Dopo qualche ora, passata anche fin troppo velocemente, Calum ha sussurrato alcune parole sconnesse di cui ho capito ben poco, se non che sul suo letto saremmo stati ancora più comodi che sul divano e, soprattutto, più al sicuro da occhi indiscreti. A quanto pare, Mali Koa ha l'abitudine di alzarsi in piena notte e dirigersi in cucina, passando per il salotto, per bere un bicchiere di latte caldo con un paio di biscotti inzuppati dentro.
Così, lo seguo fino alla sua camera o, meglio, mi lascio trascinare da lui, che di tanto in tanto mi sbatte contro una parete libera e ricomincia a baciare le mie labbra, come se non riuscisse a sopportare neanche un minuto di astinenza, proprio come me.
Santo cielo. Non riesco ancora a credere che tutto ciò stia davvero succedendo: Calum ed io ci siamo baciati, sul serio. E non sono stata io a saltargli addosso! Certo, devo ancora capire cosa diamine possa aver detto di compromettente da ubriaca, ma sinceramente non me ne importa un fico secco. Se è servito a recuperare il nostro rapporto e anche a qualcosa di più, meglio così.
"Calum," sussurro sulle sue labbra, ma lui non mi dà retta, continuando a baciarmi e sorridendo leggermente durante il bacio. "È la camera dei tuoi genitori," riprovo poco dopo, indicando con un cenno del capo la porta a cui dà le spalle.
Si gira controvoglia per verificare e, prima di poter dire qualcosa di stupido come che non gli interessa, un fascio di luce illumina il corridoio e, sì, proviene proprio da quella stanza.
"Merda," impreca, per poi afferrarmi la mano e praticamente correre verso la sua camera da letto, riuscendo a metterci al sicuro in tempo, visto che giusto un istante dopo sentiamo il papà di Calum camminare con il suo passo pesante verso le scale e scendere al piano inferiore. Il ragazzo sospira, mentre io scoppio a ridere. "Questo mi ricorda vagamente qualcosa".
"Già, il giorno in cui Leonardo e Michael avevano organizzato la festa, ma siamo rimasti tutti a casa per il blackout. I miei genitori sono tornati sbaciucchiandosi per tutto il corridoio e tu sei scoppiato a ridere come un idiota". È strano ricordare quei momenti non molto lontani e pensare che non torneranno più. Ho letteralmente sprecato quei giorni in cui gli australiani sono stati in Italia, passandoli a ignorare Calum tutto il tempo con qualche rara eccezione, e ora me ne pento amaramente. Come farò quando anche il nostro viaggio sarà finito? Quando tornerò in Italia e non ci sarà più alcuna prospettiva di rivedere Calum e gli altri tre idioti?
"Hey, cos'è successo?"
Mi accorgo solo ora di aver iniziato a piangere, mentre il ragazzo asciuga una lacrima sul mio viso. Stringo le labbra per contenere i singhiozzi e scuoto la testa, facendo capire a Calum di lasciar perdere.
"Vuoi fare una partita a battaglia navale? Non ti obbligo a fare la mia versione del gioco, ma devi ammettere che ora come ora sarebbe parecchio interessante, non credi?" Ovvero, ci ritroveremmo ben presto mezzi nudi e intenti a fare altro che dire lettere e numeri a caso.
"Invitante, ma no," rispondo, accennando finalmente un sorriso. "Vorrei... vorrei parlare".
Non ho bisogno di specificare l'argomento, è abbastanza chiaro: cosa diamine ho combinato quando non ero del tutto in me?
Calum sospira, vagamente malinconico, per poi invitarmi a sederci sul suo letto.
"Non vorrei ti pentissi..." mormora poi e io inizio a capire la gravità della situazione. Tuttavia, scuoto la testa, ancora convinta che, qualsiasi cosa abbia fatto, è stata quella giusta per farci ritrovare su questo letto, uno di fronte all'altra, con i capelli arruffati e le labbra rosse per gli innumerevoli baci che ci siamo dati. "Bene, diciamo che è iniziato tutto il giorno del compleanno di Leonardo".
"Davvero?" chiedo, inizialmente incredula. Subito dopo, però, ricordo di essermi svegliata del tutto rimbambita il giorno dopo a causa della sbronza.
Calum annuisce. "Mi hai chiamato, ubriaca fradicia, e hai detto che credevi di provare qualcosa per me. Non te l'ho detto quel giorno, ma io ne ero certo già da parecchio tempo: non facevo che pensare a te, giorno e notte. A un certo punto, però, sei diventata sempre più distaccata e solo l'ultimo giorno in Italia ho scoperto il perché".
Jade. Maledetta Jade.
"Veronica ha detto qualcosa riguardo al fatto che da ubriaca riveleresti i tuoi segreti a un perfetto sconosciuto, cosa che avevo già intuito, così..." si interrompe, abbassando in imbarazzo lo sguardo.
"Così...?"
"Visto che eri già abbastanza brilla il giorno della festa, ho bevuto con te un altro paio di drink, fino a farti confessare. Non odiarmi per questo, ti prego. Avevo bisogno di sapere perché non volessi più avere niente a che fare con me, perché quella ragazza che mi aveva fatto innamorare perdutamente di lei ha iniziato ad odiarmi da un momento all'altro. E il motivo era Jade! Come hai potuto darle retta, Sara?"
Vi è parecchia sofferenza nella sua voce, sofferenza molto simile alla mia: quanto tempo abbiamo sprecato per colpa di quella ragazza!
"Ti ho baciata, non potevo più farne a meno, e siamo tornati a casa tua abbracciati, fino a quando..." si interrompe ancora, questa volta scoppiando a ridere per qualcosa di estremamente divertente. "Mi sei praticamente saltata addosso sull'ascensore, desiderosa di... be', hai capito".
Oh, porca miseria! Cosa diamine ho fatto?
"Calum, non ero in me e... oddio, che vergogna!"
Il ragazzo ride ancora più rumorosamente, scuotendo la testa. "Sara, quando ti ubriachi sei finalmente te stessa o, almeno, dici tutto ciò che pensi senza preoccuparti delle conseguenze".
Non ha tutti i torti, ma quello che penso è imbarazzante la maggior parte delle volte, perciò è un bene che venga fuori solo in casi proprio estremi. Però...
"Calum, noi non abbiamo fatto nulla, vero?" chiedo improvvisamente, in preda all'ansia. Non che mi dispiaccia, ma certe cose preferirei poterle ricordare anche io.
Il ragazzo, per fortuna, scuote la testa. "Te l'ho detto anche quel giorno: quello non era il momento adatto, viste le tue condizioni, ma puoi stare certa che succederà. Presto".
Oh, santo cielo.
STAI LEGGENDO
Group Chat || Calum Hood
FanfictionÈ iniziato tutto con uno scambio culturale, una chat di gruppo e un ragazzo che voleva essere chiamato Culetto Sexy. ● "Non vi azzardate a farvi ingravidare. Nemmeno da qualche neozelandese da strapazzo, Sara Fumagalli," specifica questa volta. "Se...