GIORNO 3

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-continuate con la procedura, deve parlare- ancora la sua voce che continuo ad udire sopra a tutte le altre.

Dopo la prova del ragno, molte altre si sono andate a susseguirsi, una peggiore dell'altra.
Sono stata bruciata ma sono ancora intatta.
Sono stata assalita da insetti e da serpenti ma respiro ancora.
Sono stata cacciata dai miei genitori ma guardo ancora avanti.
Sono stata colpita dai miei amici ma le ferite si sono rimarginate.
Sono stata rinnegata dalla società ma nessun cappio si è stretto al mio collo.
Uccisa dal mio stesso amore...penso ancora a LUI.

Niente potrà mettermi in ginocchio, nemmeno i loro stupidi giochetti. Forse mi schiacceranno il cuore ma non il mio animo.
Mi sto sempre più lasciando andare, le forze non vengono a mancare pur non avendo mangiato per tre giorni.
Aspetto che il prossimo incubo mi assalga e che mi bisbigli "muori" all'orecchio, che mi abbracci con la sua depressione e il terrore...non aspetto altro.

-fatti sotto! Che aspetti!- le urla escono senza il mio consenso, sto sempre più cadendo in basso.
-su dai, che avete da aspettare! Fatevi sotto, io non vi temo!- sto impazzendo.

Come un interruttore di rabbia o un effetto contro le mie forze per opprimermi, un liquido denso e nero inizia a riversarsi dal soffitto e dalle pareti.
Sembra che in fondo questa stanza fosse bianca all'esterno ma nera dentro...proprio come me.

-ahaha che bello! Del nero finalmente! Quel bianco stava per darmi alla testa!- una vocetta distorta e acuta esce dalle mie labbra, il mio corpo inizia a dondolare di qua e di la come ubriaco.
Ho perso il controllo su me stessa.
Vediamo che si può fare.

-aaah è così magnifico! Spettacolare! Non potevate fare di meglio!-
Giro come una trottola sulle acque nere che ormai mi arrivano alle mie "fragili" ginocchia.
Mi specchio su quel soffice strato che lampeggia di sfumature nero chiaro.
Tutto brilla sotto i miei occhi.
Sembra di essere in un paradisiaco inferno.

-aumentate la potenza...- ordina il comandate ai suoi uomini da dietro le telecamere.
Che dolce! Crede di farmi paura con un po' di tetro colore?

-ahahaaaa quanto mi fate pena!!- piego la mia schiena all'indietro guardando con il volto capovolto la postazione di quello scienziato, i capelli che si tingono in quel color sciolto.
-guardate che vi veeedooo! Cercavate di nascondervi ai miei occhi?!- lo sguardo aperto in ogni angolo della stanza come se tremassi di paura, occhi spalancati in modo raccapricciante.
Trascino la mia mano latte sulle pareti nere che si sciolgono al mio tatto...che piacevole solletico!
Le gocce nere di anime cadute che si adagiano e scivolano via sulle mie dita!
Una sensazione inebriante!
La piscina si fa sempre più alta.

-ehi! Signori! Volete rischiare ancora di farmi affogare, per caso?! Beh devo dire che ci vorrà molto di più per far spirare la mia anima!- la mia voce  urla, cosciente del loro ascolto.
-lo sapevo...volete solo giocare, siete fatti come tutti gli altri! Volete usarmi per i vostri scopi! E questo a me non piaceee!!- una bambina piagnucolosa si rivela galleggiare su quel lembo di lenzuola nere, la testa penzola sulla spalla con un finto muso di capriccio.
Cosa ha in mente la mia testa?
"Che cattive persone che sono.
Far affogare una povera fanciulla come me! Che spreco!" Una vocetta accompagna i miei pensieri.

-sapete, avete sbagliato a sfruttare questo strano aggeggio di incubi...- costei si aggira per la stanza con le braccia incrociate al petto, si riflette sugli specchi del liquido che scende dalle mura.
-...bene almeno la fa parlare, sentiamo che ha da dirci la morte...- lui continua a commentare, incredulo di ciò che gli si presenta davanti agli occhi.
-guardate che vi sentoooo!Ahahah!- in risposta alla sua voce curiosa, cerca di farlo innervosire.
Porterà alla pazzia le loro menti portando la mia a un livello più alto.

-oh e grazie di aver usato, il mio vero nome!- sembra voglia sfruttare le loro forze per giocare con la loro mentalità.
Ma non capisco "il mio vero nome"?
-però non vale! Questo liquido nero mi appartiene! È miooo! E non ne avete il diritto di usarlo contro di me!- la fanciulla dalle tante arie si dimena quasi sulla disperazione.
Una bella scena teatrale ai miei occhi.

-perché sapete, questo è dentro di me!!- una risata malvagia, rimbomba nelle mie orecchie e nella mia mente, accompagna quella frase che fa rabbrividire tutti i presenti.
Si contorce salendo a toni acuti fino a toccare quelli più bassi, una voce proveniente dal oltre tomba sul punto di ribellarsi.
La donna dalla pelle bianca spalanca le braccia ad indicare la distesa di nero.
Ormai, spinta fin sul soffitto, obbligata a baciare quella sottile superficie ancora bianca per poter aspirare qualche goccia d'aria, prima di calare il suo corpo nelle tenebre e lasciarsi andare alle sue più peggiori paure.

Don't forget my eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora