Capitolo 35: Beyond Life And Death

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Lost in traslantion, due anime disperse nel tempo

Note dell'autrice Morgana/Luisa: Il capitolo è molto lungo, ma non ho voluto dividerlo perchè avrebbe perso di intensità.

Detto questo, mi defilo e vi lascio alla lettura.

Vi amo tutte e vi ringrazio come sempre.


Madrid - Ore 18,00

Il volto di Iker Casillas non era mai stato tanto serio, specialmente nel momento in cui aveva preso Gwen per un braccio e l'aveva trascinata in macchina con lui.

Lei lo aveva osservato in silenzio per tutto il tragitto, cercando di usare la sua empatia per capire meglio fino a che punto potesse esplodere e quello che sentì non le piacque per nulla: lui era a dir poco furioso.

Frenò bruscamente nel parcheggio riservato e aprì la portiera della rossa, prima di spalancare il cancello di casa e chiudersi dentro per evitare i paparazzi che, in quel momento, sarebbero proprio stati la ciliegina sulla torta della sua esistenza.

"Qualcuno deve darmi una spiegazione" disse serio voltandosi a fissare l'irlandese.

"Esatto, per esempio dirmi perchè sono qui" rispose lei contrariata.

"Non iniziare con i tuoi giochetti, Gwen! Sono serio e voglio sapere cosa sta succedendo" affermò senza spostarsi di un millimetro.

L'orgoglio della rossa urlava di andarsene senza dirgli un bel niente, ma l'altra parte, quella razionale, si rendeva conto che dopo l'exploit della sera precedente in Guatemala, non poteva far finta di niente.

"Che cosa vuoi sapere?" sospirò cercando di celare il nervosismo che le chiudeva lo stomaco.

"Cosa diavolo significava quella telefonata?" domandò severo.

"Niente, cosa vuoi che significhi? Ero sbronza, lo hai sentito, era la sera d'addio, tra universitari, ci è scappato qualche bicchierino e.." spiegò.

"Dimmi la verità!" la interruppe afferrandola per le braccia.

Gwen piantò i suoi occhi verdi in quelli di lui e rimase in silenzio.

"Sono disposto a tenerti così per tutta la notte se è necessario" l'avvisò il portiere.

"Allora spero che non ti stancherai" rispose lei fredda.

Iker la osservò intensamente per un momento, poi allentò la presa ed indietreggiò, iniziando a camminare per il salotto: "Una parte di me muore dalla voglia di prenderti a schiaffi, un'altra mi sta urlando di mandarti al diavolo ed un'altra ancora vuole solo entrare dentro di te per leggere quello che ti sta succedendo" confessò.

La rossa lo seguì con lo sguardo e nella sua testa si agitarono un milione di pensieri: la verità era che si era pentita di quella confessione, avvenuta in un momento di altissimo sconforto che l'alcool era riuscito a tirare fuori dalla sua ferrea personalità, ed ora voleva solamente liberarsi il più presto possibile di quella situazione; il peso di quei ricordi, dei continui viaggi tra Irlanda e Spagna, dei segreti incredibili tra le famiglie McRue e McGowen, iniziavano a diventare enormi per le spalle di una semplice ragazza irlandese che voleva solo fare l'archeologo e vivere felice tra le verdi valli.

Tutto il suo passato, anche quello di vite lontane, stava iniziando a diventare ingestibile.

"A cosa pensi?" domandò il portiere interrompendo il flusso dei suoi pensieri.

Gwen sospirò: "Sono stanca. Immensamente stanca. Di tutto".

Il portiere la guardò ed una profonda ondata di tenerezza gli sconvolse l'anima: per la prima volta, Iker era in grado di vedere Gwen nella sua interezza, non solo nella sua parte vivace, orgogliosa e tenace, ma anche in quella fragile e sensibile di cui tanto gli aveva parlato Saoirse. La rossa, in quelle pause lunghe e silenziose, così inusuali per la sua effervescente personalità, gli stava facendo conoscere il lato che cercava sempre di celare.

Lost in translation || Ramos, CasillasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora