Capitolo 18: Quiet Little Voice

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Lost in traslantion, due anime disperse nel tempo

Note dell'autrice Morgana/Luisa: Vorrei dirvi un sacco di cose, ma sono talmente stanca che rimando le discussioni a domani.

Chiedo venia per la mia assenza, ma mi stanno stressando da morire al lavoro.

Vi lascio al capitolo che smuove un po' le cose...

Os quiero!

Quella mattina - Ore 08,00

Sergio Ramos aprì il cancello di casa e raccolse da terra il pacchetto che qualcuno aveva abbandonato lì dopo aver suonato il citofono ed essersi dileguato nel nulla.

Il sivigliano sorrise leggendo il nome del mittente: "La strega del Nord" - Cork - Irlanda.

Si avviò con il prezioso involucro dentro casa e lo aprì immediatamente per vederne il contenuto che si rivelò essere un cd.

Lo inserì nel lettore ed una voce a lui familiare lo accolse:

"Buongiorno Sergio!

E' l'alba di una giornata meravigliosa ed io ti sto parlando seduta sulle famose tegole che ci hanno visti protagonisti qualche settimana fa: spero solo di non scivolare, perché stavolta non ci sarà nessuna testa dura a salvarmi!

Non hai idea di quanto sia bello vedere il sole sorgere da quassù, mentre gran parte della metropoli è avvolta in uno strano silenzio fatto di rumori ovattati; ti starai domandando come può esistere un silenzio fatto di rumori ovattati.. beh, io penso che anche il silenzio abbia un suono, una vibrazione sommessa: certe volte il silenzio può essere più assordante della musica in una discoteca di sabato sera.

Sono stati giorni strani, ciascuno di noi nuovamente perso nei suoi pensieri: tu impegnato con le trasferte, io con lo studio. Mi sono resa conto che il nostro rapporto è fatto così: periodi di intensi scambi di parole (o meglio litigi) e momenti altrettanto intensi di silenzio, come se le nostre menti avessero bisogno di prendersi una pausa per realizzare cosa ci siamo detti e la nostra anima ci imponesse un cessate il fuoco per eccesso di emozioni.

Perché per quanto si voglia negare, alla fine, ogni nostro incontro cela sempre una grande emozione: talvolta positiva, talvolta negativa, talvolta quasi mortale; sembra quasi che siamo sempre pronti a spingerci entrambi sull'orlo di un abisso, ma che nessuno dei due abbia il coraggio di dare la spinta finale per gettare l'altro dentro.

Forse perché non possiamo perderci proprio ora che ci stiamo ritrovando.

Capisco che questo è un argomento difficile da affrontare, ma se non lo facciamo, non ci capiremo mai niente ed i nostri incubi continueranno a perseguitarci, come quello che ho fatto io stanotte. E tu? Hai fatto lo stesso sogno?".

Il sivigliano sussurrò un "Sì" che si disperse nell'aria della stanza vuota.

"Stavo pensando che forse dovremmo avvisarci, che ne dici? Quando uno dei due fa quel maledetto incubo può dirlo all'altro, scrivendo anche solo una parola come ad esempio "again" (so che voi spagnoli non amate l'inglese, ma magari si può fare un'eccezione per una volta).

Come ti dicevo l'altra sera, sono spaventata anch'io, ma quando ti ho guardato negli occhi la scorsa volta, ho capito che ce l'avremmo fatta. Non so come né perché, però so che ce la faremo. Ma ho bisogno che tu ci creda, ho bisogno che ti fidi di me e ho bisogno di fidarmi di te, ho bisogno che tu capisca come sono ed io ho bisogno di capire come sei, hai bisogno di sapere chi sono e ho bisogno di sapere chi sei.

Mi presenterai Sergio Ramos?".

Il sivigliano premette il tasto di stop e sospirò.

Forse era veramente il momento di smetterla di scappare.

Lost in translation || Ramos, CasillasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora