Capitolo 16

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Quando mi sveglio la luce del sole attraversa le tapparelle e colpisce quasi dolorosamente i miei occhi, non facendo altro che aumentare il mio incredibile mal di testa. Mi guardo intorno e impiego qualche istante di troppo a realizzare che non sono a casa mia, ma nella camera da letto di Veronica, proprio come avevamo deciso pochi giorni fa per il semplice motivo che sarebbe stato molto più comodo per tutti: la madre della mia migliore amica non avrebbe dovuto accompagnarmi fino a casa dopo la festa e i miei genitori non avrebbero dovuto aspettarmi in piedi. Tuttavia, Veronica non è nel suo letto, già sistemato a dovere, perciò deve essersi già svegliata da tempo. Così mi affretto a sistemare il letto che ieri abbiamo spostato qui dentro in anticipo - anche Luke, infatti, dormirà qui sopra - e afferro tutte le mie cose, per poi dare una sistemata ai capelli e al viso, anche se con scarsi risultati. Subito dopo esco dalla stanza e mi dirigo in cucina, rischiando di inciampare un paio di volte a causa del mal di testa, e riconosco subito un ottimo profumo di biscotti.

"Hey!" mi accoglie Veronica, impegnata con varie teglie e guanti da forno.

"Buongiorno," ricambio il saluto e sorrido, per poi avvicinarmi al tavolo e osservare con un certo appetito l'impasto dei biscotti rimasto in una ciotola. "Come mai oggi ti sei data alla pasticceria?" le chiedo, divertita.

"Giusto per perdere un po' di tempo," risponde, facendo spallucce, e mi lancia addosso uno strofinaccio umido. "Inizia a pulire, dormigliona."

"D'accordo, capo." Le rivolgo un saluto militare e inizio a pulire il tavolo dai residui di farina e burro, mentre Veronica ride e controlla costantemente i biscotti in forno.

"Dici che si cuoceranno?"

Appoggio il panno accanto al lavandino e mi siedo a tavola, appoggiando i gomiti sul ripiano e la testa sulle mani. "Piuttosto dovresti chiederti se resteremo vive dopo averli mangiati."

Veronica afferra nuovamente lo strofinaccio e me lo tira in faccia, facendomi scoppiare a ridere. "Quanto sei simpatica, Sara."

"Questo lo sapevo già! Piuttosto, com'è stata la festa ieri?"

"Ma se c'eri pure tu!" mi risponde, prima di scoppiare a ridere e sedersi di fronte a me.

"Non mi ricordo assolutamente nulla. Mi sembra quasi di essermi addormentata poco dopo essere arrivate a casa di Leonardo e di essermi svegliata magicamente in camera tua: vuoto totale."

"Forse hai bevuto un po' troppo, ma ti sei persa ben poco," commenta, per poi sospirare con sguardo sognante. "Io ho ballato tutta la sera con Marco, un compagno di classe di Leonardo. Balla benissimo e poi è talmente bello! Ha un fratello di vent'anni e magari potremmo uscire tutti e quattro insieme e-"

"Aspetta un attimo," la interrompo, corrugando la fronte. "Vi state già frequentando? E poi perché dovresti presentarmi suo fratello?"

"Be', non lo so... è solo che è stato davvero carino con me per tutta la serata, ci siamo scambiati i numeri di telefono e ha detto che gli piacerebbe vedermi."

Ancora, però, non riesco a capire. "E Ashton?"

"Che c'entra Ashton?" chiede di rimando, passando alla difensiva.

"Pensavo ti piacesse da morire con la sua bandana e tutto il resto e ora spunta fuori questo Marco con suo fratello. Sinceramente non capisco."

Veronica sospira. "Ashton vive dall'altra parte del mondo e ci vedremo per pochissimo tempo, non essendo neanche compagni di scambio: fra noi non potrà mai funzionare," risponde, incupendosi in volto e mostrando tutto il suo dispiacere. "Così come fra Calum e te, Sara."

"Fra me e Calum non c'è assolutamente nulla, non dire stronzate."

"Non è vero e lo sai. Ti brillano gli occhi ogni volta che ne parli e sorridi persino quando mi racconti le cose che ti infastidiscono di lui," ribatte e io abbasso lo sguardo, colpevole. Veronica mi conosce fin troppo bene e ha colpito proprio un tasto dolente: la distanza è davvero un problema, per non parlare della sua ragazza, poi. "Non ti obbligherò di certo a fare qualcosa che non vuoi, ma pensaci, va bene?" Mi rivolge un sorriso e io annuisco, ricambiando. "Ora devo andare assolutamente in bagno, tu controlla i biscotti," conclude, prima di scappare dalla cucina, lasciandomi sola con i miei pensieri. Dovrei davvero evitare di pensare a Calum, ma non posso farne a meno e, quando prendo il mio cellulare per distrarmi in qualsiasi modo possibile, le mie dita si muovono sul display, senza che io possa impedirlo, fino ad aprire l'applicazione di Whatsapp. Trovo un messaggio proprio da parte sua, di circa un'ora fa, e lo apro dopo un piccolo istante di esitazione, in cui mi chiedo se questa mia dipendenza dai suoi messaggi non sia fin troppo esagerata.

Calum: sei sveglia?

Io:

Calum: allora buongiorno
Calum: un resoconto della festa?

Io: non ricordo quasi nulla

Calum: oh
Calum: be', è un vero peccato

Io: già

Calum: sei strana oggi

Io: ovvero?

Calum: un po' taciturna
Calum: anche se non sono sicuro che "taciturna" sia il termine adatto a questo contesto haha

Rimango a fissare lo schermo per qualche istante, indecisa. Forse dovrei rivelargli le mie ansie e preoccupazioni, ma poi decido che è meglio non farlo: Calum è fidanzato e di certo a lui non importa assolutamente niente della distanza che ci separa e dei pochi giorni che passeremo insieme, quindi farei solo una pessima figura.

Io: ho solo mal di testa

Calum: non ti sei pentita di qualcosa che hai fatto alla festa, vero?

Io: sai qualcosa che io non so?

La scritta 'sta scrivendo...' compare sotto il nome di Calum, per poi sparire ed essere sostituita da un semplice 'online'. Rimango a fissare lo schermo, ma solo dopo interminabili secondi ricevo una risposta.

Calum: no haha
Calum: era solo un'ipotesi

Io: comunque no
Io: forse solo di aver bevuto troppo

Calum: è comprensibile
Calum: spero solo che nessuno ti abbia infastidita mentre non eri del tutto cosciente

Io: non credo

Calum: non credi e basta?
Calum: potresti benissimo essere incinta di qualcuno adesso
Calum: diventerai una ragazza-madre
Calum: e se è maschio devi chiamarlo Calum, ti prego

Il malumore mi abbandona subito, proprio mentre una risata esce dalle mie labbra. Calum ha un'incredibile capacità di farmi dimenticare ogni cosa.

Io: solo se Veronica è d'accordo
Io: oh, merda
Io: i biscotti di Veronica!

Calum: cosa?

Corro verso il forno e mi rendo conto solo adesso della puzza di bruciato che ha invaso la cucina. Spengo il forno e sospiro, immaginando già la reazione della mia migliore amica.

Io: ho appena bruciato i biscotti di Veronica
Io: sono una frana

Calum: certo che lo sei

Io: HOOD
Io: non infierire

Calum: hey, ti stavo solo assecondando!
Calum: non è così che bisogna fare con le donne?

Io: ma davvero?
Io: sappi allora che non ti preparerò alcun tiramisù quando verrai in Italia
Io: perché è così che si fa con voi maschi
Io: ;)

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