Terminate le ore di scuola, le due ragazze si recano a casa della prima che pedala sotto la dolce luce del sole. Questa riscalda la loro pelle, vivacizza dopo un lungo inverno la pelle olivastra della castana, mentre la pelle rosata della ramata rimane pallida ed arrossata, in piccole parti scoperte dai vestiti.
Sarah tiene la testa appoggiata alla spalla destra dell'amica, per non avere i suoi capelli in faccia durante il tragitto. La conducente sente quel contatto dolce ed affettuoso, un sorriso allegro si marca sul suo volto. I vestiti si fanno leggeri e si lasciano trasportare contro vento.
Si sentono gli uccelli cinguettare per la via di casa della ragazza, un lieve scrosciare si percepisce a lato della strada, dove vi è un piccolo canale d'acqua. Le piante sono già in fiore e i loro aromi tingono l'aria di mille colori, come i giacinti sulle entrate delle case e i tulipani nelle aiuole.
Raggiunto il cancello in ferro grigio della casa, le ragazze scendono dalla bici ed entrano nel viale di sassi bianchi. Sonora conduce la bicicletta nel capanno per poi raggiungere Sarah, che l'attendeva alla porta lignea dalle due lunghe finestrelle in vetro rettangolare.
Entrano e si dirigono in sala da pranzo, per mangiare ed andare subito alla questione.
-salve!- saluta l'ospite in direzione di Nora, la madre di Sonora. La donna si volta dalla postazione dei fornelli, ricambia il saluto con un enorme sorriso e con un -benvenuta tesoro!-.
La madre di Sonora è molto socievole e simpatica con tutti, affettuosa e dal carattere stravagante. Un po' matta delle volte, tutto lo fa per veder sorridere e ridere la figlia.
-oggi Sarah rimane tutto il pomeriggio- avverte l'amica, mentre sua madre le fa cenno di sedersi controllando il pranzo che sfrigola sulla padella rovente.Finito di pranzare tra le chiacchiere, le due si dirigono nella camera di Sonora. Sarah si mette comoda sul bordo del letto e guardando l'amica, che se ne sta in piedi seria domanda sempre più impaziente.
-allora, mi vuoi parlare o dovrò morire dalla curiosità?- dice sarcastica ma con sguardo preoccupato. L'altra sospira insicura, intanto che dentro di se due correnti si scagliano l'una contro l'altra.
-meglio che vada subito al dunque...- dice sedendosi affianco all'amica e, guardandola negli occhi con freddezza e serietà inizia a raccontare.
-io non ho sempre vissuto qui, in questa casa. Prima di trasferirmi in questa città abitavo altrove, in una città più a nord di qui. All'inizio l'odiavamo io e mia mamma, anche perché mio padre ci aveva obbligate a cambiare casa, per via del suo lavoro.- la ragazza prende un respiro come non riuscendo a ricordare, o meglio come se non volesse ricordare.
-in quel posto tutti erano strani, si comportavano in modo freddo come se fossero tutti contro l'altro. Come temendo il peggio dal prossimo. Per non parlare del luogo, tutto lì mi metteva i brividi. Io e mia mamma non ci eravamo integrate per bene, e questo è uno dei motivi per cui ce ne siamo andate.- Sonora guarda fuori dalla finestra, l'amica osserva i suoi occhi e le pare di vederla rimembrare i lontani ricordi.L'atmosfera si fa pesante, più seria e soffocante. Sarah ora è certa che la cosa che affligge l'amica da tutto il giorno, è qualcosa di davvero grave. Su cui non potrebbe mai sorvolare, anche se in verità nessuna delle due ha mai evitato un problema dell'amica.
Tutte e due si sono sempre aiutate a vicenda per risolvere i propri problemi, per sconfiggere i propri demoni.
Sonora ritorna a guardarla e decisa torna a parlarle.
-lì non ero mai riuscita a fare amicizie, non avevo nessun amico. Finché una notte, io ed una donna siamo diventate amiche. Per così dire, perché in fondo non ci siamo conosciute per bene.- l'altra blocca il discorso dell'amica, sollevando la mano davanti al suo viso per farla tacere.
-hai fatto amicizia con una sconosciuta?!- dice stupita Sarah, guardando ad occhi spalancati l'altra.
-beh...si?- risponde a bassa voce Sonora, insicura e preoccupata per la reazione dell'amica.
-e tua madre come ha reagito? Insomma...hai fatto amicizia con uno sconosciuto- le domanda facendosi ancor più curiosa e preoccupata.
-ehm, in realtà non l'ha saputo subito- risponde guardandosi le mani nervosa.
-comunque, tornando a noi. Quella sera, la donna era uscita dalla foresta in cui era immersa la città. E, da quella volta ci siamo incontrate per altre due notti. Fino all'ultima, in cui le dissi del trasferimento- continua Sonora a bassa voce, per paura che sua madre le stesse ascoltando.
-quindi ricapitolando, vivevi in una città in cui le persone si comportavano in modo schivo, circondata da una foresta e da cui è comparsa questa donna. Sonora tutto ciò mi sembra troppo strano per essere reale...non mi stai dicendo una bugia, vero?- parla Sarah dubbiosa, nessuna delle due aveva mai detto bugie all'altra o per lo meno non tanto gravi. Dunque lei non sapeva se crederle su due piedi, dopotutto che bisogno c'era di mentire alla propria amica?
-d'accordo, se non mi credi vieni con me, volevo fartela vedere più tardi ma a quanto pare non mi lasci nessuna alternativa...- dice rassegnata alzandosi dal bordo del letto.
STAI LEGGENDO
Don't forget my eyes
TerrorUna ragazza alla ricerca della sua infanzia, una città fantasma, una foresta e incontri con persone fuori dal normale che la porteranno a cambiare per sempre, trovando una parte oscura in lei. Un passato orribile che non la fermerà dal guardare al f...