Capitolo 45

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Mi rigiro un paio di volte nel letto e, dopo essermi arresa all'idea di riuscire ad addormentarmi nuovamente, mi scosto dal corpo di Edoardo e mi siedo a gambe incrociate. Osservo la stanza quasi totalmente buia, sbadigliando e strofinandomi l'occhio destro con la mano.

Dopo il bagno improvvisato e l'avventura in spiaggia siamo rimasti sdraiati sulla sabbia a guardare le stelle. Edoardo ha iniziato a spiegarmi qualsiasi cosa possibile ed inimmaginabile su questi astri, incantandomi e stupendomi. Dice di adorarle perché sono una piccola fonte di luce nel buio e, anche se può sembrare una sciocchezza, anche le cose più piccole, a volte, fanno molto più di quanto ci si possa aspettare.

Vederlo così appassionato e coinvolto dall'argomento mi ha fatto sorridere tutto il tempo. Quando qualcuno ama davvero qualcosa non si può non notarlo e, osservarlo mentre era assorto dalle sue stesse parole, è stata una delle cose più belle della serata.

Siamo tornati in camera forse verso le quattro di mattina, ci siamo risciacquati velocemente e ci siamo messi a letto. 

Nonostante entrambi sapessimo alla perfezione che, per riuscire a prendere il nostro volo, ci saremo dovuti svegliare abbastanza presto, nessuno dei due ha voluto davvero rinunciare al finale di quella serata perfetta. 

Non importano le ore di sonno in meno perché so che ne è valsa la pensa. Ne sarebbe valsa mille volte la pena.

Mi stiracchio debolmente, cercando di non fare troppo rumore ed evitando, così, di svegliare anche Edoardo. 

Ormai la sveglia dovrebbe suonare fra poco. 

Fra non molte ore saremo di nuovo in Italia e, se da una parte ne sono felice, dall'altra non lo sono affatto. In un certo senso mi manca stare a casa e mi mancano le mie abitudini; ma se dobbiamo analizzare la situazione in percentuale, direi senza dubbio che quella più alta equivale al voler rimanere qui a Rodi con Edoardo.

Sbadiglio un'altra volta, finendo di stiracchiarmi per poi dare un'occhiata al telefono di Edoardo sul comodino.

7:12 A.M.

Non appena vedo le cifre impresse sullo schermo strabuzzo gli occhi sconcertata.

"Edoardo, svegliati, siamo in ritardo!"
Esclamo con voce decisamente più alta del solito alzandomi dal letto dopo aver appoggiato nuovamente il telefono sul comodino.

"Mh è mattina, non urlare"
Borbotta lui, facendo un verso di lamento per poi prendere il cuscino e metterlo sopra la testa.

"Fra un'ora abbiamo il nostro volo!"
Evidenzio abbastanza agitata mentre inizio a riporre nella valigia le ultime cose che erano rimaste fuori.

Ieri, prima di uscire, entrambi le abbiamo iniziate; ma abbiamo impostato la sveglia alle 6:00 in modo tale da riuscire a finirle ed arrivare in aeroporto in orario.

Porca padella, fra dieci minuti arriva il taxi e noi siamo ancora in alto mare. 

Non ci voleva. Era davvero l'ultima cosa che avrei voluto che succedesse.

Cerco di far stare all'interno della valigia le ultime cose per poi togliermi il pigiama, mettermi i vestiti che avevo preparato, buttarcelo dentro e chiuderla definitivamente. Una volta aver sospirato di sollievo, fiera di essere riuscita almeno a finire la valigia, mi giro verso il letto; dove Edoardo si è rimesso a dormire beatamente.

Svergognato d'eccellenza.

"Edoardo!"
Urlo facendolo scattare seduto sul letto. 

"Dio mio Camilla, non farlo mai più"
Esclama a fiato corto, mettendosi una mano ad altezza del cuore ancora con il viso paonazzo per lo spavento che probabilmente gli ho fatto prendere.

Si scrive errore ma si legge amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora