DIETRO C'È...GOVERNO

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Deduco che questo fosse il suo ufficio.
Una stanza grigia, pareti coperte da archivi. La sua scrivania è popolata da carte e cartelle di lavoro. Cartacce sono sparse per terra intorno alla postazione.
-cosa volevi mostrarmi?- chiedo al mio compagno, che intanto si è messo a rovistare fra le carte in cerca di qualcosa.
Lui non risponde e io mi concentro sulla stanza che mi circonda.
Il metallo dei cassetti, degli archivi, è ammaccato e delle carte ne escono, come bloccate tra la libertà e la prigionia.

Un quadro appeso al muro attira il mio sguardo. Il vetro è scheggiato ma la foto è ancora intatta.
Vi è ritratta la sua famiglia, la moglie al suo fianco mentre la piccola in basso, sotto alla madre.
Qualcosa mi dice che non erano molto in sintonia, sento mancare quell'aura familiare tra loro.
Un dettaglio nascosto conferma le mie ipotesi, la donna e la bambina sono staccate dal padre, nemmeno gli abiti si sfiorano.
Una famiglia spezzata a metà e fredda, ecco cosa ritrae la foto.

-guarda- la sua voce bassa mi riscuote dai pensieri.
Mi avvicino al suo fianco, tiene una cartella gialla in mano.
Una scritta rossa sulla copertina salta al mio occhio , "TOP SECRET".
-cos'è?- domando curiosa, un'atmosfera leggera e silenziosa ci stringe.
Sembra tutto morto qui attorno a noi, come se il tempo si fosse fermato in quel lontano giorno tinto di rosso.
-è la tua cartella- risponde lui con voce neutrale. Prendo fra le mani quel raccoglitore di carte a cui è stato inciso il mio nome.
La apro, col timore di leggere e scoprire qualcosa di orribile.
Le mie mani sono guidate dalla curiosità ma, qualcosa mi dice che non dovrei saper nulla di tutto ciò, di quello che c'è scritto in queste carte.

-se non te la senti...puoi anche lasciar stare- mi sussurra lui, stringendo un braccio intorno alla mia vita, come per sorreggermi.
Ha notato la mia indecisione.
-ho il diritto di sapere- dico velocemente con un fil di voce. L'aria pesante che mi sovrasta rende le mie idee lente e aggrovigliate.
Il primo documento, che mi si presenta fra le mani, descrive il mio aspetto fisico e mentale quando ancora ero rinchiusa nel corpo di una, semplice e triste, umana.
In allegato vi è una piccola foto che ritrae il mio volto "innocente" da bambina.
Degli enormi occhi, grigioverdi e pieni di tristezza, mi fissano scrutandomi da dietro una pellicola in plastica. Quel mio piccolo volto, chiaro e fragile, incorniciato dalle ciocche di capelli rosso fuoco.
Quella chioma chiara e ondeggiante, che ormai si è tinta di un nero ghiaccio.

A quanto dicono le fonti riportate negli effetti, i genitori a cui "appartenevo" di cui hanno analizzato i resti bruciati, presentavano un'anomalia nella catena del loro DNA.
Un collegamento creatosi dal nulla, formato da nucleotidi tuttora ignoti alla scienza. Avevano pensato, che questo cambiamento della catena genetica, avesse riportato forti e impulsi cambiamenti al carattere di questi individui.
Giustamente questi scienziati ci hanno azzeccato in pieno, penso con amaro sarcasmo ricordando l'improvviso odio che avevano iniziato a provare nei miei confronti, genitori e figlio.

-questo conferma ciò che ti aveva riferito tuo padre- mi ricorda lui riferendosi a quel lontano interrogatorio.
-già...- confermo io sottovoce continuando a leggere.
Questi scienziati hanno analizzato ogni cosa, ogni prova della mia esistenza e del mio passaggio su questo mondo.
Una voce a parte nel modulo intitolato "analisi delitto", se è così che considerano l'esplosione che provocai, spazzando via le anime impure di quei vecchi cittadini; informa che sul luogo di propagazione sono state rinvenute altre cellule ignote e alquanto bizzarre, oltre ai corpi sgretolati di due bambine di circa nove anni di età.
Qui mi sorge un dubbio.
Se io sono ancora viva e quelle cellule non appartenevano ai copri delle bambine...da dove arrivano?

Slender continua a starmi accanto, leggendo le informazioni che hanno riportato e definite segrete.
Sfoglio velocemente i dati della mia permanenza all'orfanotrofio, qui dichiarano di aver nascosto la mia identità passata alle suore e ai dirigenti.
Descrivono poi i miei genitori adottivi e i luoghi in cui sono andata ad abitare, fino all'ultima casa.
Quindi mi hanno veramente tenuta d'occhio per tutto questo tempo? Trovo poi una busta, infilata tra gli ultimi fogli.
Aprendola delle foto scendono e si adagiano a terra.

Entrambi ci chiniamo, verso il pavimento grigio piastrellato, osservando le foto sparse.
Ogni scatto ritrae la me del passato, sembrerebbe che mi controllassero costantemente dovunque io andassi.
Il luogo che circonda la mia figura umana è proprio la città fantasma in cui, quasi un anno fa, mi recai per cercare delle risposte.
Mi hanno seguita fin qui, ora io mi chiedo...fin dove volevano arrivare? Per quanto ancora volevano scrutarmi da dietro i cespugli?
-questo spiega il mio comportamento di quella sera...- dice con voce colpevole, guardando il rapporto di un cecchino.
Cecchino che aveva sparato sul vetro del salotto un proiettile contenete veleno chimico, creato in questi laboratori e studiato per far andare fuori controllo il gentiluomo dal lato crudele che amo.

Un'altro ricordo amaro e freddo che mi percuote il cuore.
Continuiamo a leggere, dopo aver raccolto ogni singola foto e controllato che non vi apparisse nessun altro oltre a me.
Hanno pure registrato i miei atteggiamenti in quei lunghi tre mesi, lontana da questa foresta e dalla mia vera casa.
-meglio che tu legga anche questo- mi sussurra impaurito, forse per me...che avrà letto fra queste carte?
Lui mi passa un foglio, con un simbolo nero che svetta sopra il testo, di un qualche mandato o circolare. Tre frecce puntano all'interno di un cerchio nero, un simbolo alquanto strano e a me ancora sconosciuto.
-sembra che...l'SCP volesse prenderti in custodia e trasportarti al loro centro scientifico proprio quel giorno...- affretta lui, la sua voce è roca e spezzata.
Prova paura verso questa associazione?
Cosa potrebbe mai essere, un gruppo di scienziati che lo terrorizzano?

-non è affatto così- continua lui in risposta ai miei pensieri -l'SCP è una fondazione segreta del governo, che si occupa di mantenere segreta l'esistenza di esseri...come noi, paranormali con abilità che vanno contro le leggi della fisica e di questo mondo- spiega in modo controllato e con voce preoccupata.
Non pensavo che il governo potesse arrivare a tanto, ordinare a questa organizzazione di catturarmi e di tenermi sotto controllo.
Da quello che vi è scritto su questo mandato, si richiede il mio trasferimento nella loro sede centrale, esattamente per quel giorno in cui condannai a morte tutti gli umani che risiedevano in questo edificio.
Che strana coincidenza ha creato il mio destino.

-c'è una cosa che devi sapere sull'organizzazione dell'SCP...-

Don't forget my eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora