Capitolo 9

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L'immagine del bacio che non c'è stato fra me ed Edoardo continua a tormentarmi fino a quando non entro all'interno della nostra stanza ancora estremamente silenziosa. 

Appoggio la schiena alla porta e faccio alcuni respiri profondi, cercando di riprendermi. Come ho potuto anche solo pensare delle cose del genere riguardo ad Edoardo? Dio, lo conosco da tutta la vita! Probabilmente sarebbe stato come baciare mio fratello. 

Non appena quest'idea mi si materializza in testa ridacchio sottovoce.

Ricordo ancora quando, in seconda superiore, avendo fatto un'esperienza lavorativa insieme ci era stato chiesto se avevamo mai pensato di metterci insieme. In quel preciso istante né io né lui abbiamo esitato nel dire di no. Ora cosa diamine è cambiato?

Ah, probabilmente nulla. 

Suppongo che la stanchezza del viaggio e la sbronza non abbia aiutato nessuno dei due. Semplicemente, l'insieme di questi due componenti ci ha portato a pensare delle cagate assurde. E, sono sicura che lui sia d'accordo con lui. Deve essere d'accordo con me.

Traggo un sospiro di sollievo, più leggera, per poi buttare il bigliettino che avevo scritto e appoggiato sulla scrivania, togliermi la felpa, i pantaloncini e rimettermi a letto con Gabriele. C'è il fuso orario di solo un'ora e io mi sento davvero stordita. So benissimo che il fuso orario non c'entra nulla, ma posso comunque dargli la colpa, no?

Mi accoccolo al petto di Gabriele e lui, nonostante sia ancora addormentato, mi passa un braccio attorno alla vita attirandomi a lui come se fosse un gesto incondizionato, abituale. In questo stato di tranquillità estrema mi trovo ad annusare il suo profumo, calmandomi.

Tutto ciò che è successo con Edoardo o meglio, quasi successo, ha fatto in modo che mi chiedessi una cosa.

Amo Gabriele?

È una domanda difficile e davvero delicata, ma so che la risposta è affermativa.
Lo amo.

E, con questo ultimo pensiero, mi lascio tranquillizzare dal suo respiro ritmico, addormentandomi.

Mi sveglio solo dopo quelle penso che siano poche ore per colpa di un cavolo di spiraglio di luce fra le tende. Sotto di me, Gabriele, sta ancora dormendo e non posso evitare di sorridere per la sua dolcezza. E' quasi incredibile che non si sia mai svegliato fino a questo momento.

"Che ne dici di svegliarsi?"
Chiedo iniziando ad accarezzargli il viso e i capelli, notando che sono poco più delle nove e mezza. Abbiamo ancora un'ora e qualcosa per andare a fare colazione. Al mio tocco e alla mia domanda  lui fa una smorfia per poi aprire lentamente gli occhi.

"Buon giorno"
Esclama con voce roca, alzandosi sui gomiti e lasciandomi un bacio sulle labbra.

"Ugh, Gabriele odio quando fai così. Sono fissata con l'alito e lo sai benissimo"
Ribatto, scostandomi da lui e scendendo dal letto.

"Odio e amo queste tue fisse allo stesso tempo. Lo credi possibile?"
Mi domanda alzando la voce mentre io mi dirigo in bagno.

"Assolutamente possibile"
Esclamo iniziando a lavarmi il viso e poi passando ai denti. Mia mamma è una dentista, come posso non aver ereditato questa fissazione per l'igiene orale?

Gabriele mi raggiunge e mi posiziona le mani sui fianchi, lasciandomi poi alcuni baci sul collo.

"Andiamo a fare colazione?"
Gli chiedo mentre osservo il nostro riflesso nello specchio.

"Direi che è un'ottima idea"
Sussurra al mio orecchio per poi farmi girare e baciarmi. Appoggio entrambe le mani sul suo petto, allontanandolo mentre lui ridacchia.

Si scrive errore ma si legge amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora