Dai buchi scendono sottili rivoli di sangue, mentre il suo respiro si fa pesante e la sua gola si richiude in una morsa appiccicosa e bollente, come la sua fronte grondante di sudore. L'aria inizia quasi a mancare, come risucchiata o spazzata via, altrove, impedendogli così di respirare e riprendere la corsa verso la luce cremisi e lampeggiante, sfuocata e sdoppiata. Sente la pelle liscia, una sensazione morbida che lo avvolge e lo trascina nel fondo del buio e freddo corridoio. Il suo corpo sprofonda in un abisso di sabbie mobili, dentro una nube nera ed avvolgente che spira aria gelida come dentro un vortice di fumo denso. Incosciente e con la mente persa negli ultimi pensieri...ma quali sono questi? Gli occhi più chiusi che aperti, riesce a stento ad intravedere due fessure bianche da cui si dipartono a spirale dei fumi grigi.
Non era mai stato felice della sua vita, non aveva nessun motivo per ricordare o per riguardare ai suoi giorni passati...non ne sarebbe valsa la pena, come continuare a fingere ogni giorno di non avere dei segreti da nascondere in una cartella di plastica nel cassetto.Stava spaccando con ripetuta furia la porta di lamiera bianca. Era ancora alterato per essersi fatto scappare una preda. Voleva trovare quella donna dai capelli turchesi e...trafiggerla con le lame fredde delle sue accette, magari un taglio netto al collo o due colpi profondi sullo sterno del torace, tranciarle le mani e i piedi così non avrebbe più potuto fuggire...si, questo ed altro. Entrando dal varco che si era aperto si ritrova faccia a faccia con un cane medio-grande, ma piuttosto strano. Il suo corpo è come cucito da materia bianco latte e giallognola, un muso piatto che lo guarda con occhi spaiati, uno felino e l'altro di una capra. La cosa che gli fece più ridere era il suo anormale ghigno, cucito ai lati dell'enorme bocca. Gli sembrava così...uguale a lui, si sentiva compreso e lui comprendeva l'animale che lo guardava scodinzolando.
Guardandosi dentro i suoi occhi si sentì improvvisamente tranquillo, non pensava più a uccidere e a cercare la donna, al caos che aumentava e rumoreggiava dietro alle sue spalle. Si sentiva stranamente...pacifico. Finché un uomo in camice non li divise, coprendo l'animale e spintonandolo contro il muro. Il suo gesto lo riportò alla realtà, sentiva nuovamente la rabbia salirgli in gola. Odiava quell'uomo, per avergli strappato via la pace e lo sguardo di quel cane.Si sentiva un brulicare, un certo strisciare e arrampicarsi. All'orecchio umano sarebbero potuti sembrare vicinissimi quei rumori, ti sembrerebbe quasi di sentirteli camminare addosso. Un mormorio costante e nascosto agli angoli delle pareti. Senza alcun controllo, strisciano attorno e verso un unico punto, un povero uomo che sembrerebbe essere la loro calamita. Insetti volanti e creature striscianti, lo seguono o si disperdono, lo attaccano o si lasciano trasportare da lui. Un agglomerato, una nube di insetti che si muove e si aggira per i corridoi, che aumenta di passo in passo.
Un gruppo di circa 15 soldati armati, scende le scale per il secondo piano quando la coppia in prima fila viene trafitta al petto da qualcosa di invisibile. Il sangue esce copiosamente dai soli due fori piccolissimi. Si sente lo sfregare di lame alla fine della scalinata, ma non c'è nulla ad attenderli. Qualcuno cerca di fare fuoco, rimanendo poi paralizzato al vedere i suoi proiettili tagliati a metà ricadere a terra. Ed è qui che qualcosa parte all'attacco, scagliandosi contro il gruppo e fendendo i giubbotti antiproiettile degli uomini, arrivando alle carni e frantumando le ossa.
Un groviglio affilato come rasoi si ripulisce del loro sangue sopra i corpi, fili di monofilamento che costituiscono il corpo di un entità biologica sconosciuta sembrano fluttuare leggeri nell'aria. Una pioggia cremisi bagna e ricopre i corpi trafitti dei soldati, mimetizzandosi alle luci rosse intermittenti.
-tu chi sei?- domanda con voce fine il ragazzo seduto al centro della stanza, dalle pareti imbottite di una spugna grigia. Painter lo osserva da capo a piedi, sembrerebbe essere un ragazzino di 9 anni ma la sua voce constata il contrario. La sua pelle è in parte cauterizzata. Siede al centro in una posizione quasi scomoda.
-il mio nome è Painter e sono venuto qui per...- il giovane dalla camicia blu si blocca, osservando perdutamente il ragazzo.
-come dici?- lo incita lui, inclinando a scatti la testa e allargando la bocca in una strana smorfia.
-...ti porterò fuori di qui- conclude apatico, cancellando ciò che avrebbe voluto dire. Si avvicina a passi incerti mentre il ragazzino cerca di alzarsi da terra ma ritrovandosi ad urlare per la rottura di un osso. Painter si paralizza non capendo.
-la donna aveva detto che sarei dovuto stare qui, fino all'arrivo di qualcuno ma...come faccio ad uscire se ad ogni mio movimento si rompe un mio osso?!- urla con gli occhi umidi e guardandosi i piedi.
L'assassino, tralasciando i suoi interrogativi, rassicura il ragazzo poggiandogli con leggerezza una mano sulla spalla. Lo prende in braccio con attenzione ed inizia a uscire di lì a falcate lente.
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Don't forget my eyes
KorkuUna ragazza alla ricerca della sua infanzia, una città fantasma, una foresta e incontri con persone fuori dal normale che la porteranno a cambiare per sempre, trovando una parte oscura in lei. Un passato orribile che non la fermerà dal guardare al f...