Capitolo 33

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Saranno state le due del mattino quando mi svegliai.
La sera precedente mi ero addormentata alle dieci (penso) poi mi avevano portata in camera.

La mia vescica mi obbligò ad andare in bagno, così mi alzai e mi infilai silenziosamente in bagno.
Tornando in camera notai che i ragazzi avevano portato a casa delle ragazze.
Vale aveva nel letto Jess (cosa alquanto normale visto che ultimamente quei due si guardavano in un certo modo) mentre mio fratello...non lo so, ma era davvero bella. I suoi capelli erano biondi e aveva un viso molto magro e solcato dagli zigomi, aveva un piercing al naso (tipo quello di Gio) e la pelle leggermente chiara.
Tornai in camera e chiusi la porta, mi sentivo un ninja che non faceva rumore. Mi misi una felpa invernale di Giorgio, aprii la finestra e un'ondata di vento freddo si riversò in camera mia.
Presi una sigaretta dal comodino e l'accesi. Non so benissimo il motivo, ne avevo voglia.

X:-non riesco a dormire- disse una voce "impastata dal sonno" così tenera che mi si sciolse il cuore.
Mi girai e lo vidi, Giorgio, con la sua cresta di solito sexy che sfidava la gravità ma che ora si era appiattita alla testa. Si era tolto i piercing e aveva due piccole ombre nere sotto gli occhi.
Io:-vieni facendo piano amore- gli sussurrai per non svegliare gli altri.
Arrivò da me, mi prese la sigaretta dalla bocca e me la lanciò fuori dalla finestra.
Io:-ma...perché!? Stronzo!- e gli sbuffai il fumo in faccia.
Chiuse la finestra, mi prese dai fianchi e cominciò a baciarmi. Un bacio pieno di amore, pieno di voglia.
Mi fece sedere sul letto; mi distesi quasi distinto. Si distese su di me e atterrò a peso morto con la testa sul mio petto. Trattenni un urlo di dolore.
Pregai di alzarsi, gli davo piccoli schiaffi sulla coppa e sul sedere ma non si spostava.
Feci vinta di stare male.
Io:-Giorgio...Giorgio non resp....giorg...gio-
M:-amore! Amore eccomi sono qui respira!- disse tirandosi su.
Risi di gusto per la sua reazione.
Mi rimisi sotto le coperte visto che mi stavo congelando; si mise sotto pure lui, cingendomi il fianco destro con il suo braccio, la sua testa era appoggiata alla mia spalla mentre mi sfiorava il collo con le sue morbidissime labbra.
Chiusi gli occhi, felice di quella situazione... nessuno mi aveva mai trattata così bene, come se io fossi il sole e lui la terra: se si fermava di girarmi intorno sarebbe stata la fine.
Mi sentivo la regina e lui era il mio re.
Poi era così bello, anche quando dormiva.
Non so, ora, come farei a stare senza lui.
Molti dicono che l'amore non nasce a prima vista; ma nessuno sa, nemmeno mio fratello, che da piccolina avevo una cotta per gio, e, anche da grande, coltivavo questa attrazione per lui prima che diventasse famoso e pure dopo. Diciamo che è stata la mia prima "berretta" che ho preso nella mia vita.
Quando quel giorno, che mi sembra lontano anni luce, sono entrata in questa casa e mi sono ritrovata davanti a lui, non ci volevo credere. Insomma si, sapevo che erano amici, che l'avrei conosciuto, ma mai, mai, avrei pensato di ritrovarmelo in casa.
Devo dire che se non fosse stato per mia madre, in questo momento io non sarei qui, Giulio non sarebbe qui, non sarebbe un rapper di grande fama.
Se non ci fosse successo quello che è successo, probabilmente la nostra vita sarebbe stupenda e, suvvia, chi è che vorrebbe una vita perfetta? Forse tu, che stai leggendo la mia storia, forse tu vorresti una vita perfetta, ma non è vero. Vorresti una vita come la vuoi tu, non vorresti essere ricca, o avere fama, vorresti solo poche cose che ti piacciono, che ti farebbero sentire unica e speciale o che semplicemente ti migliorerebbero la vita soltanto usandole o (se sono persone) parlandole.
Ecco, questa per me è una vita perfetta, ho mio fratello, un ragazzo che davvero mi ama, amici unici, il rap.
Il rap, anche a lui devo tutto questo.

[...]

La mattina fui svegliata da Giorgio,Jess e Vale che mi portarono la colazione a letto.
Pancakes, succo all'ace, dell'acqua e una rosa nera (alquanto finta).
Mi tirai su un po' faticosamente.
Come prima cosa mi toccai la fronte; avevo ancora un po' di febbre.
Presi i pancakes e li trangugiai, morivo di fame. Bevvi tutto il succo e tutta l'acqua.

G:-sorellina scendiiiii- mi urlò mio fratello dalle scale.
A fatica scesi dal letto, mi sentivo le gambe di piombo.
Misi un paio di calze calde e pucciose e scesi senza scivolare.
Io:-yaaa?- dissi io appena arrivata all'ultimo scalino.
G:-volevo presentarti una persona, lei è Viola una nostra grandissima amica- disse indicando la ragazza che avevo visto nel suo letto la notte prima.
Si fratellino, amica, si.
Io:-uhm, piacere... Rega....mi manca luca...- dissi rivolgendomi agli altri.
Non avevo voglia di conoscerla e di sentire come si sono conosciuti quei due; non mi andava proprio.

M:-a proposito...ti dobbiamo parlare; siediti. Notizia bella o brutta?- disse scendendo dalle scale in tutta la sua bellezza.
Indossava un cappellino verdastro e rosso, una maglia nera con scritto sul 'cuore' "bad boy", una felpa bianca e dei jeans normalissimi.
Io:-prima la bella.- dissi estremamente convinta guardandoli tutti in faccia.
V:-vengo a vivere quaaaaaa- disse l'altro sbucando da non so dove facendomi prendere un colpo.
Sorrisi e lo abbracciai, qualcuno mi avrebbe fatto compagnia se gli altri fossero usciti.
Io:-la brutta?- dissi con voce tremando.
G:-ecco...sai che luca saccone non è di qua no?...ecco...torna a Verona. Parte sabato.- disse tranquillamente.
Ovviamente loro ci erano abituati; io no.
Oggi era giovedì 17 novembre.
Mi sedetti passandomi nervosamente le mani sulle gambe.
Io:-mi mancherà- dissi solamente.
Non volevo ne piangere ne andare in panico.
Dopotutto, era un bene, perché quella è la sua città e nessuno di noi può obbligarlo a stare qua a Roma.
Forse non gli piaceva nemmeno.
L:-solo? Pensavo piangessi?- disse entrando dalla porta.
Io:-oh ma voi sbucate dal nulla ogni giorno?- ridacchiai - comunque, non voglio piangere, ti voglio bene eh; ma non credo che dobbiamo soffrire, non parti per una guerra- e sorrisi.
Ci abbracciamo così, senza un vero motivo.

[...]

Nel tardo pomeriggio, ovviamente, mi ritrovai a casa senza i ragazzi ma con Viola.
Parlammo un pochino, ma davvero poco.
Mi ha detto solo che Franco (o come si chiama), il menager dei ragazzi, era suo zio e passava molto tempo con lui visto che i genitori lavoravano sempre e molto spesso all'estero.
Non chiesi altro.
Non volevo sapere che rapporto c'era tra mio fratello, se me lo voleva dire ero libera di ascoltarla.

Tornarono a casa verso le otto di sera con delle pizze, si sarebbero fermati tutti a cena da noi.
C'era pure fred; e dire che sono rimasta incollata a lui tutta sera era poco.
Lo adoravo.
Alla fine ci scambiammo i numeri e salii per andare a letto, ero estremamente stanca.

Angolo autrice
JessieJack146 tesor questo lo dedico a te ahahah❤️
Spero vi piaccia.
Visto che non mi ricordo se il menager si chiama Fabrizio o Franco ho deciso di chiamarlo Franco da questo capitolo in poi.
Vi annuncio che più o meno l'ora di pubblicazione sarà questa visto che ho sempre poco tempo tranne alla sera.
E niente.
Buona notte🍃

Per il tuo amore ucciderò-Mostro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora