Capitolo 25

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Ho passato tutta la mattina rinchiusa in camera, o meglio, sul balcone della camera, per il semplice fatto che non volevo assolutamente incontrare Edoardo. Non ce l'avrei fatta. Quando ha bussato alla porta, per quanto fosse stronzo da parte mia, ho fatto finta di non sentire. Ho optato per il pranzo in camera e solo alle due mi sono resa conto che rimanere rinchiusa dentro una misera stanza, non sarebbe servito assolutamente a nulla; così sono scesa in spiaggia.
Non potevo andare al mio ombrellone, quindi, sono andata a fare una camminata in riva al mare nella speranza che mi venisse un'idea illuminante. E ora, mentre cammino con le infradito in mano, un costume troppo acceso per il mio umore e un pareo preso a caso dall'armadio, mi rendo conto che questa camminata non ha portato a nulla di concreto. L'acqua sotto i piedi mi solletica e mi rinfresca allo stesso modo e quando mi ritrovo in un punto troppo lontano dal nostro Resort decido di tornare indietro.

Mentre cammino concentrata sulla sabbia bagnata, all'improvviso una pallonata mi colpisce in testa, facendomi traballare all'indietro. Porca puttana, è così difficile stare attenti? Stavo per cadere!

Sto per sbraitare contro chiunque abbia lanciato una pallonata del genere sulla mia testa quando una bambina e un bambino di forse sei o sette anni si avvicinano di corsa.

Prendo il pallone in mano e aspetto che mi siano di fronte per riconsegnarglielo.

"Questo deve essere vostro"
Annuncio dolcemente mentre gli passo il loro pallone, non riuscendo ad arrabbiarmi con due bambini. In più sono entrambi la dolcezza fatta a persona! Lui ha dei capelli biondi e degli occhi verdi invidiabili mentre lei con i suoi ricci marroni e gli occhi neri è assolutamente bellissima.

"Scusaci, non volevamo fare male a nessuno"
Borbotta la piccola chinando la testa verso il basso.

"È stata colpa mia, dovevo stare più attento"
Continua lui, facendomi sorridere per il modo in cui protegge la bambina.

"Non vi preoccupate, cercate solo di stare più attenti"
A questa mia affermazione entrambi annuiscono per poi allontanarsi e raggiungere un gruppo di bambini poco più lontano. Mi concentro sulle loro figure alcuni istanti e quando, in quel gruppetto, riconosco Hektor in compagnia di un'altra ragazza, decido di andare nella loro direzione.

"Hektor!"
Lo richiamo, salutandolo con una mano mentre lui si gira di scatto verso di me con un sorriso mozzafiato in volto.

Cazzo, anche lui non scherza affatto con la bellezza. A quanto pare questa è la patria dei ragazzi con fisici da modelli, occhi bellissimi e sorrisi che ti fanno tremare le gambe. Bella scelta. Mi piace Rodi.

"Ciao Camilla"

"Lavori con i bambini?"
Chiedo mentre la ragazza che prima stava parlando con lui, si gira verso di me e mi guarda con curiosità.

"Solitamente mi occupo dell'animazione degli adulti, ma oggi devo aiutare Daphne quindi si, oggi lavoro con i bambini"
Il suo sorriso è fantastico. Il suo fisico è fantastico. Lui è fantastico. E io sono fidanzata.

"Piacere, io sono Daphne"
Esclama la ragazza in questione, con un accento più marcato rispetto a quello Dimitri ed Hektor, porgendomi la mano e facendomi girare nella sua direzione.

La mia e la sua altezza sono la medesima. I suoi capelli neri sono raccolti in una coda alta e nonostante questo le arrivano fino a metà schiena, gli occhi verdi sono estremamente in armonia con il suo viso ed indossa un paio di semplicissimi pantaloncini e una canottiera rossa. 

Diamine, sembra quasi una barbie per quanto è bella! Esiste qualcuno di brutto su quest'isola o le persone di una bellezza nella norma sono una specie estinta?

Si scrive errore ma si legge amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora