La Caccia é Aperta

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Pov's Laura

Ares mi tese la mano e io la afferrai per aiutarmi a tornare in piedi.
Dovevamo riprendere la caccia al più presto, le ombre di Howl avevano iniziato a diradarsi nella luce del mattino, non c'era più tempo.
Lo inseguivamo da tutta la notte, avevamo corso senza sosta per ore e avevamo studiato le impronte che segnavano il suo passaggio. Eravamo come due mastini sguinzagliati contro la preda che, inutilmente, cercava di scappare e nascondersi.
Howl era un professionista in materia, non dormire e cercare luoghi sicuri per la notte facevano ormai parte della sua quotidianità e di certo ne era abituato. Il suo Carattere inoltre lo favoriva soprattutto di notte.
Indubbiamente il Carattere Luna rappresentava per i criminali e per i ladri un grandissimo vantaggio su chi li inseguiva, era grazie ad esso infatti se potevano scappare senza dare troppo nell'occhio o nascondersi facilmente nel buio ed aumentare la loro furtività.
Howl non era ingenuo e sicuramente abbinava sempre i vantaggi del suo Carattere con il suo acutissimo spirito d'osservazione, i suoi nascondigli difficilmente si riuscivano a trovare.

Volsi lo sguardo al cielo limpido mentre mi inginocchiavo a terra, accarezzai il terreno umido e soffice del sottobosco. Ne portai al naso un po' e lo annusai per qualche secondo, un leggero profumo di viole lo impregnava; il freddo della notte aveva contribuito a far sì che l'odore floreale di Howl si affievolisse con maggiore rapidità.

La caccia al gufo era ufficialmente aperta.

Pov's Alex

Quando entrammo nel castello di Lumix Castle venni accolta da enormi pareti spesse e dal cristallo talmente brillante e lucido da potermi permettere di vedere gli arredi delle stanze che si nascondevano ai nostri occhi dietro a pesanti portoni in mogano borchiato. Quell'abbinamento di materiali non mi piaceva moltissimo, trovavo che un legno così pesante in un ambiente così trasparente e leggero stonasse un po'. Non mi faceva impazzire il senso di eccesso che quelle porte rappresentavano, se fossi stata io ad arredare quel castello, avrei utilizzato materiali all'apparenza leggeri oppure brillanti come ad esempio l'argento o il Silverino.

La purezza del cristallo con il quale era costruito l'intero edificio, il pavimento, le pareti e perfino il soffitto alto, era tale da riflettere i colori della luce del sole, che si incontavano a mezz'aria creando una scia d'arcobaleno che attraversava i corridoi e riempiva gli angoli delle stanze.
Sembrava di nuotare in un mare di luce e vita, sul soffitto giocavano ribelli dei raggi solari che proiettavano i loro capricci sul pavimento lucido e cristallino.

Rimasi a bocca aperta davanti a quello spettacolo che nonostante potesse sembrare decisamente eccessivo non poteva fare a meno di strappare un'esclamazione di stupore a chiunque avesse avuto modo di assistere ad una meraviglia simile.
Solo Aiden restava impassibile, sembrava quasi che lui non fosse davvero in quel posto, sembrava che non stesse guardardo ciò che vedevo io. Potevo sentire i suoi nervi tendersi come corde di violino, ad ogni passo, sempre di più.
Pareva che lui con la mente fosse da un'altra parte, immerso in chissà quali ricordi dolosi. I suoi occhi ridotti ad una fessura vigile, il suo sguardo che si muoveva rapido su ogni dettaglio che ci scorreva vicino mentre la lunga corsia di feltro arancione e bianco attutiva il rumore dei suoi passi. La sua mano sinistra stringeva saldamente l'impugnatura della spada che gli pendeva dal medesimo fianco, i muscoli contratti di Aiden. Tutto di lui mi faceva pensare a un cacciatore cauto che si intrufola in territorio nemico per cacciare la sua preda.

"Aiden, forse stai un po'esagerando. Non c'é nessuno qui" dissi e la mia voce riecheggió lungo il corridoio. Il cristallo che ci circondava parve pulsare di luce per un brevissimo istante.
Lui si limitò a guardarmi fugace per poi ripercorrere tutto il corridoio con lo sguardo.
Si sentii un leggero rumore, quasi uno scricchiolio, come se si fosse formata una crepa sotto di noi. Seguì un rumore simile ad artigli che grattavano il pavimento lucido, scivolando su di esso. Più o meno come quando si entra in una casa con il pavimento liscio e il cane incomincia a perdere l'equilibrio, graffiandolo involontariamente con gli artigli per riuscire a restare in piedi.

VIRTUAL L'Inferno tra Ghiaccio e FiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora