Capitolo 31: You Break Me Down

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Lost in traslantion, due anime disperse nel tempo

Note dell'autrice Morgana/Luisa:

Questo capitolo è lungo e travagliato, per questo non mi dilungo. Vi dico solo che la maggior parte della narrazione avviene dal punto di vista di Sergio e sul finale è un'alternanza dei fatti e delle parole di Gwen.

I commenti li lascio a voi. Grazie a tutte come sempre.

Os quiero!


Madrid - Ore 09,45

Sergio Ramos aggiustò il colletto della camicia con una mano e cercò di mantenere in equilibrio il mazzo di fiori con l'altra.

Era il primo esame per la laurea specialistica di Sisì e lui aveva deciso di presentarsi per farle i complimenti, perchè sapeva già che sarebbe stata bravissima!

Aveva passato quasi tutte le sere delle ultime due settimane china su alcuni tomi che avevano spaventato il calciatore per quanto fossero spessi e continuava a girare per casa parlando di foreste, indigeni, lingue mai sentite prima ed usi e costumi alquanto bizzarri.

Stava imparando tantissimo da lei e nei modi più diversi: era colta, sveglia, brillante e non gli faceva mai pesare la differenza culturale che c'era tra loro, perchè doveva ammetterlo, lei era veramente avanti anni luce in confronto a lui; gli stava insegnando il gusto per le cose semplici, a vedere la natura sotto aspetti che non aveva mai considerato: era diventato attento alla raccolta differenziata, a non uccidere neanche gli insetti che trovava in giardino.

"Sembro un santone indiano" ridacchiò tra sé e sé mentre varcava l'ingresso dell'ateneo, seguito dagli sguardi increduli dei ragazzi che si davano gomitate indicando il personaggio.

"Scusa, sai dirmi dove si tengono gli esami di Etnologia?" domandò ad una ragazza bionda.

Lei sgranò gli occhi, poi arrossì di colpo e balbettò: "Al piano superiore, terza aula a sinistra".

"Grazie" le sorrise il sivigliano prima di avviarsi lungo le scale.

Arrivò davanti alla porta ed entrò, notando come un numero imprecisato di teste si fossero girate a guardarlo: fece un timido sorriso e si accomodò in fondo, lontanissimo da tutti, ma in una postazione perfetta per vedere Saoirse.

"Scusa, è tanto che è seduta lì?" chiese a bassa voce ad un ragazzo moro seduto davanti a lui.

"No, l'hanno appena chiamata" rispose.

"Perfetto, grazie".

Ora poteva rilassarsi ed ascoltare cosa avesse da dire quella ragazza che gli aveva cambiato la vita: non che avessero smesso di litigare, anzi, era impossibile non avere una discussione praticamente su tutto, ma questo a lui piaceva molto più di quanto fosse disposto ad ammettere anche con se stesso.

Osservò Sisì, seduta davanti al professore con aria incredibilmente seria, la camicia che aderiva al suo fisico minuto, ma proporzionato, i capelli che portava raccolti in una coda alta, le mani che si toccavano l'una con l'altra; agli occhi dei presenti poteva sembrare sicura di sé, ma Sergio sapeva bene che era nervosa, ormai riusciva a cogliere i suoi stati d'animo con lo sguardo, esattamente come faceva lei.

All'improvviso si rabbuiò, ripensando alla discussione avuta con Iker e a come fosse stato vicino a confessarle tutto quella sera...

L'allenamento si era concluso e lentamente i giocatori stavano lasciando il centro di Valdebebas, tutti tranne due: Sergio ed Iker.

"Cazzo!" sbottò il sivigliano chiudendo violentemente l'armadietto.

"Te lo avevo detto che non potevi controllare la cosa" rispose pacato il portiere.

Lost in translation || Ramos, CasillasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora