Mi sono svegliata sicura di trovare al mio fianco Edoardo, eppure non è stato così. Ho avuto un breve momento di confusione; ma non ho fatto in tempo a pormi troppe domande, visto che mia mamma mi ha avvertito immediatamente che sarebbe tornato prima di pranzo.
Ho fatto colazione guardando alcuni programmi in televisione e non trovando davvero nulla che mi attirasse. Mi sono cambiata ed ora, mente cerco disperatamente il mio telefono, mi ritrovo a pensare ancora una volta a come dire a Gabriele del mio tradimento.
Devo assolutamente farlo e, adesso, non importa se la mia paura prenderà il sopravvento perché so che devo dirglielo comunque.
Ormai è quasi ora di pranzo, ma ho lasciato detto a mia mamma che, se Edoardo dovesse tornare mentre sono dei gemelli, può tranquillamente stare qui.
Ovviamente lei ha assorbito la notizia come una spugna, sorridendomi in quel modo che non mi incute per niente fiducia.
So che se dovesse arrivare prima di me sarebbe un bel disastro, visto che mia mamma ne approfitterebbe per sapere sempre più cose; ma non posso più aspettare.
Non voglio e non ce la faccio.
"Mamma, vado da Gabriele!"
Urlo dal corridoio, dopo aver trovato il telefono, facendo in modo che lei si affacci dalla cucina con un grembiule rosa indosso e le mani bagnate. Suppongo stesse lavando i piatti."Respira, non farti prendere dal panico e buona fortuna"
Dice, avvicinandosi e lasciandomi un bacio sulla guancia prima di tornare nuovamente ai suoi precedenti impieghi.Guardo un'ultima volta il mio riflesso nello specchio dell'entrata, facendo un grande respiro, prima di afferrare la maniglia della porta, aprirla, uscire e chiuderla successivamente alle mie spalle.
Percorro il mio vialetto di casa mettendo il telefono nella tasca dei pantaloncini ed iniziando a creare mentalmente un discorso che possa andare bene e che mi impedisca di gettare la spugna un'altra volta.
Non ce l'ho fatta per due volte, la terza sarà quella definitiva.
La mia attenzione, però, viene attirata da Edoardo non appena esco dal cancelletto. Sta camminando nervosamente avanti ed indietro sul marciapiede distrutto e non sembra essersi accorto minimamente della mia presenza.
"Cosa ci fai qui fuori?"
Chiedo divertita, facendolo sobbalzare sul posto e ponendo fine a tutti i suoi movimenti.Tutto della sua espressione fa chiaramente capire quanto sia in ansia: i suoi occhi, le labbra serrate e il fatto che non stia affatto sorridendo come è suo solito fare.
"Qualcosa non va?"
Domando nuovamente, iniziando a preoccuparmi per questo suo silenzio decisamente non adatto alla sua persona e al suo carattere.Fa un respiro profondo, asciuga le mani sudate sui pantaloni di jeans che indossava anche ieri e, successivamente, riprende la parola con una delle frasi che farebbe agitare qualsiasi persona su questa terra.
"Ti devo parlare"
Annuncia in tono neutro, prendendomi poi per mano e trascinandomi nuovamente all'interno del vialetto che porta a casa mia.Non appena siamo lontani dalla strada, nonostante il cancelletto sia ancora aperto, i suoi occhi si posizionano esattamente sui miei e il mio cuore inizia a battere più velocemente di quanto non avesse fatto fino a questo momento.
Questa situazione non mi piace e anche solo il fatto che Edoardo, colui che sempre imperscrutabile, dimostri effettivamente la sua paura e la sua agitazione, non mi tranquillizza per nulla.
"Ho parlato con Beatrice e le ho detto tutto"
Mormora non distogliendo mai lo sguardo dal mio e facendomi mozzare il respiro in gola.Per alcuni istanti, o forse minuti, rimango ferma immobile davanti alla sua figura. Non pronuncio nemmeno una parola, non sapendo esattamente come reagire a questa sua rivelazione.
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Si scrive errore ma si legge amore
RomansaEdoardo e Camilla si conoscono da tutta la vita. Non sono migliori amici, non sono parenti e men che meno sono fidanzati. Sono semplicemente compagni di classe. O almeno, lo erano. Ora che anche le superiori sono finite entrambi si ritrovano a fare...