Aurora mi corse incontro urlando, abbracciandomi e riempiendomi di baci sulle guance.
<< Tanti auguri a te! >>
La borsa mi cadde a terra, spargendo tutti i libri sul pavimento.
Aurora mi fissò mortificata per un istante, poi si abbassò per raccoglierli, rivolgendomi infine un sorriso gentile.
In lontananza vidi comparire un ragazzo dalle fattezze familiari. Mi scostai i capelli dalla faccia, portandoli dietro l'orecchio, e cercai di focalizzare meglio l'immagine.
Il ragazzo si era nascosto dietro una grande quercia e stava guardando verso la nostra direzione.
Come tutto d'un tratto sentii dentro di me esplodere una sensazione di calore accompagnata da brividi che correvano lungo la spina dorsale. Freddo e caldo, ghiaccio e fuoco. Ecco cosa stavo provando. Sensazioni contrastanti sintetizzate in una sola parola: paura.
Il respiro mi si fece affannoso, la vista annebbiata; le mani mi tremavano come un tremerebbe un budino sottoposto a onde sismiche, le gambe non reggevano più, non le sentivo più, non ce le avevo più.
Come gesto istintivo mi venne spontaneo stringere il braccio di Aurora, che ancora non aveva notato ciò che avevo notato io.
<< Alice... Che cosa c'è? >>
<< Andiamocene... Subito! >>
<< Che problema c'è? >>
<< È lui! Muoviti! È lui... Andiamo via, ti prego! >>
<< È lui chi? >>
<< È... È lui... Lì, dietro l'albero... >>
Le mie gambe iniziarono a muoversi velocemente facendomi correre terrorizzata verso l'atrio dell'edificio.
Eccolo lì il leone. E io ero la povera gazzella che doveva in qualche modo fuggire da esso. Era inutile, pensai, prima o poi mi avrebbe presa. Sarei stata presa e sbranata, fino all'ultimo brandello di carne.
Aurora mi seguì poco dopo.
<< Scusami, non lo avevo visto. Ora sono con te, ti sto vicina. >>
Mi abbandonai al pianto tra le sue braccia, mentre lei mi stringeva forte a sé.
<< Va tutto bene ora. >>
<< No! Niente va bene! Da quando sono qui la mia vita è stata stravolta! Non capisco più nulla... Non capisco cosa stia succedendo... >> biascicai tra un singhiozzo e l'altro.
<< Alice, stai tranquilla ora. È il tuo compleanno, è un giorno speciale e devi passarlo bene. Tristan non è più qua, se ne è andato. >>
Era il mio compleanno. Era il giorno del mio compleanno ma in realtà era un giorno esattamente come tutti gli altri da qualche mese a ora: un giorno vissuto nell'angoscia, un giorno in cui non vivevo ma sopravvivevo, un giorno in cui convivevo con i miei demoni, con il mio demone. Lui.La mattinata passò lentissima. Ogni secondo gocciolava giù ben scandito dal "tic, toc" dell'orologio appeso alla parete verde. Le parole della professoressa di letteratura fluivano da un orecchio all'altro, senza passare per il mio cervello. Sentivo che stava parlando, ma non sentivo le sue parole. In quel momento per me erano un fiume di versi collegati fra loro, e io ero nel mio mare di pensieri, dispersa tra milioni di onde.
Quanto avrei voluto affogare.Terminate le lezioni Alice e Adam si offrirono di pagarmi il pranzo da McDonalds. Accettai senza nemmeno pensarci, ma poi una volta seduti al tavolo riuscii a mangiare solo metà confezione di patatine fritte. Era tutto ciò che il mio stomaco poteva sopportare per quel momento, dato che si era chiuso come una morsa.
Tra una patatina e l'altra, messe in bocca controvoglia e masticate fino a dividerne pure gli atomi, intravedevo gli sguardi di Adam e Aurora, corrucciati in un'espressione che mi diceva "Ti stiamo nascondendo qualcosa".
Ma in quel momento non me ne poteva importare di meno. Finii le mie patatine e lasciai il mio panino al bacon ad Adam per poi iniziare a contare le briciole sparse sul tavolo.
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Teal and Orange (sospeso)
Любовные романыNon mi sarei mai immaginata di imbattermi in un'insidia simile. Non mi sarei mai immaginata di venire notata da qualcuno. Non mi sarei mai immaginata di essere stata oggetto di così tanto amore e di così tanto odio. Non mi sarei mai immaginata di in...