Pov's Laura
Le ombre tremavano ubbidienti vicino a me e Ares mentre nell'aria notturna e frizzante si era spanto un forte profumo di viole, un odore insolito e a tratti pungente.
Sapevo bene che cosa significava quindi mi accucciai a terra e aprii la custodia che conteneva i pezzi del mio Barrett. Con grande velocità iniziai ad assemblare i pezzi e dopo aver caricato il colpo, lo imbracciai per poi restare in ginocchio.
Mirai un punto preciso davanti a noi e rimasi immobile aspettando che Howl facesse capolino dall'oscurità come era solito fare.Una folata di vento alle viole sembró schiaffeggiarmi il fucile ed il viso, come se volesse farmi perdere la concentrazione. La sciarpa nera e bianca che mi avvolgeva il collo nascondeva in parte le mie labbra e svolazzó rispondendo allo schiaffo di quel vento profumato, i lembi della mia giacca mimetica imbottita si muovevano con essa e la cerniera batteva sul panciotto metallico che mi copriva il busto.
Ares spostó con le dita il suo lungo impermeabile bianco che lo avvolgeva per ripararlo dal freddo e portó la mano alla frusta che pendeva al fianco, il suo sguardo voló prima su di me e poi nella direzione che puntava il mio fucile.
Con un movimento fluido del polso srotoló la frusta che schioccó al suolo, la vidi elettrificarsi per qualche istante per poi tornare normale."Chi é là?" disse con voce forte e sicura, rivolgendosi al buio davanti a noi. Come insetti brulicanti le ombre presero ad aggrovigliarsi su sé stesse, insistendo nel voler celare il loro padrone. I colori attorno a noi si stavano facendo cupi e parevano aver preso a sciogliersi e colare dalle case e dagli alberi fino alle canalette di scolo della strada acciottolata.
Un brivido freddo mi percorse la schiena e il mio sguardo si soffermó per qualche istante sul volto serio di Ares. La sua bocca era sigillata in una linea incorniciata da due labbra carnose quanto basta, i suoi occhi erano affilati e attenti mentre le sue orecchie feline erano sollevate e pronte a cogliere ogni rumore.
La sua postura era rilassata e pronta a scattare, le gambe erano leggermente piegate e il suo peso era portato in avanti. Nella mano sinistra stringeva la frusta e sulle sue guance la pittura giallo vivace pareva aver preso a brillare.
Mi soffermai in particolare sulla sua mano sinistra che stringeva tra le dita la frusta in cuoio marrone e nero, non avrei mai pensato che Ares Blesk fosse mancino."La vostra domanda mi spiazza, mio Lord. Chi altri potrebbe essere se non io?" domandó una voce proveniente dal buio, Ares per tutta risposta sollevó il viso con sguardo di sfida.
Un ticchettio di tacchi sui ciottoli indicó i passi e l'avvicinarsi di Howl che venne sottolineato anche dal sempre piú intenso profumo di viole. Nonostante stesse camminando verso di noi, Howl non dissolse mai le ombre che turbinavano attorno a lui coprendogli il volto e parte degli arti, dall'oscurità infatti emersero solo parte dei suoi vestiti e del grande cappello piumato.
"Non muoverti" sussurrai cercando di tenerlo sotto tiro
"Oh, da quando la poiana cacciatrice si é unita al Lord ghepardo?" domandó incuriosito con un accento fiorentino particolarmente segnato.
"Da quando il gufo si fa vedere dalle persone?" domandai giocando al suo stesso gioco. Sapevo bene quanto lui amasse giocare e porre indovinelli o enigmi da risolvere, amava fare domande spinto dalla voglia di apprendere e sapere qualunque cosa, soprattutto riguardante sue prede. Il gufo era un grande osservatore silenzioso che nella notte scrutava e studiava tutto ció che lo circondava, perché sapeva che prima o poi gli sarebbe tornato utile.
Howl era così, non era forte come una tigre, non era resistente come un orso, non era velenoso come un cobra e tantomeno veloce come un ghepardo. Era uno stratega, un freddo calcolatore che piombava addosso alle sue vittime quando meno se lo aspettavano per poi andarsene dalla scena del crimine senza fare rumore.
In giro si vociferava che Howl avesse anche un socio in affari, ma in realtà nessuno era mai riuscito a provarlo e lui non era mai stato avvistato con qualcuno di sospetto. Dicevano che il suo collega era uno furbo e pericoloso che amava nascontersi tra i giocatori comuni e non nell'ombra come il gufo. Io personalmente faticavo a credere che uno come Howl potesse essere il braccio e il suo socio la mente, avevo seguito per molto tempo quel gufo e potevo ritenermi piú che certa del fatto che Howl non avesse soci in affari e tanto meno persone a cui sottostare. Dopotutto il suo intelletto, la sua capacità nel manipolare e raggirare erano tali da essere pericolosi per chiunque provasse anche solo a fregarlo o tradirlo, Howl non doveva essere affatto una persona facile da gestire.
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VIRTUAL L'Inferno tra Ghiaccio e Fiamme
ActionSECONDO LIBRO DELLA TRILOGIA DI VIRTUAL. La lotta di Alex contro il videogioco mortale che l'ha rinchiusa continua. Nuove città, nuovi incontri, nuove bizzarre avventure aspettano la nostra sprovveduta e comica protagonista. Ma nonostante lei prenda...