Il Demone dagli Occhi Rosa

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Dracul Vlad's Pov

La sua voce, così folle, così irreale, mi fece gelare il sangue nelle vene. Mi portai una mano ghiacciata alla fronte, calda ed imperlata di sudore.
Cercai di calmare il mio respiro affannato.

Calma, devo stare calma... Tranquilla.
Non mi era mai successo di fare un brutto incubo sulle mie vittime, purtroppo peró ho come il presentimento che questo non sia solo un incubo...

Perché? Perché con tutte le vittime che erano cadute ai miei piedi, supplicandomi di liberarle, lui riusciva a confondermi e farmi perdere la concentrazione? Perché Aiden mi terrorizzava a morte? Di prigionieri impazziti ne avevo visti molti, eppure lui era diverso da tutti gli altri. Percepivo un'aura completamente malata e pericolosa quando lui era nelle vicinanze.
Feci un respiro profondo cercando di non impazzire completamente.

Calmati. Sei tu che comandi, lui non é nelle condizioni adatte per farlo. Tu puoi decidere il suo futuro, la sua vita é un sottile filo tra le tue dita.

Arrivai davanti alla porta della stanza in cui quel demone era rinchiuso, presi una boccata d'aria e poi girai la chiave all'interno del listello. Prima di entrare chiusi gli occhi e cercai di assumere un atteggiamento adatto al mio ruolo. Dovevo essere seria e minacciosa. Dovevo stare calma, non potevo dare ancora soddisfazioni ad Aiden.
Cercai di bloccare il mio battito cardiaco fin troppo veloce, purtroppo peró sapevo bene che le suppliche del mio cervello non sarebbero mai e poi mai riuscite a rallentare il mio cuore, l'ansia era troppa.

Quando fui sul punto di entrare sentii un rumore raggelante di catene che strisciavano al suolo e sulle pareti. Un brivido mi percorse la schiena quando la mia mente mi proiettó l'immagine del sorriso di quel ragazzo davanti agli occhi.

"Lady Dracul" la voce stridula ed innaturale di quel nostro piccolo e basso aiutante attirò la mia attenzione.

"Si?"

"Miss Dracul le ordina di interrogare il ragazzo e di portarlo nella Grande Sala nel caso non riuscisse a farlo parlare. Lady, faccia attenzione" disse Igor porgendomi una frusta ed un pugnale.
Io li afferrai e annuii.

"Mi rifiuto di fare una brutta figura non sembrando all'altezza del compito, lo faró parlare, vedrai" dissi cercando di rassicurare piú me che Igor.
Spinsi il solido portone in Silverino e smisi quasi di respirare, alzai la testa e assunsi una posizione perfettamente eretta con pancia in dentro e petto in fuori. Per quanto il mio sguardo potesse sembrare sicuro e chiaro non lo era affatto.

Igor mi seguì all'interno della stanza e si mise in un angolino per assistere all'interrogatorio.

Aiden se ne stava seduto a gambe incrociate nella parte piú buia della stanza. Teneva la testa appoggiata al muro e le braccia piegate contro la parete, le sue mani erano costrette a mezz'aria dalle catene. Il suo respiro era lento e regolare. Sembrava quasi dormire.
Restai a fissarlo in silenzio per qualche minuto, solo il rumore traballante della lampadina che si accendeva e spegneva rompeva l'atmosfera funerea della stanza.

Improvvisamente sul mio viso si dipinse una smorfia di disgusto.
Appoggiai la mia mano destra sulla parete vicino alla testa di Aiden, poi, la battei violentemente contro l'imbottitura squarciata della parete grigia con l'intento di svegliare il ragazzo davanti a me. Mi piegai leggermente verso di lui.

"Svegliati" dissi con tono autoritario.
Un leggero sorriso compiaciuto vibró sulle labbra di Aiden.
Lentamente aprì i suoi occhi. Il nero e lo sporco sul suo viso, dovuti alla poca cura che i Castigatori avevano prestato per portarlo nelle segrete, gli segnavano in modo pesante due splendidi occhi di ghiaccio che non tardarono a brillare quando mi videro.
Quasi mi ipnotizzó.

VIRTUAL L'Inferno tra Ghiaccio e FiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora