Una casa alta, porticato in colonne di legno, finestre oscurate dalle tende grigiastre ricoperte di un sottile strato di polvere. Le pareti sono in legno, tinte di un bianco che per il tempo tende a un grigio usurato. Diversi piani si innalzano al cielo nuvoloso di questa sera. Io vestita come al solito, come i miei accompagnatorio, d'altro canto.
Nell'aria c'è un odore marcato di fumo, sarà un vizio.
Saliamo i gradini in entrata, scricchiolanti per via del tempo e dell'umidità.
Slender bussa alla porta.
Poco dopo si vede spuntare dallo spiraglio un occhio verde smeraldo, pian piano un visino di bambina, rigato dal sangue. Ho una strana sensazione di averla già vista.
Porta un vestitino rosa che le arriva fino sotto i ginocchi e ballerine dello stesso colore, i capelli sono di un castano chiaro a boccoli.
-si può sapere dove eravate finiti voi?! Mi stanno dando sui nervi, non la smettono di annoiarsi, e non sai quanto possa rompere Eyels per i suoi reni!!! Lo sai che se ci sei tu la festa si anima!- dice, quasi lo urla la piccola dietro la porta, mi fa strano vederla rimproverare un adulto. Però pensavo fosse Splendor ad organizzare le feste...forse solo quelle per bambini.
-scusa Sally, Trender non si decideva su cosa indossare- si scusa lui. Il fratello si volta verso di lui con sguardo arcigno, pur sapendo che il destinatario fa finta di nulla.
-come sempre ormai!- lo rimprovera lei.
-eh, scusate ma, c'è qualcuno di nuovo qui!- si è appena accorta di me, che mi nascondevo dietro le larghe spalle di Slender, tutta colpa del' imbarazzo.
- oh, lei è Blum- lui mi fa spazio, scostandosi affianco a me, mandando in rovina lo "scudo umano" che stavo utilizzando.
-salve...- faccio, mi sento le guance arrossarsi, fortuna che ho il colorito di un cadavere.
-piacere di conoscerti, io sono Sally! E...devo avvertirti, non ti fidare mai di nessuno qui. È un consiglio da amica- mi fa lei, annuendo. Incredibile, ci siamo solo salutate e già sono sua amica, mi piace.Dal suo aspetto direi che faccia parte della cerchia di assassini che si aggira in questo bosco. Devo ricredermi, a quanto pare anche i bambini se animati da ricordi orrendi possono spingersi ad uccidere.
Entriamo e lei ci conduce a una stanza con pista da ballo circondata da tavoli e un lungo bancone ricolmo di cibo e bevande. Mi pare di aver visto una vasca di punch...troppo rosso per essere un normale punch. Giurerei che anche loro usano un certo "ingrediente segreto".
Subito i miei occhi si posano su quel sorriso pazzo e assassino , prolungato e molto, molto rassicurante, strana ironia. Jeffrey Wouds, o come preferisce essere chiamato e viene altrettanto soprannominato dai giornali, Jeff The Killer.
Mi avvicino e lo affianco mentre sorseggia un bicchiere d'aperitivo.
- sai, da ragazzina ho conosciuto delle tue vittime- gli faccio, con voce fredda e scortese. Diciamo che quando voglio, metto da parte l'insicurezza per rimproverare o vendicarmi.
-sul serio?! Wow. Ma...scusa come hai fatto se non ho mai risparmiato nessuno?! Insomma non puoi averli conosciuti se sono morti!- sapevo che si sarebbe stupito, proprio quello che volevo.
-beh sai...ognuno ha i propri mezzi- adoro far rabbrividire le persone, lasciando nelle mie parole un pizzico di mistero.
-ah. Comunque non so chi potrebbero essere, non ricordo nemmeno l'ultima vittima che ho ucciso e ti dico...è stato questa notte- bella memoria, lo prenderei a schiaffi anche per questo. Chi è che va in giro a uccidere chi gli capita a tiro, se neanche lo si conosce e non ha il motivo di farlo?!
Oh, giusto, sono circondata da psicopatici, assassini assetati di sangue e di piacere.
Con mio stupore e dolce amara soddisfazione in bocca, noto una ragazza vestita di nero, porta una maschera bianca con occhi e labbra nere. I capelli sono del medesimo colore.
Sta cercando di versare la ciotola del punch su di Jeff...quasi riesco a intravedere sotto la maschera un sorriso beffardo.
-eckhm!- faccio per farle capire che la sto tenendo d'occhio e che mi sono accorta delle sue intenzioni. Lei mi guarda e si immobilizza, quasi indifferente.
Ma versa comunque il liquido rosso sulla testa di jeff, che si pietrifica prendendo un respiro come per immergersi in acqua, gli occhi completamente spalancati.
Solo ora mi rendo conto che non hanno palpebre a coprirli.
Soffoco una risata isterica, troppo esilarante la scena.
Lui si gira con un'espressione tra lo schifato e incavolato, quasi si avventa su di lei ma un viticcio nero lo prende per il cappuccio della felpa bianca.
Lui lo tiene sospeso per aria, le mani sui fianchi e uno sguardo stanco e pieno di rimprovero per il suo comportamento. Lo capisco, però lascia che chiunque gli faccia i dispetti. Ne approfitterò un giorno.
Lascio quella scena piena di rimproveri e mi sposto sul banchetto.Subito evito i pochi bicchieri rimasti pieni di punch, allontanandomi con una smorfia di disgusto. Noto invece una fila di bicchieri sottili a gambo alto, con un liquido bluastro al loro interno. Cerco di prenderne uno ma subito una mano esile e bianca mi blocca.
-meglio se non bevi, non voglio che diventi anche te un alcolista, come la maggior parte dei presenti- mi fa lui con la sua voce bassa.
Lascio in mano sua il drink. Non ho mai bevuto in vita mia e, preferirei evitarlo e considerarmi totalmente pura e sana.
-ma scusa non eri a rimproverare Jeff?- domando io.
-oh diciamo che stavolta ci ho messo meno del previsto. Se vuoi ti faccio conoscere tutti- mi spinge lui, allacciando il braccio dietro la mia schiena e appoggiandolo poi al fianco.
-no faccio da sola, grazie- voglio spingermi io, non essere aiutata, devo rompere questo gelido e indistruttibile ghiaccio con le mie forze. Con dispiacere mi stacco dal suo caldo contatto, mentre lui si dirige verso il fratello Trender.
Mi giro e osservo la sala, scruto tutti scegliendo chi sarà la mia prima lastra di ghiaccio da scalfire.Una ragazza dalla coda di cavallo, capelli neri e mesche fucsia cerca di flirtare con Jeff, mentre lui cerca di pulirsi dalle tracce rosse sulla sua felpa. Lei parla a raffica e continua battere le ciglia cercando di essere seducente, ma il risultato è il contrario, lui è disinteressato.
-Nina NON MI INTERESSA!!!- fa Jeff scocciato, alzando il tono di voce.Forse è questa la punizione che gli ha imposto Slenderman.Lei porta una felpa violastra, una gonna corta nera che le cinge la vita, delle calze a righe rosse e nere, tirate fin sulle magre cosce. Anche lei col sorriso incavato nelle guance.
Continuo a cercare...non vorrei disturbare la punizione.
Mi cresce l'acquolina in bocca alla vista di una ciotola di caramelle. Il ragazzo con la mano tuffata in quello zucchero da carie è vestito in nero, grigio e bianco tutto a strisce. Sulle spalle porta una fila di piume di color nero.
Una ragazza accanto a lui cerca di sfilargli qualche caramella e anche lei è vestita ugualmente, diversamente per la gonna. Che bella compieta, mi avvicino a loro.
-potrei avere una caramella alla menta, per favore?- chiedo, ho una certa voglia di fresco pungente, di sentire la mia bocca fredda e l'alito alla menta, l'ho sempre adorato.
- alla menta?! Sono le mie preferite!- fanno loro in coro, tutti e due a bocca aperta.
Non so perché, ma non mi è nuovo tutto ciò.
Loro si guardano.
-ecco tieni! Sai a nessuno qui oltre a noi adora quel gusto- fa lei.
-sul serio?!- impossibile, a chi non piace la menta. Beh dopotutto sono gusti.
-come ti chiami?- mi chiede il ragazzo dal naso a cono, righe nere e bianche.
-il mio nome è Blum, piacere!- gli porgo la mano in segno amichevole e loro, con le loro mani dalle dita affilate e prolungate, nere e fasciate, mi stringono la mano.
- noi siamo Jack e Jill Laughing!- fanno loro all'unisono.Vado avanti, con la caramella che si scioglie in bocca.
Scorgo un ragazzo che azzanna avaramente qualcosa di rosso e, probabilmente crudo, che gocciola di sangue.
-scusa ma... cosa stai mangiando?- faccio io sconvolta dalla cosa, sperando di non essere troppo invadente.
-mai visto un rene?- mi fa lui, voltandosi.
Una maschera blu con due buchi neri, al posto degli occhi, da cui escono vari rivoli di una sostanza dello stesso colore. Mi ricorda la mia lacrima...
-scusa ma...tu saresti?- mi chiede.
-Blum, mi chiamo Blum- gli faccio
-Io sono Eyels Jack- è la persona di cui parlava Sally.
-scusala Eyels, lei non sa che sei un demone. È nuova- fa una vocina dietro di me, dalla direzione direi che la persona a cui gli appartiene è "diversamente" bassa. Mi volto e un bimbo, vestito di verde con un capello a punta come le sue orecchie, mi guarda dal basso. Sembra un elfo uscito da qualche videogioco, ma in versione disturbante visti gli occhi che lacrimano scie di sostanza cremisi.
Forse dovrei smetterla di definire tutti bambini, perché sono io quella smisuratamente alta.
-sono Ben, Ben Drowned- le pupille sono rosso sangue, il resto dell'occhio è completamente nero.
-piacere Blum- gli stringo la mano, ricordando poi ciò che aveva detto -aspetta, hai detto che lui è...-inizio, poi bloccandomi nel ricordare la parola esatta.
-demone? Si- riprende Eyels, quasi con fare fiero.
-e io sento che tu non sei né umana e poco slender. Cosa sei di preciso?- mi chiede scrutandomi da capo a piedi. Che vuole dire?
- non ora Jack- Slender è venuto in mio soccorso, avrà sentito i miei pensieri.Lui mi tira in disparte.
-chiariremo questa storia un altra volta- mi fa quasi arrabbiato per aver lasciato trapelare qualcosa su di me. Pur non avendo detto niente ha sospettato qualcosa...come?
Che strano.
Ancor più strana è la sensazione che provo in questo momento, la stessa di stamattina.
Gli ho già conosciuti, tutti loro.
Ci siamo già incontrati.
Ma quando?
Sento che non eravamo poi tanto amici, in simpatia. Nemici forse?Sento i loro pensieri. Nella mia testa.
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Don't forget my eyes
HorrorUna ragazza alla ricerca della sua infanzia, una città fantasma, una foresta e incontri con persone fuori dal normale che la porteranno a cambiare per sempre, trovando una parte oscura in lei. Un passato orribile che non la fermerà dal guardare al f...