Capitolo 40

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Mi svegliai la mattina con la sveglia impostata la sera prima.
Avevo il foglio appiccicato alla faccia e la matita sotto la pancia.
Erano le nove, così scesi per vestirmi e uscire con jess...era da un po' che non passavo del tempo con lei e non mi divertivo come abbiamo sempre fatto. Fare stronzate, girare per il centro, fare a gara di cicche o far venire degli infarti  ai vecchini.

Comunque, mi diedi una bella sciacquata veloce, spazzolai i capelli e li raccolsi in una treccia a lisca di pesce, misi il mascara e il mio rossetto nero.
Indossai una maglia nera senza nessun disegno, degli skinny sempre neri e la felpa dell'honiro color grigio.
Misi il mio parka color verde militare ed uscì munendomi di chiavi e telefono.

Io:-Jesss!- urlai vedendola seduta al bar.
Come sempre ero in ritardo. Colpa del bus!
La salutai abbracciandola e dandole dei baci sulle guance.
J:-puttana. Non esci più con me!- disse incolpandomi.
Io:-scusa, sono impegnata col lavoro...volevo proprio parlarti di questo.- iniziai
J:-dimmi tutto cara.-
Io:-avevo intenzione di ricominciare la scuola ma fare francese invece di tedesco. Quella puttana mi sta sul cazzo in una maniera!- le confessai.
J:-io ho cambiato indirizzo, faccio francese.- disse masticando la pastina ordinata.
Io:-inoltre, ieri sono andata a trovare il padre di Giorgio in prigione, per questo ho la voce nasale ed il cerotto sul naso...me l'ha rotto quel pezzo di merda.-
J:-ahhhh...non volevo chiederti il motivo del cerotti sai...- disse ridendo sotto i baffi.
Parlammo un po' della nostra situazione attuale, come andava con Giorgio e Valerio, come andava con i ragazzi, io come andavo al lavoro e lei a scuola.
Decise di riaccompagnarmi a casa e di rimanere per pranzo (come al solito si è auto invitata giustificando di non aver cibo).

Tornammo a casa e trovammo già tutto apparecchiato.
Sul divano c'erano Giulio e Viola, Ghali, Giorgio e Valerio.
Subito jess saltò addosso a quest'ultimo sbaciucchiandolo.
M:-c'è già pronto, andiamo a mangiare che ne dite? Ah amore, oggi andiamo a fare un giro al mare, dobbiamo andare a trovare un amico.- disse sorridendo.

Ci sedemmo a tavola e ci abbuffammo tutti, tranne viola che mangiava come un uccellino. Invidiavo tutto di lei, era bella e magra. Aveva dei capelli stupendi e una pelle altrettanto stupenda. Non l'ho ancora conosciuta del tutto ma mi sembrava una ragazza molto...normale?
Una ragazza che secondo te con Giulio non la vedresti mai, pensi che lui non avrebbe mai occhi per lei. Invece non è così. Mio fratello stravede per lei, si vede da come la guarda e dal fatto che insieme quei due non li vedi mai. Stanno sempre da soli. Giulio porta a casa lei solo la sera per scopare e bona.
Erano carini quei due insieme.

Finito il pranzo noi ragazze sparecchiammo e caricammo la lavastoviglie, mentre i ragazzi stavano spaparanzati sul divano a guardare la Tv o a rincoglionirsi con Clash Royal, che giochino di merda.
Verso le tre Giorgio iniziò a prepararsi per andare al mare, io decisi di rimanere com'ero e ritoccarmi il rossetto.

Al mare
M:-okay bambola, questa è la casa di un mio amico, si chiama Emanuele.- mi disse Giorgio spegnendo il motore della macchina, accingendosi a scendere e andare dall'amico.
Annuii con la testa e scesi per prima dalla macchina, mi faceva male il sedere dopo il lungo viaggio.
Giorgio suonò il campanello e venne ad aprire alla porta un ragazzo abbastanza alto, con i capelli mori scompigliati in una specie di ciuffo, la barba fatta due giorni prima e 'sti occhioni marroni assonnati circondati da macchie violacee.
E:-bella Gio!- disse lui aprendo il cancello per farci entrare in giardino.
Sono certa che voi vi stiate immaginando la solita casetta del mare, piccola e un po' trasandata.
Ma questa, signori e signore, era una villetta. Aveva un giardino gigantesco con una piscina (ora coperta), un garage per la macchina abbastanza grande.
Ci fece accomodare con il sorriso stampato sul volto.
E:-piacere Emanuele e tu sei..?- disse allungando una mano verso di me, con tono ammiccante.
M:-la mia ragazza.- disse stringendomi a lui.
Oh quanto adoro il Giorgio geloso.
Emanuele alzò le mani vicino alla testa, come per dire "non ho fatto niente di male eh", poi ci fece accomodare in salotto e ci offrì una tazza di tè (per me) e di caffè (per Giorgio).
E:-sei qua per i soldi giusto? Beh, ecco a te la tua somma amico- disse tirando fuori un mazzetto da €50.
M:-solo questi? Niente di più? Mi sembrano pochi...però va bene così tranquillo.- disse prendendo in mano la mazzetta e, dopo averla ispezionata, la mise in tasca.
Osservai quella scena facendomi mille domande.
Soldi per droga? Per un lavoro sporco?
Le parole mi uscirono dalla bocca senza volere.
Io:-Giorgio...ma spacci?..-
Scoppiarono entrambi in una fragorosa risata.
M:-no piccolina, sono i soldi degli album venduti, sono miei, di vale e del tuo fratellino.
Grazie Ema, noi ora torniamo a casa.- disse appoggiando la tazza di caffè sul tavolino e togliendomi la mia dalle mani.
Uscimmo da quella casa enorme, ti sentivi fuori luogo là dentro.
Salimmo in macchina e tornammo a casa.
Dormii per tutto il viaggio, con la mano destra di Giorgio appoggiata sulla mia coscia.

Angolo autrice
Mi scuso per l'orario ma l'ho appena scritto rendendomi conto di aver lasciato il capitolo a metà.
Spero che vi piaccia e vi ringrazio per le visualizzazioni.
Vi amo❤️

Per il tuo amore ucciderò-Mostro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora