45° capitolo

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I ragazzi uscirono frettolosamente dalla sala comune, ignorando la Signora Grassa dietro di loro che gli urlava di tornare dentro data l'ora tarda.

Hermione, Ron e Ginny presero a salire le rampe di scale saltando i  gradini due a due.
Arrivarono al settimo piano, luogo da cui sembrava essere arrivato l'urlo sentito pochi minuti prima e, svoltato l'angolo, ne furono praticamente certi.

Alla fine del corridoio, addossata alla parete, l'aria era diventata talmente scura da non lasciar vedere nulla al suo interno, una nebbia nero pece si stava espandendo sempre di più, contaminando e inghiottendo tutto ciò che incontrava al suo passaggio. Perfino ad Hogworts tutto quello non era una cosa normale, pensò Hermione.

La ragazza presto, quasi instintivamente, fece scattare la mano alla bacchetta e così anche i due ragazzi accanto a lei. Si avvicinarono lentamente, pronti a scagliare un incantesimo a qualunque cosa sembrasse sospetta,ovviamente più della nebbia, già parecchio anormale.

I tre cominciarono ad avvicinarsi, lentamente, i nervi tesi. Dopo qualche secondo, solo pochi metri separavano i ragazzi dall'oscurità dell'aria davanti a loro che, minacciosa, contribuiva ad annullare la distanza già ravvicinata.
E infine, Hermione e gli altri lasciarono che questa sfiorasse loro la pelle, oscurasse la vista e li inghiottisse silenziosamente, facendoli diventare invisibili tra l'oscurità imperscrutabile.

La ragazza avanzò di qualche passo, riducendo gli occhi a fessure nel vano tentativo di vedere qualcosa. Teneva la mano che stringeva la bacchetta tesa davanti a sé e, quando ci provò, nepure un "Lumos" riuscì a fendere la strana polvere scura.

Trasalì solo quando pestò qualcosa e stava quasi per lanciare davanti a sé un incantesimo, quando udì il gemito di dolore strozzato di Ron.

-Sono io- bisbigliò, prima che all'amico potesse venire in mente la stessa idea -scusa- aggiunse.

Il ragazzo sospirò, come a dirle "non fa niente", e poi riprese la ricerca, così come Hermione.

Ma la ragazza non fece che qualche passo, il cuore le si fermò un momento dopo. Nel giro di pochi attimi si ritrovò con il corpo fermo, immobbilizzato da qualcuno alle sue spalle che la tratteneva con un braccio mentre, con l'altro, le tappava la bocca, lasciandole appena la possibilità di respirare. Hermione tentò in vano di urlare, di agitare la bacchetta, ma chiunque fosse dietro di lei non le permetteva di fare nulla di ciò.

Un momento dopo l'idividuo fece un passo indietro, poi un altro e un altro, costringendo Hermione a seguirlo. Esso, si rese conto la ragazza, stava conducendo entrambi lontano dalla polvere scura.

E mentre lei si dimenava, per quanto concessole, tutto ciò che le si trovava attorno si schiarì lentamente: riuscì a scorgere la sagoma del suo corpo, la nebbia che roteava mischiandosi con l'aria ancora pura e, infine, tutto tornò limpido e l'oscurità si allontanò man mano che Hermione indietreggiava.

Tuttavia, era ancora invisibile ai suoi occhi il suo sequestratore o almeno, lo fu finché questò non le bisbigliò all'orecchio qualcosa.

-O...ora io ti lascio, non urlare, ti prego. Ti prego Hermione.-

E lì la ragazza smise di dedicarsi a qualunque tentativo di fuga. Non riuscì quasi a credere a quella parole, a quella voce, quasi la inquietò; la conosceva bene, ma mai l'aveva udita così scossa, così incrinata.
Annuì appena, sentendo vicino al viso i capelli del ragazzo sfiorarle la guancia.

Questo allentò la presa, sembrando incerto se lasciarla completamente. Alla fine lo fece.

Hermione poté finalmente voltarsi, fissando finalmente Malfoy negli occhi. Non sapeva il perché, ma una parte di sé le impose di trattenere comunque stretta la bacchetta e di non abbassare la guardia.

Draco sembrava un fascio di nervi, i capelli scompigliari e sporchi di quella che sembrava fuliggine, insieme al viso. Anche lui teneva salda la bacchetta alla mano destra.
E, prima che Hermione potesse intervenire, Draco parlò fissando, dietro la ragazza, l'immensa nube nera.

-Ora Hermione, non fare domande, ti spiegherò tutto, promesso. Ma vattene.-

Hermione lo guardò confusa, gli occhi che cercavano in quelli color ghiaccio del ragazzo qualcosa di più della paura, della confusione, ma non vide nient'altro.

Stava per chiedergli qualunque cosa, riversargli addosso tutte le domande che si stava tenendo da molto dentro, in primo luogo cosa diavolo succedesse. Ebbe appena il tempo di schiudere le labbra quando un secondo urlo, questa volta strozzato subito dopo, si alzò dall'oscurità impercrutabile. Ginny!

Hermione trasalì, spaventata, confusa. Per un attimo fissò Malfoy, quasi a chiedergli una spiegazione, ma il ragazzo non ricambiava lo sguardo.
Draco si era voltato in direzione dell'urlo, fissava la nebbia scura come se riuscisse a vederne attraverso la scena che vi si stava svolgendo all'interno. E Hermione ebbe l'inquitente sensazione che lui lo sapesse davvero.

Non esitò un secondo di più, si precipitò verso la nube scura, la bacchetta tesa davanti a sé. Mancava solo qualche passo per arrivarvi, ma una mano acciuffò il braccio di Hermione in una presa ferrea, costringendola a fermarsi.

-No no no, tu non capisci Hermione. Scorda ciò che ti ho detto, và al dormitorio e...-

La ragazza non si voltò neppure a fissarlo, come se lei non aggisse per voler proprio, in un lampo di genio, sfoderò alta la bacchetta e con tutta l'aria che aveva nei polmoni urlò

-Ventus!-

Un turbine di aria fresca prese a vorticare attorno a loro, come un mulinello con l'intenzione di inghiottirli tutti. Neppure allora, si rese conto la ragazza, Draco aveva mollato il suo braccio, tutt'altro. Hermione ebbe la sensazione che il ragazzo le si fosse avvicinato e dopo la foga del momento, in un attimo di panico, ripensò agli avvertimenti di Malfoy.
Cosa era celato lì dentro da preoccupare così tanto il ragazzo e da metterla in guardia nonostante le parole che esso le aveva rivolto durante la loro ultima conversazione?

Ma ormai non c'era tempo per i ripensamenti e la risposta non tardò ad arrivare.

[Spazio autrice: per un attimo ho pensato di interrompere qui il capitolo, ma in fondo...in fondo...in fondo...sono una brava persona. Godetevi il resto! Hahahahahaha]

L'immensa nube non tardò molto a dissolversi, spazzata via dall'incantesimo. Il vento scaturito dalla bacchetta si placò nel giro di pochi secondi e quando finalmente Hermione potè aprire gli occhi ebbe lo sfrenato desiderio di richiuderli, scordare tutto e aprirli nel proprio letto, scossa solo da ciò che restava di un brutto sogno. Ma tutto questo non accadde. Non scomparve da davanti a se l'immagine di Ginny tenuta ferma dalle braccia del lupo mannaro Greyback, con i denti aguzzi e già sporchi di sangue a pochi centimetri dal collo della ragazza, fortunatamente ancora illeso; non scomparve e non scomparirà mai dalla mente della ragazza il ricordo del viso di Ron che fissava pietrificato la sorella, con Greyback che avrebbe potuto squarciarla ad ogni suo più piccolo movimento, nè scomparvero le sagome delle decine di mangiamorte che, a orde, uscivano dalla stanza delle necessità prima nascosta. Ma ciò da cui davvero Hermione non riuscì a distogliere l'attenzione era una sagoma dai ricci e vaporosi capelli neri che scendevano irregolari lungo un viso pallido e magro. Gli occhi scuri e crudeli di Bellatrix Lestrange la fissavano ghignanti.

Tatatataaaaaaaan!! He bella a tutti animali e animale, sono anima e ben tornati...oops, intro sbagliata ^^'.
Ciao a tutti ragazzi! E anche per oggi il capitolo è finito. Credetemi quando vi dico che domani ho compito di matematica, una possibile interrogazione, sono stanca e nonostante ciò  (dato che non pubblico da due settimane e vi ho promesso il capitolo entro questo weekend) sono qui a scrivere per voi!!♡
Ho dato il meglio di me anche se non ho potuto integrare in questo capitolo una parte che avrei voluto aggiungere, ma non preoccupatevi, la scoprirete al prossimo capitolo!

Con questo vi saluto, un bacione a tutti e sempre un grazie di cuore per la partecipazione a questa piccola avventura.
~Miriam♡

Bad Ending- DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora