VIRTUAL L'Inferno tra Ghiaccio e Fiamme

Oro Colato

Pov's Laura
Erano passati ormai una manciata di giorni da quando io ed Ares eravamo ufficialmente partiti alla caccia di Howl. Avevamo ispezionato i dintorni di Saram senza trovare alcun indizio se non sporadici richiami al suo profumo ormai sabbioso e debole.
Era incredibile la velocità con il quale si spostasse quell'uomo, riusciva ad essere sempre un passo più avanti a noi.

L'erba verde brillante si piegava con curve dolci sotto ai miei passi cauti e lenti, Ares camminava poco più avanti di me con il suo solito fare elegante da felino.

Feci un respiro profondo e alzai lo sguardo al cielo, il sole splendeva alto su quello che poteva sembrare un lenzuolo azzurro perfetto, privo di alcuna nuvola. Una brezza leggera sfiorava il mio volto e accarezzava i lunghi capelli bianchi di Ares, tanto bianchi da brillare alla luce quasi di riflessi argentei come la neve colpita dai raggi di un debole sole invernale.
Il cielo si rifletteva perfettamente, come uno specchio, sulla superficie increspata di uno dei rami secondari del fiume più famoso e grande di tutto Virtual; il Fiume Argento. Nell'aria si spargeva il delicato sciacquettio rilassante della corrente calma del fiume davanti a noi, quasi creando un effetto ipnotico di tranquillità e pace dei sensi.

"Dobbiamo attraversare il fiume e purtroppo non ci sono ponti che possiamo sfruttare" sentii dire ad Ares con tono deciso, quindi spostai lo sguardo su di lui e annuii. Mi affrettai a prendere il fucile da cecchino che portavo appeso sulla schiena grazie ad una cintura a tracolla, volevo metterlo al sicuro dall'acqua durante l'attraversata. Non volevo affatto correre il rischio che si bagnasse, dopotutto era un fucile delicato e non volevo che la sua precisione venisse intaccata dall'acqua.

Improvvisamente un brutto presentimento mi spinse a alzare lo sguardo verso il cielo che fino a prima era rimasto immacolato e privo di nuvole. Un piccolo stormo di uccelli di passaggio spezzava con le loro ali nere e lunghe quel lenzuolo azzurro che era il cielo, risultando quasi una minaccia alla calma che si poteva respirare in quel luogo. Spinta dalla sensazione negativa che provavo in quel momento, puntai il mio Barrett in alto e tolsi il tappo dal mirino ottico ad alta precisione. Vi avvicinai il viso. Il colore rosso vivo della lente si proiettava sul mio occhio attento e vigile mentre osservavo il gruppo di volatili che attraversavano il cielo. Sembravano essere corvi, eppure c'era qualcosa che non mi convinceva del tutto.

Ares si girò verso di me  con un sorriso sbieco sul volto, incrociò le braccia al petto e alzò un sopracciglio.

"Io di fucili so poco e niente..." disse lui improvvisamente con il suo solito tono di voce cortese e tranquillo

"..ma se davvero un cecchino del tuo calibro non si ricorda neppure che per sparare bisogna togliere la sicura del fucile, allora siamo messi proprio bene." ridacchiò Ares tra sè e sè. Io gli tirai un'occhiataccia da dietro la lente del mirino.

"Infatti non ho intenzione di sparare a nessuno per ora" dissi tranquilla

"Allora cosa stai combinando?" domandò incuriosito avvicinandosi a me

"Sto facendo Birdwatching"

Ares crucció il viso e, mettendosi alle mie spalle, si sporse su di me per provare a vedere se riusciva a scorgere qualcosa dal mirino.
I suoi lunghi capelli lisci scivolarono sulla mia spalla e quando sentii il contatto della sua guancia sulla mia un brivido elettrico mi percorse lungo la schiena. Schiusi leggermente le labbra colta alla sprovvista, non mi aspettavo quel suo comportamento così aperto nei miei confronti.
Anzi, a dire il vero Ares era da sempre stato molto disponibile e aperto con tutti, é solo che non mi aspettavo che potesse esserlo anche con me. Voglio dire, eravamo colleghi di lavoro, non amici di vecchia data.

Io mi spostai leggermente lasciandogli la possibilità di guardare attraverso il mirino quello stormo di volatili. Il profumo dolce dei suoi capelli mi riempì le narici nell'istante stesso in cui lui si avvicinò all'obiettivo.