Capitolo 4 : Collide

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Lost in translation, due anime disperse nel tempo

Saoirse rimase bloccata da quelle due braccia, mentre sentiva il profumo di quell'uomo riempirle le narici fino all'anima.

C'era qualcosa in quegli occhi, qualcosa di incredibilmente bello e tremendamente familiare.

Rimase a fissarlo ancora per un attimo, mentre sentiva il respiro di lui sfiorarle il viso come una carezza, finchè non notò un sorriso spuntare sulle sue labbra.

"Salva per un pelo" disse.

"Già" rispose lei, accorgendosi solo in quel momento di essere ancora attaccata a lui; lentamente, si staccò.

"Avete un precario senso dell'equilibrio in Irlanda al mattino" disse con fare sarcastico.

Lei si mise sul piede di guerra: guai a toccarle l'Irlanda, anche solo per scherzo!

"E voi avete un precario equilibrio notturno in Spagna" replicò con un mezzo ghigno sarcastico.

Il sorriso morì sulle labbra di lui ed un lampo di stupore attraversò le sue iridi scure, subito sostituito da un'espressione da indisponente: "Hai avuto problemi a dormire?"

"Mi hanno insegnato a contare le pecore, non i gemiti, per addormentarmi" rispose calma.

A lui scappò una risatina: "Mi dispiace averti scandalizzato, ma temo che ti ci dovrai abituare" replicò subito dopo.

"Non ci scommettere" disse Saoirse prima di allontanarsi verso la sua stanza.

"Non ringraziarmi per averti evitato la caduta!" le gridò sarcastico.

"Ok, non lo farò" rispose lei con semplicità urlando dietro la porta chiusa, lasciando il sivigliano interdetto ancora fermo in corridoio.

*****

Sergio si sciacquò il viso e rimase per un momento con le mani appoggiate al lavandino.

Certo che quella ragazza aveva una lingua tagliente come un rasoio: gli costò ammetterlo, ma quello scambio oltre ad averlo stupito lo aveva anche divertito.

Non era bella, non era la classica ragazza a cui era abituato, nessuna modella alta e formosa, niente curve mozzafiato, niente di niente, era una ragazza come potevano essercene milioni al mondo, probabilmente per strada non l'avrebbe nemmeno notata, ma c'era un particolare: gli occhi. Quegli occhi. C'era qualcosa di incredibilmente familiare in quello sguardo, come se dentro di sè sapesse di averli già visti.

Il suo cuore accelerò improvvisamente i battiti e Sergio si stupì della sua reazione.

"Devo cercare di dormire di più, sto dando i numeri" disse tra sé e sé.

Si voltò per uscire e notò attaccato al posto dell'accappatoio un pigiama con disegnato sopra un trifoglio; si avvicinò, lo prese e sghignazzò malignamente: "Così vai a dormire con il pigiama della nonna, eh?"

Tornò in camera e si accorse che Natalie non era a letto, probabilmente si era già alzata e stava preparando la colazione. Si rivestì e corse alla porta della ragazza irlandese, bussando.

"Sì?" disse lei.

Lui aprì la porta e lei trasalì avendo indosso solo un paio di jeans ed il reggiseno: "Non ti hanno insegnato ad aspettare che si dica avanti?" tuonò viola in volto.

Sergio rise: "Di solito sì, ma non amo molto le regole".

"Nemmeno quelle basilari dell'educazione" commentò Saoirse piccata, comprendosi con il lenzuolo.

Lost in translation || Ramos, CasillasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora