiamola qui, ti prego".

Mi afferra per un braccio e in un secondo mi attira a sé, per poi congiungere le nostre labbra in un bacio aspettato anche fin troppo. Mi lascio andare subito, come se ormai il mio corpo fosse abituato a questa paradisiaca sensazione di calore bruciante lungo tutto il corpo, e affondo le mani fra i suoi capelli neri, tirandoli delicatamente così che Calum gema nella mia bocca.

Inutile dire che è stato proprio Calum a finire di sbottonare la mia camicetta, così da avere per le sue bollenti labbra libero accesso a tutto il mio collo, le spalle, la pelle sopra i miei seni e la pancia. Inutile anche dire che il tiramisù è finito direttamente nel dimenticatoio, almeno fino all'alba, e che entrambi abbiamo ritenuto molto più saggio spostarci sul divano, per baciarci e farci le coccole in tutta comodità, ignorando i numerosi messaggi e le chiamate dei nostri amici.

Group Chat || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora