Capitolo 9: Eyes Like Yours

221 13 0
                                    

Lost in traslantion, due anime disperse nel tempo

Note dell'autrice Morgana/Luisa: Vi ho fatto aspettare come al solito, ma in compenso ho scritto un capitolo più lungo del solito (come ai vecchi tempi con l'altra storia).

Grazie per i commenti, vi adoro!

Madrid - Ore 01,00

Saoirse era seduta sul tetto e guardava le luci della città che scintillavano nella fredda notte madrilena.

Sorrise ripensando alle parole di Gwen e a tutto quello che era riuscita a scatenare in lei: per la prima volta, dopo tanto tempo, era veramente lei, la stessa Saoirse d'Irlanda.

"Certo che è veramente uno spettacolo, non avevo mai visto le cose da questa prospettiva" commentò lui.

"Talvolta abbiamo bisogno di qualcuno che ci trascini oltre le nostre posizioni per poter vedere nuovi orizzonti" rispose lei calma.

"Eppure io vengo qui da anni e non me ne sono mai accorto. Ad essere sincero, non ci ho mai neanche pensato" confessò quasi vergognandosi.

"Non è importante, ora lo sai e puoi condividere questo con chi vuoi" sorrise la ragazza.

"Perché mi sento così?" domandò all'improvviso dopo un lungo attimo di silenzio.

"Così come?" chiese lei curiosa guardandolo.

"Come se fossi sospeso nel tempo e nello spazio, come se non toccassi terra" disse serio fissando l'orizzonte.

"Credo sia il senso di libertà" rispose lei seguendo il suo sguardo sulla città.

"Il senso di Saoirse" disse lui.

Lei lo guardò con un misto di stupore e perplessità: "Il senso di Saoirse?"

"Sì" replicò lui fissandola finalmente negli occhi "Mi hai detto che Saoirse significa libertà, giusto? Il senso di libertà è il senso di Saoirse" concluse con un mezzo sorriso.

Lei rimase senza parole, si girò nuovamente verso l'orizzonte e sorrise.

Due giorni prima...

Saoirse avvertì un senso di freddo sul viso e qualcosa che sembrava solleticarle una guancia: una sensazione strana, un tocco delicato, quasi una carezza.

Aprì lentamente gli occhi ed incontrò lo sguardo di Sergio, immobile davanti a lei: la sua immagine si stagliava contro il sole ed il dolore per la troppa luce le fece aprire e chiudere le palpebre più volte.

"Sapevo che avrei dovuto lasciare la ciocca al suo posto, ma se l'avessi fatto ti saresti svegliata comunque per il fastidio" disse tranquillo.

Lei si riscosse e si tirò a sedere di scatto: "Ma che diamine?!?" chiese confusa.

Lui non si spostò di un millimetro, limitandosi ad alzare un sopracciglio: "Che diamine?" domandò in attesa che lei finisse la frase.

L'irlandese lo squadrò: "Mi sono addormentata in macchina" concluse.

Sergio rise: "Brillante intuizione, Watson!"

Saoirse si lasciò andare nuovamente contro il sedile, sbuffando: "Perché non mi hai svegliata?" protestò.

"In pratica l'ho fatto" rispose calmo.

Lei si girò a guardarlo: "Cadi sempre in piedi tu, eh?"

"Sono Sergio Ramos, baby" replicò con un ghigno.

"Infatti, ora me lo ricordo" disse lei prima di tirarsi su ed apprestarsi ad uscire dall'auto.

Con uno scatto lui la fermò,poggiando la sua mano su quella di lei ormai pronta ad aprire lo sportello: "Aspetta" disse.

Lost in translation || Ramos, CasillasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora