Capitolo 27: The people we used to be - Parte I

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Lost in traslantion, due anime disperse nel tempo

Note dell'autrice Morgana/Luisa:

Avevo pensato di fare un unico capitolo, ma sarebbe venuto veramente troppo lungo, così ho deciso di dividerlo in due.

Come vi ho anticipato, questo è il capitolo ambientato nel passato che spiega tutto (o quasi) e questa prima parte spiega tutta la storia di Elin; ho scelto di raccontarla dal suo punto di vista sia attraverso le parole che attraverso gli scritti.

Se siete in una giornata "no", vi sconsiglio di leggere o rischiate di ritrovarvi con le lacrime che sgorgano a fiumi.

Un abbraccio a tutte e grazie per i commenti ;)


Irlanda - Fine 1700

Camminava in mezzo ad una folla che urlava. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo. La gente teneva in mano delle torce e sembrava molto agitata. Arrivò davanti ad un cumulo di paglia, vide un fuoco sprigionarsi all'improvviso. Si voltò ed incrociò due occhi: non erano occhi qualsiasi, era lo sguardo più fiero che avesse mai visto. Provò ad avvicinarsi a quell'uomo, facendosi largo tra la gente, ma all'improvviso qualcosa la trattenne, impedendole di muoversi, Lui si voltò e la fissò ancora una volta, poi scomparve.

Elin McGowen si svegliò di soprassalto e sospirò: ancora una volta quel sogno, ancora una volta quegli occhi. Si sporse dal letto e vide le sue sorelle che dormivano tranquillamente, ignare di tutto.

Si riappoggiò al cuscino: quel sogno aveva iniziato a manifestarsi dal giorno in cui aveva deciso di partire per la Spagna con la famiglia di sua zia.

Non poteva essere una coincidenza, non esistono le coincidenze: chiunque fosse quell'uomo, probabilmente la stava aspettando e la cosa le strappò un sorriso; sì, era proprio così, le sue doti di preveggente non avevano mai fallito.

C'era qualcos'altro però, qualcosa che non riusciva ancora a definire, come un eco lontano che le metteva una strana inquietudine, quasi paura.

"Non puoi avere paura, Elin, stai costruendo il tuo futuro e stai andando incontro al tuo destino. Sorridi" si disse, prima di voltarsi di fianco e addormentarsi nuovamente.

Aine McGowen guardava la sua gemella che cercava invano di chiudere la valigia.

"E' necessario portarsi tutta quella roba?" domandò perplessa.

"Invece di fare domande, perchè non mi dai una mano?" rispose Elin.

"Siamo nervose, eh?" sghignazzò la sorella avvicinandosi per aiutarla.

"Già, parecchio" ammise l'altra.

"Ehi, Elin McGowen che ammette qualcosa! E' davvero un periodo miracoloso!" la prese in giro.

"Aine, vorrei mettere a tacere quella boccaccia, ma sono troppo tesa per la mia partenza, per cui chiudi il becco e lasciami stare" la zittì.

La gemella le fece una linguaccia e le voltò le spalle, guardando fuori dalla finestra: "Sei sicura che sia la cosa migliore?" le domandò all'improvviso.

"Ne abbiamo già discusso" tagliò corto la sorella.

"Sì, ma è la Spagna, Elin, non potresti andare.. che ne so.. in Inghilterra? Lì c'è zia Mildred, lei potrebbe aiutarti" cercò di convincerla.

"La Spagna è un'occasione unica! Posso conoscere nuova gente ed aiutare le persone in un contesto diverso. E poi è bello conoscere culture diverse dalla nostra, no?" sorrise.

"Ti sei messa in testa di fare il medico e mi può anche star bene, ma chi ti dice che ti daranno retta? Sei una donna, oggi le ragazze come noi devono impegnarsi a trovare marito, sfornare marmocchi a rotazione ed ingrassare a dismisura!" disse prima di scoppiare a ridere.

Lost in translation || Ramos, CasillasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora