Il Re degli Spettri

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Pov's Aiden

"Sua Maestà il Re é venuto a riprendere il suo trono?" domandò una voce gracchiante che riecheggió nella stanza, troppo grande per permettermi di capire da dove provenisse. Le pantere di Tamara presero a ringhiare e fecero qualche passo avanti mentre i loro occhi presero a brillare minacciosi.

"Vedo che questa volta ha portato con sé anche la sua Regina"

Seguì una risata sommessa che mi fece accapponare la pelle.

Avevo paura. Era la prima volta dopo tanto tempo che mi ricapitava di provare quell'emozione.
Il mio cuore martellava forte contro il petto, come se avesse voluto spaccare la cassa toracica per poi esplodere. Nella mia testa invece, suoni di ringhi aggressivi e famelici minacciavano il mio cervello di farlo rivivere le torture che in quei mesi avevo vissuto. Nelle orecchie risuonavano gli schiocchi delle frustate veloci e ripetute che mi laceravano la pelle della schiena e del petto, tagliandola e strappandola via dal mio corpo con i ganci metallici che erano attaccati alla frusta.
Sapevo che in realtà la mia paura veniva alimentata soprattutto dalle vicende accadute in quel luogo, ma per me era impossibile resistere a quel terrore che mi stava assalendo.

Un brivido mi scosse la schiena e congeló all'istante sul mio volto il sudore che mi imperlava la fronte con piccole goccioline. Quella voce non riuscivo a ricordarmela, eppure ero certo di averla già sentita da qualche parte.
Con la mente cercai di ripercorrere e setacciare ancora una volta tutti i dolorosi ricordi che avevo di quei mesi passati improgionato qui. C'era qualcosa che mi sfuggiva, nell'ombra e negli angoli dei miei ricordi scivolava qualcosa di viscido, qualcosa di deforme e insolito. Seguiva ogni movimento di Dumitru, rimproverava Vlad ricordandole la sua inferiorità se paragonata alla sorella, ghignava e rideva alle torture, passava alle due sorelle gli strumenti infernali che ogni giorno usavano per strappare parti della mia umanità.
Mi sforzavo, i ricordi sfrecciavano davanti ai miei occhi con una velocità fulminante. Mi sforzavo ancora, cercavo di identificare quella voce ma non riuscivo a ricondurla ad alcun volto.

Poi, improvvisamente, sentii un dolore forte allo stomaco e il gusto del sangue in bocca. Mi segnó il ricordo dei furiosi pugni e calci che mi colpivano la pancia ed il viso, le mani affusolate e dalle unghie appuntite di Dumitru che mi accarezzavano la sudata e sporca pelle del collo con fare tanto sensuale quanto crudele; mentre studiava quale parte del mio corpo avrebbe dovuto sopportare la sua nuova tortura.

Un'immagine deforme mi tornó alla mente, travolgendomi come un'automobile in corsa. Effettivamente non aveva influito molto sulla mia prigionia, ma quell'essere seguiva Dumitru ovunque andasse, le porgeva le pinze o trasportava i secchi d'acqua gelata con ghiaccio al posto della donna.
Ricordo che la prima volta che lo vidi lo identificai come un goblin pur sapendo che su Virtual non esisteva quel tipo di razza. Era solo uno stupido esserino inutile ed insignificante.

"Sei improvvisamente impallidito di colpo, qualcosa non va?" gracchió mentre i suoi passi iniziarono a rimbombare per la stanza.

"Io so chi sei ma penso di non aver mai sentito il tuo nome. Seguivi sempre Dumitru e cercavi di dare consigli a Vlad, ricordo che quando le parlavi eri spesso preoccupato per lei. Mi sembrava che ci fosse un buon rapporto tra voi due seppur la sua testardaggine" quelle parole mi uscirono dalla bocca di getto, senza nemmeno lasciarmi il tempo di organizzarle in un discorso ordinato e meno sfacciato.

"Tu l'hai uccisa" la sua voce parve grattare la sua gola con un ringhio di rabbia. Parole crude e ancora impregnate di sangue sgocciolante, parole intrinseche dell'odio verso colui che si era permesso di prendere ció che non gli apparteneva, strappandola via a chi la considerava come un pezzo della propria vita.

La lieve e fioca luce della fiamma che stringevo in un pugno tremava nel gelo di quella stanza, fragile e spaventata, proprio come il suo padrone.

"So che tu sai come mi chiamo" disse il mostriciattolo uscendo allo scoperto. Una lama brilló minacciosa davanti alla luce debole del fuoco che bruciava nella mia mano.
Feci dei passi indietro, incapace di controllare il mio corpo e la mia paura. Indietreggiai sempre di più fino a quando non sentii la mano di Alex stringere forte il mio polso.

VIRTUAL L'Inferno tra Ghiaccio e FiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora