Capitolo 23

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Il silenzio nella stanza, purtroppo, dura solo pochi istanti visto che Edoardo inizia a bussare insistentemente alla porta.

"Camilla, aprimi"
Dice con tono impaziente, quasi come se avesse ripetuto queste parole fino allo sfinimento.

"Non voglio"
Borbotto non allontanandomi dal punto in cui sono.

"Camilla, avanti, fammi entrare. Sai benissimo anche tu che dobbiamo finire di parlare"
Continua lui facendomi alzare gli occhi al cielo.

Per me il nostro discorso era concluso e sepolto, perché per lui non può essere la stessa cosa? Che altro ha da dire?

Rifletto alcuni istanti su cosa potrebbe succedere se solo aprissi la porta e decido che la cosa migliore è non farlo. Almeno c'è qualcosa che ci divide.

"No, non ti apro"
Ribatto, incrociando le braccia al petto anche se so che non può vedermi.

È strano parlare ad una porta ma sarebbe ancora più strano e pericoloso parlare faccia a faccia con Edoardo. Non possiamo andare avanti di questo passo e sono determinata a mettere fine a tutto ciò proprio oggi. Adesso.

"Sei seria?"
La sorpresa nella sua voce è evidente e io mi chiedo per quale motivo sia così sorpreso. Poteva tranquillamente aspettarselo da me.

"Serissima"

"E cos'hai intenzione di fare? Rimanere chiusa in camera per altri sei giorni?"
L'ironia nelle sue parole non mi sfiora nemmeno. È una buona idea la sua; ma rimanere rinchiusa qui per sei lunghi giorni con un mare fantastico e un sole incredibile, mi sembra una follia. Avanti, ci deve essere un modo per non incontrarlo ma, allo stesso tempo, godermi la vacanza in santa pace! Rifletto alcuni istanti e, solo quando penso di aver trovato la soluzione adatta, gliela espongo.

"No, ho intenzione fare un programma per evitare di incontraci anche solo per sbaglio. Ovviamente, però, perché la mia idea funzioni dobbiamo entrambi rispettare ciò che stabiliremo"
Affermo fiera. So che potrebbe sembrare una cazzata e probabilmente lo è anche; ma tengo alle nostre relazioni, tengo alla nostra amicizia e tengo all'amicizia con Beatrice. Andare avanti di questo passo significherebbe buttare giù tutto quel castello di carte che abbiamo costruito negli anni. E tutti sanno che i castelli di carte cadono con un semplice soffio di vento. E un tradimento con Edoardo sarebbe proprio quel soffio di vento. Anzi, sarebbe più un uragano che un soffio di vento; ma la logica è la stessa. Tutto si distruggerebbe.

"Oh cristo, io non ce la posso fare! Camilla ma che diamine di idee ti vengono? Apri la porta"
Il suo tono di voce sta lentamente cambiando e so benissimo che si sta arrabbiando; ma non posso fare ciò che mi chiede. Non posso e basta.

"No"
Dopo questa mia risposta secca sussegue un silenzio strano. Non mi piace il fatto che non stia parlando e ho paura che stia valutando l'idea di buttare giù la porta a costo di lussarsi una spalla. Ne sarebbe capace.

"Camilla, te lo dico solo un'altra volta: Aprimi questa cazzo di porta all'istante"
Okay. È decisamente arrabbiato.

Questa volta metto da parte tutte le mie paure e faccio come mi ha detto per il semplice motivo che mi mette ansia quando si arrabbia.

Non appena apro la porta lui si fionda all'interno della stanza con i pugni stretti lungo i fianchi e il viso accaldato. Gli sorrido timidamente chiudendo la porta e standogli a debita distanza.

Ci è già successo di litigare e mi è già successo di vederlo incazzato; ma mai prima d'ora le sue arrabbiature riguardavano me direttamente o meglio, non riguardavano il nostro rapporto.

"Ti rendi conto che mi ha sbattuto la porta in faccia e ti stai comportando da bambina?"
Sbotta, alzando le braccia in aria per poi lasciarle ricadere sui fianchi.

Si scrive errore ma si legge amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora