Capitolo 46

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«Piccola donna, scendi in bar, ti aspetto.»

Così scesi in bar e cercai Giorgio, senza trovarlo.

Io:-Dylan.. sai dove sta Gio?- chiesi al barista
D:-no mi dispiace, non l'ho visto però mi ha detto di dirti di andare in spiaggia, magari è lì..-

Lo ringraziai e andai in spiaggia, ma di lui nessuna traccia; almeno c'era Lisa.

io:-Lisa, sai dove cazzo è andato Gio? Mi ha detto che mi aspettava al bar ma non c'era..- scosse il capo porgendomi un costume bianco e sabbia
L:-ormai dovresti sapere che io ho sempre tutto con me- disse notando la mia faccia.

Effettivamente aveva ragione; a scuola qualsiasi cosa le chiedessi te lo prestava, scotch, una matita, un pastello, una penna color arancione, viola, arcobaleno. Aveva di tutto dentro il suo astuccio.

Mi andai a cambiare nelle cabine e quando tornai chiamai Giorgio e gli lasciai un messaggio in segreteria. Sapeva badare a se stesso ovunque si trovasse, è maggiorenne e vacinato e inoltre sa spaccare la faccia quando ce n'è bisogno.

Mi stendo sotto il sole intenta ad abbronzarmi fino a diventare color caramello per il ritorno a casa.

Mostro's Pov

Che fine avevo fatto? Beh potete solo immaginarlo.
Oggi è capodanno e voglio far passare a Fede la più bella serata che abbia mai vissuto. Così ho parlato a Lisa e a Dylan di non dirle niente e di non sapere dove fossi.

Quella sera l'avrei portata fuori a cena in un ristorante consigliato da un mio amico, l'avrei portata in uno studio di registrazione dove le avrei cantato «L'Ottava meraviglia del mondo» e l'avrei infine portata a vedere i fuochi d'artificio e, al rientro in camera, le avrei fatto trovare il letto cosparso di petali di rose e le avrei consegnato un mazzo di rose bianche e rosse.
Era tutto programmato nei minimi dettagli, l'orario, quello che si sarebbe messa da vestire...tutto.

Alle sette in punto scrissi a Lisa di mandare a lavare Fede dicendole che l'aspettavo al ristorante per le sette e mezza. Alle sette e un quarto mandai un autista a prenderla all'hotel e di portarla all'indirizzo che gli avevo consegnato; nel frattempo mi avviai a piedi verso il ristorante.

Federica's Pov

Alle sette e un quarto uscii dalla doccia, asciugata e messa l'intimo andai davanti all'armadio per sciegliere un vestito decente.

L:-Gio ha detto di metterti questo, ha detto anche di scendere appena sei pronta e di uscire dall'hotel- disse con nonchalance guardando il telefono.

Era tutto così strano..a che gioco stavano giocando?

Guardai bene il vestito che mi aveva preso Gio: era azzurro tiffany,con le maniche e il top in pizzo, con una cintura in vita di brillanti, la gonna di raso e tulle che arrivava a metà coscia. Ma la cosa che adoravo di più era il dietro, che lasciava scoperta la schiena. Ci abbianai un paio si scarpe nere col tacco, chiuse e lucide ed una pochette nera con la tracolla che riprendeva la cintura del vestito.

Mi guardai allo specchio, quasi titubante.

L:-hey, sei sempre stata stupenda Fede, perché dovresti essere titubante proprio in questo bel periodo? Stai con la tua crush delle superiori, lui ti ama alla follia. Emma hai una vita fantastica finalmente okay?- disse accarazzandomi la schiena.

Le sorrisi e la ringraziai.

Era una cosa che mi mancava di Lisa, per qualsiasi situazione in cui ti trovavi, riusciva a trovare le parole giuste per tirarti su di morale e farti sorridere. Era una persona favolosa, una di quelle che ci sarebbe sempre stata per te anche se te ne fossi andata.

Mi passò un lucidalabbra rosa, il mascara e la matita nera.

L:-stai bene con poco trucco, sei una ragazza acqua e sapone perfetta!-

Mi cacciai a ridere. Mi truccai e scesi nella hall. Proprio qui, mi aspettava dylan che mi scortò fino all'uscita.
Fuori vidi una limousine nera. L'autista mi sorrise, scese dalla lussuosa macchina e mi aprì la sportella gentilmente.
"Goditi la serata splendore" fu l'unica e ultima cosa che sentii da parte di Dylan prima che si chiuse la sportella. Prima di partire.

Mi stavo godendo il paesaggio, avevo provato più volte a chiedere all'autista dove stavamo andando, ma ogni volta mi diceva "è un segreto".
Così ho perso le speranze e mi sono messa a guardare fuori dal finestrino, ad ammirare la bellezza di quel luogo.
La gente nelle strade sembrava così felice, tutti col sorriso stampato sulle labbra, si salutavano tutti, si conoscevano tutti e i bambini che giocavano per le vie ad "acchiapparella" erano così carini.
Passai la maggior parte del viaggio a guardare le persone che giravano per la strada, finché l'autista mi disse che mancavano cinque minuti all'arrivo e di aspettare che venissero ad aprirmi la sportella, appena arrivata.

Quando finalmente arrivammo, un ragazzo alto, dalla carnagione scura come i capelli, venne ad aprirmi la porta. Bloccai lo schermo del telefono, presi la borsa, scesi e lo ringraziai.
La limousine partì e mi lasciò di fronte all'entrata di un lussuoso ristorante.
"Giorgio, potevi evitare tutti sti lussi cristo"
Ma non mi lamentavo, non avrei più passato serate, o giornate, così quando saremo tornati; lui si sarebbe chiuso nel suo studio a scrivere e a finire quel maledetto disco (come gli altri ragazzi) e io sarei rimasta sola in casa ad arrangiarmi, a fare i compiti e a studiare per riportare sufficienti tre materie.
Il ragazzo che mi aveva aperto la sportella mi scortò gentilmente dentro, dove trovai un uomo in giacca blu scuro e pantaloni perfettamente abbinati e i capelli tenuti bene in un ciuffo grazie al gel.

**angolo autrice**
Lo so, mi state odiando, non ho pubblicato per un sacco di tempo, mi scuso.
Comunque pensavo di concludere questa storia in breve tempo (tipo si e no 10 capitoli) perché non voglio fare una storia che duri 100 capitoli.
Detto questo, lasciate una stellina, grazie:)
Avete ascoltato il nuovo album?

Per il tuo amore ucciderò-Mostro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora