53° capitolo

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-No-
Quella parola pronunciata da una voce infinitamente roca alle spalle di Draco lo fece quasi sobbalzare. Sorpreso, il ragazzo aveva aperto gli occhi di scatto riprendendo a respirare affannosamente.
Quando si voltò un lungo mantello nero copriva una figura alta dal viso incorniciato da unti capelli neri che sfioravano il tessuto del mantello dello stesso colore.
Draco fissò la figura di Piton venire nella sua direzione dopo aver sorpassato la porta ormai ridotta in pezzi. Gli occhi impenetrabili del professore si posarono un momento per terra, sulla figura di Hermione, ma si distolsero in fretta e, invece, si posarono decisi su quelli chiari di Draco.
Il ragazzo quasi provò un brivido di disagio, quello sguardo sembrava rappresentare uno sbeffeggiamento nei confronti del ragazzo e della sua debolezza, uno sguardo che Draco interpretò con parole sprezzanti.

"Te lo avevo detto, sei debole. Non ci riuscirai e il Signore Oscuro, con questo compito, voleva solo beffeggiare te e tuo padre."

Il ragazzo abbassò lo sguardo con un movimento rigido, serrando le labbra. Avevano tutti ragione, non ci sarebbe mai riuscito.
Fino a pochi secondi fa la mano stringeva la bacchetta con una tale tensione da poter sentire il legno scricchiolargli sul palmo, la rilassò deciso a smettere e lasciò che cadesse sul pavimento ticchettando con un suono che sembrò rieccheggiare nella stanza. Il ragazzo tentava di regolarizzare il respiro mentre fissava un punto indeterminato ai suoi piedi. Lo sguardo si spostò poi su Hermione, anche la ragazza lo stava guardando con palpebre pesanti mentre teneva la fronte corrucciata in un'espressione di confusione e evidentemente non era l'unica.

-Draco, cosa fai? Raccogli la bacchetta, sbrigati!- gli aveva intimato la voce di Bellatrix alle sue spalle.
Il ragazzo non si voltò neppure continuando a fissare Hermione e scuotendo il capo in risposta alla donna.
-No- rispose in un bisbiglio che arrivò comunque ben udibile a chiunque fosse lì con loro -non lo farò-concluse.
Ignorava la paura che stava provando ad inghiottirlo e a fargli perdere la testa. Bastava fissare la ragazza, avere il suo sguardo nel proprio per raccogliere un coraggio che non credeva neppure di possedere.

Sentì una punta fredda di legno premere alla base nella nuca e un brivido gli attraversò la schiena partendo proprio da quel punto.

-Avrò capito male- bisbigliò Bellatrix con voce innocente -O lui o te- gli ricordò la mangiamorte rigirando più in profondità la punta della bacchetta alla base del collo.
Hermione stava tentando di sollevarsi da terra, ma ad ogni singolo movimento il viso le si contorceva in una smorfia di dolore e, probabilmente, la bacchetta che Draco le aveva fatto volare via doveva ancora essere alla base delle scale.

Ma Draco non voleva alcun aiuto, men che meno voleva che Hermione rischiasse la vita a causa sua.
Il ragazzo si voltò dunque verso la donna, apparentemente sicuro mente invece dentro lottava con la paura di non essere all'altezza neppure di ribbellarsi e seguire la propria volontà, ma ce l'avrebbe messa tutta.
Fissava la donna senza lasciar trapelare l'incertezza, quella volta non sarebbe crollato.
Mentre Bellatrix rigivava sadica la bacchetta scavando quasi un foro sotto la mandibola del giovane, la voce del preside distolse per un momento l'attenzione da Draco, dicendo supplichevole.
-Severus, ti prego-
La confusione sembrò palpabile nell'aria e sguardi spaesati si posarono sul professore di difesa contro le arti oscure.
L'uomo, però, non si curò minimamente di tutto il resto e continuò a fissare l'anziano con un messaggio indecifrabile stampato sullo sguardo scuro.
Lentamente l'insegnante recuperò la bacchetta da sotto al lungo mantello, esitò solo un istante, poi con un movimento del polso accompagnò quelle parole,
-Avada Kedavra-.
Uno scompiglio comune si diffuse in pochi secondi: Hermione aveva urlato spaventata allungando inutilmente una mano aperta verso il preside, un accecante lampo verde aveva illuminato i profili di ogni mago e ogni strega nella stanza e lo stesso lampo si era riflesso sugli occhi sgranati di Draco. Infine, la figura del preside venne colpita da quella luce dritta al cuore, egli mosse qualche passo indietro mentre gli occhi chiari incorniciati dagli occhiali a mezzaluna diventavano spenti e vitrei.
Silente, ormai morto, precipitò all'indietro urtando il muretto della finestra e sparendo oltre a questo precipitano dalla torre.
Finì tutto così in fretta da far apparire quel fatto surreale, impossibile. Silente non poteva morire e Severus non poteva essere l'artefice di quell'omicidio.
Bellatrix corse alla finestra e Draco ne approfittò per recuperare da terra la propria bacchetta.
Dopo che la mangiamorte si affacciò e guardò verso il basso una gelida risata scaturì agghiacciante dalle proprie labbra tanto da far venire ai due ragazzi lì dentro la pelle d'oca. La mangiamorte finalmente orgogliosa di quella morte, brandì la bacchetta puntandola in cielo e disegnando nell'imensa superfice oscura il marchio nero.
Era scoppiato lo scompiglio, Draco si voltò preoccupato e, sollevandosi da terra, stava per andare immediatamente verso Hermione, ma una presa ferrea si strinse attorno al braccio del ragazzo impedendogli di procedere, Piton.
-Sbrigati- sibilò l'insegnante spingendolo verso la porta.
-Non vengo- si oppose lui divincolando il braccio, i mangiamorte scesero in fretta dalla torre per tornare alla sala della lotta. Tra gli strattoni collettivi e Piton che, deciso, lo obbligava a seguirlo, gli sforzi di Draco si rivelarono inefficaci.
-Hermione!- urlò tentando di salire gli scalini per raggiungerla mentre gli altri mangiamorte lo spingevano solo lontano da lei.
-Hermione!- chiamò disperato, Piton lo spinse violentemente fissandolo gelido.
-Hai già combinato fin troppi problemi, sta' zitto finché hai ancora una remota possibilità di sopravvivenza- lo rimproverò l'insegnante.
-Io devo andare da lei!- si oppose, ma contro la sua volontà la distanza continuava solo ad aumentare.

Al piano di sopra Hermione era ancora per terra, spaesata e preoccupata. Singhiozzava tenendo una mano davanti la bocca sconvolta da quell'omicidio avvenuto esattamente davanti ai propri occhi.
Cosa diamine si era scatenato in una singola sera?
Teneva il viso rivolto a terra mentre i singhiozzi non avevano alcuna intenzione di cessare.

-Hermione!-
La ragazza sollevò di scatto gli occhi arrossati mentre la figura di un ragazzo moro dagli accesi occhi verdi si dirigeva preoccupata verso di lei.
Harry si inginocchiò accanto alla ragazza e senza indugiare la abbracciò preoccupato, stringendola forte, mentre lei gli gettava le braccia attorno al collo e si sfogava sulle spalle dell'amico.

-Harry ho avuto tanta paura...- singhiozzò Hermione, la presenza dell'amico era una cosa che la rincuorò enormemente. -Come sei arrivato qui? Harry, Silente...- continuò la ragazza.

-Shhh- fece il ragazzo tentando di tranquillizzarla mentre le accarezzava la schiena. -Lo so, ero sotto il mentello quì, accanto a te, ma Silente mi ha pietrificato- spiegò Harry mentre Hermione sentiva il ragazzo ribbollire di rabbia e tristezza.
-Tranquilla, Silente non può essere morto-
-Ma Harry...-
-No Hermione, non può- insistette il ragazzo credendo anche lui stesso di illudersi ma non volendo guardare in faccia la verità.
-Piton la pagherà.- sibilò mentre il respiro si faceva più pesante. Allontanò la ragazza da sè e si alzò senza ripensamenti.
-Aspetta Harry, ti prego...-
-Sta' qui, torno presto. Non posso farlo andare via, non posso assolutamente- rispose il ragazzo furente, il viso rosso di rabbia.
-Harry...- tentò la ragazza, ma il moro aveva già superato la porta, sparendo alla vista di lei, e stava scendendo i gradini a due a due allontanandosi velocemente.

La ragazza non poteva attendere lì, all'oscuro di ciò che accadeva mentre gli altri suoi amici rischiavano in tutto e per tutto.
Si fece forza e con uno sforzo immane riuscì a tirarsi sù. Quasi  ricadde per terra quando una violenta fitta di dolore le attraversò tutto il corpo,  ma resistette aggrappandosi alla sporgenza della roccia della parete.
Si sportò radente il muro trattenendo dolorante il respiro. Arrivò alla porta e scese le scale, gradino per gradino, tenendo stretto lo scorrimano.
Ogni passo chiedeva uno sforzo assurdo per la ragazza, ma riuscì comunque ad arrivare nella sala dove si trovava tempo prima a lottare con Ron e Ginny. Tra la folla non riuscì ad identificare i due ragazzi mentre i mangiamorte si stavano ritirando dalla battaglia poco a poco.
D'improvviso un lampo rosso fra i tanti che volavano stava quasi per colpire la ragazza in viso, ma questa si abbassò in fretta e riuscì a schivarlo. Mentre era abbassata si rese conto della bacchetta, ancora per terra esattamente davanti a lei, che Draco le aveva fatto volare via quando erano di sopra. La raccolse, forse questo colpo di fortuna era la conseguenza della poca Felix Felicis che ancora la proteggeva ma che presto sarebbe cessata.
Hermione si tirò su e si fece largo fra la folla a spintoni, schivando qualche incantesimo e lanciandone alcuni verso i lunghi mantelli neri che vedeva di sfuggita.
Doveva sbrigarsi, doveva raggiungere Harry, voleva raggiungere Draco.
Sorpassato quell'ostacolo scese in fretta tutti gli scalini senza fermarai a riprendere fiato, Harry aveva raggione, non potevano lasciare che andassero via.
La ragazza riuscì finalmente ad arrivare all'enorme portone d'ingresso di Hogwarts e in fretta attraversò anche questo lasciando che l'aria fredda della notte le pungesse il viso.
Quardandosi in giro, con un moto di sorpresa, riuscì finalmente ad intravedere Harry correre parecchi metri più avanti verso casa di Hagrid. Con terrore Hermione notò che da quel punto si stava alzano sempre di più una luce soffusa.
La ragazza riprese con affanno la corsa finchè, esausta, non raggiunse l'enorme capanna del guardiacaccia e con terrore notò le fiamme che si alimentavana rendendo cenere sempre una più ampia superfice di legna. Hagrid era fuori dalla capanna e teneva fra le braccia il corpo di Thor che abbaiava agli assalitori.
Preoccupata Hermione si guardò in giro un momento quando finalmente intercettò due sagome nella semi-oscurità. Erano Harry e Piton, uno di fronte all'altro, che lottavano lanciando incantesimi che illuminavano per qualche secondo le due figure.
Hermione aveva il respiro corto, stremata come non mai. Con le ultime forze tentò di andare in aiuto ad Harry ma riuscì a percorrere solo pochi passi, poi le gambe le cedettero e continuò a strisciare per un paio di metri in quella direzione.
La vista le si appannava per tornare poi a fuoco mentre sentiva sul corpo il calore della capanna in fiamme lì vicino.
Non riuscì più a spostarsi di un centimetro e si voltava a destra e sinistra preoccupata.
D'uomen tratto, accanto a lei, l'immagine sfocata di qualcuno le si stava avvicinando, ma la vista faceva fatica a metterla a fuoco.

Ciao ragazzeee!!
Spero siate felici di sapere che questo capitolo è lungo quasi il doppio di un capitolo normale, yeeeee!♡
Lasciate commenti e stelline, altrimenti mi sento sola:(
In fondo non ci ho messo troppo a pubblicare per questa volta, dai :P, spero che il capitolo vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci,
~Miriam♡


Bad Ending- DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora