Capitolo 22: Signs I still remember

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Lost in traslantion, due anime disperse nel tempo

Note dell'autrice Morgana/Luisa:

E dopo due settimane torno con un bel capitolozzo che porta tanti pensieri, qualche novità.. beh, insomma, vedrete.

L'unica cosa che non cambia è il mio orario assurdo!

Os quiero chicas! ;)


Iker fissò la ragazza davanti a sé come se avesse davanti un messaggero arrivato chissà da quale universo lontano.

"Tre secoli" sussurrò.

"Due e qualcosa per essere precisi" sorrise lei "Non ricordi niente?" domandò calma avvicinandosi.

Il portiere rimase interdetto per un attimo: non ricordava nulla, ma qualcosa in lui era scattato guardando Gwen, anzi Gwendalyn, come l'aveva erroneamente chiamata.

"Chi è Gwendalyn?" chiese cercando una risposta nei suoi occhi verdi.

""Vorrei chiamarla Gwendalyn". Questa frase mi è venuta in mente quando l'hai pronunciata in casa ieri. Non so chi sia, ma è stato un uomo a pronunciare quelle parole. Tu?" azzardò la ragazza.

"Perché dovrei essere stato io?" cambiò tono il capitano del Real.

"Perché qualcosa mi dice che è così, d'altra parte non sei scappato e non mi hai dato della matta quando ti ho parlato dei tre secoli" rispose tranquilla la rossa.

"Ti ho già conosciuta, vero?" sospirò Casillas passandosi una mano tra i capelli "Quando ti ho vista per la prima volta in webcam, qualcosa si è acceso".

"E' lo stesso per me" sorrise lei.

"Siamo come Saoirse e Sergio?" domandò preoccupato.

"Non lo so, quello che è accaduto a loro è legato ad un disegno molto più grande ed umanamente difficile da comprendere ai giorni nostri" replicò seria l'irlandese.

"Se anche tu sei qui, se noi siamo qui, stasera, ora, qualcosa deve voler dire" affermò il ragazzo.

"Niente succede per caso, nemmeno io sono qui senza ragione" rispose la rossa.

"Come fai ad essere così calma?" le chiese stupito.

"Non lo so, ma quello che sta succedendo è come se fosse qualcosa di.. naturale" affermò.

"E se fossimo anche noi parte di quel disegno? Se fossimo tutti qui adesso per chiudere questa storia?" disse con un tono più che da domanda.

"Allora la chiuderemo. In un modo o nell'altro" replicò la ragazza.

Dopo un lungo attimo di silenzio, il portiere parlò: "Tu non ricordi niente?"

"A parte quella frase, ricordo un uomo, un ragazzo di cui non riesco a distinguere il volto, fermo poco lontano, mentre io piango appoggiata ad un albero. Poi un ciondolo dalla forma strana e poche parole "Ti rivedrò ancora"" cercò di ricordare ad alta voce.

Il portiere trasalì, quelle parole gli rimbombavano nel cervello come i rintocchi di un gigantesco pendolo in una stanza vuota.

"Ti senti bene?" domandò la rossa toccandogli una spalla con fare preoccupato.

"Sta succedendo di nuovo" disse il portiere.

"Cosa? Cosa sta succedendo di nuovo?" chiese la ragazza.

"Il tuo ritorno" rispose il capitano del Real.

La ragazza sgranò gli occhi: "Ma che stai dicendo?" gli chiese con tono incredulo e spaventato.

Lost in translation || Ramos, CasillasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora